Conte, lo sfogo giusto nel momento sbagliato
Nonostante il secondo posto centrato, i numeri positivi della prima annata in nerazzurro, una Champions League blindata e la chiusura del campionato ad una sola lunghezza dalla Juventus, in casa Inter scoppia la rabbia di Antonio Conte. Uno sfogo giusto e sacrosanto, ma arrivato nel momento sbagliato (si poteva benissimo attendere la fine dell'Europa League).
Nel mirino del tecnico salentino, che tira in ballo anche Luciano Spalletti ("Spalletti denunciava cose gravissime, nel 2020 siamo punto e a capo. Per ridurre il gap con la Juve si deve crescere dentro e fuori dal campo, bisogna capire se si possono fare questi miglioramenti, anche il proprietario si vedrà se lo capisce... Io ci metto la faccia fino a un certo punto, ma nessuno è scemo: il parafulmine si fa il primo anno, errare è umano ma perseverare è diabolico" ), c'è qualche dirigente di vecchia data che non ha svolto in pieno il suo lavoro, senza metterci la faccia nei momenti critici, e una 'talpa' (usando una definizione dell'ex allenatore dell'Inter) 'amica' dei giornalisti che ha fatto filtrare (e lo fa da anni) i problemi interni alla stampa, che poi passa prontamente all'attacco: restringendo il cerchio solo nell'ultimo anno basta pensare alle voci sulla lite Brozovic-Lukaku, sul proiettile a casa di Conte, sul 'caso Lautaro ', sui presunti malumori di Skriniar e Godin, sulle recenti vicende extra campo (tra patente e pronto soccorso) di Brozovic. Fino allo scenario di un possibile addio di Conte e di un arrivo di Allegri, senza dimenticare la mail per Zhang arrivata anche al Corriere dello Sport o quella pubblicata dal quotidiano romano e firmata dall'ancora ignoto 'Salvo24'. È mancata una presa di posizione forte, uno scudo per tecnico e giocatori.
Quanto Conte dice "A me non manca niente, sono stato chiamato qui per un progetto vincente. A fine stagione dirò quello che non mi è andato bene, anche se qualcosa ho detto, e si faranno le valutazioni. Poi ognuno deve vivere tranquillo, io ho una famiglia, e ho avuto poca protezione dal club. Fino a 15 giorni avete spalato cose che non si dicono in tv verso me e i giocatori, ci deve essere protezione. Dobbiamo essere forti anche fuori dal campo, dobbiamo fare ancora tanto" attacca il club sotto l'aspetto comunicativo. E chi segue l'Inter da tempo e da vicino, sa che questo è un problema di vecchia data. Che ora, dopo le parole di fuoco di Conte, potrebbe finalmente portare alle giuste conseguenze.
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