Conte, lo sfogo giusto nel momento sbagliato

Antonio Conte
Antonio Conte / Emilio Andreoli/Getty Images
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Nonostante il secondo posto centrato, i numeri positivi della prima annata in nerazzurro, una Champions League blindata e la chiusura del campionato ad una sola lunghezza dalla Juventus, in casa Inter scoppia la rabbia di Antonio Conte. Uno sfogo giusto e sacrosanto, ma arrivato nel momento sbagliato (si poteva benissimo attendere la fine dell'Europa League).

Atalanta BC v FC Internazionale - Serie A
Atalanta BC v FC Internazionale - Serie A / Emilio Andreoli/Getty Images

Nel mirino del tecnico salentino, che tira in ballo anche Luciano Spalletti ("Spalletti denunciava cose gravissime, nel 2020 siamo punto e a capo. Per ridurre il gap con la Juve si deve crescere dentro e fuori dal campo, bisogna capire se si possono fare questi miglioramenti, anche il proprietario si vedrà se lo capisce... Io ci metto la faccia fino a un certo punto, ma nessuno è scemo: il parafulmine si fa il primo anno, errare è umano ma perseverare è diabolico" ), c'è qualche dirigente di vecchia data che non ha svolto in pieno il suo lavoro, senza metterci la faccia nei momenti critici, e una 'talpa' (usando una definizione dell'ex allenatore dell'Inter) 'amica' dei giornalisti che ha fatto filtrare (e lo fa da anni) i problemi interni alla stampa, che poi passa prontamente all'attacco: restringendo il cerchio solo nell'ultimo anno basta pensare alle voci sulla lite Brozovic-Lukaku, sul proiettile a casa di Conte, sul 'caso Lautaro ', sui presunti malumori di Skriniar e Godin, sulle recenti vicende extra campo (tra patente e pronto soccorso) di Brozovic. Fino allo scenario di un possibile addio di Conte e di un arrivo di Allegri, senza dimenticare la mail per Zhang arrivata anche al Corriere dello Sport o quella pubblicata dal quotidiano romano e firmata dall'ancora ignoto 'Salvo24'. È mancata una presa di posizione forte, uno scudo per tecnico e giocatori.

Quanto Conte dice "A me non manca niente, sono stato chiamato qui per un progetto vincente. A fine stagione dirò quello che non mi è andato bene, anche se qualcosa ho detto, e si faranno le valutazioni. Poi ognuno deve vivere tranquillo, io ho una famiglia, e ho avuto poca protezione dal club. Fino a 15 giorni avete spalato cose che non si dicono in tv verso me e i giocatori, ci deve essere protezione. Dobbiamo essere forti anche fuori dal campo, dobbiamo fare ancora tanto" attacca il club sotto l'aspetto comunicativo. E chi segue l'Inter da tempo e da vicino, sa che questo è un problema di vecchia data. Che ora, dopo le parole di fuoco di Conte, potrebbe finalmente portare alle giuste conseguenze.


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