Conta l’almanacco. E chi vince ha sempre ragione. La vittoria del Sarrismo 2.0
Era stato scelto dalla Juventus, più o meno un anno fa, per la rivoluzione: trasformare la cinica e spietata Madama in una nobildonna affascinante oltre che vincente ma senza dimenticare l'obiettivo principale, ovvero la vittoria.
Il famigerato gioco non è arrivato ma è arrivato il suo primo titolo personale. E ora sono due i titoli importanti, il primo l'Europa League dell'anno scorso e ora anche lo Scudetto (non sono molti i tecnici italiani in attività a vantare lo stesso curriculum).
Un'annata anomala quella di Maurizio Sarri, iniziata con la polmonite durante la preparazione che ha portato sicuramente un rallentamento nel processo di assimilazione del suo calcio. Ma Sarri è stato intelligente (e non è un aspetto negativo come in molti vogliono far credere), adattandosi ai calciatori che ha a disposizione. E' il Sarrismo 2.0: era accaduto così al Chelsea, è accaduto lo stesso alla Juventus. Fino a dicembre-gennaio la Juve veniva criticata perché riusciva a giocare bene ma solo per mezz'ora. Dopo la sconfitta in Supercoppa sono state minate alcune certezze e la Juve è ripartita grazie ai compromessi. Il Comandante Maurizio ha messo da parte i dogmi per adeguarsi al motto bianconero: vincere è l’unica cosa che conta. Ha riadattato la sua filosofia alla nuova truppa, molto diversa da quella che aveva a Napoli. "Bisogna capire il modo di pensare del club, entrare in punta di piedi e cambiare le cose che piacciono a me. Non si possono cambiare 25 giocatori, deve essere l'allenatore ad adattarsi". In un certo senso ha rivalutato il lavoro di Allegri, che veniva criticato per il gioco: sono questi calciatori della Juve a non essere adatti a un gioco più europeo e moderno?
Forse lo scopriremo solo nella prossima stagione. A tratti i bianconeri hanno dimostrato di poter cambiare mentalità ma non è semplice cambiare dopo 8 anni di successi. Ora sono 9. E questo trionfo è targato (anche) Maurizio Sarri. Il pilota automatico non esiste: una macchina vince se ha un ottimo pilota alla guida. E Sarri ha dimostrato di essere un grande pilota. Maurizio, al primo anno, ha proseguito la storia scrivendo il suo nome sull'Albo d'Oro. L'unica cosa che conta.
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