Consiglio FIGC, Serie A senza liquidità: 3 club a rischio esclusione dal campionato
L'indice di liquidità è il rapporto tra attivi e passivi a breve termine di un club di calcio. Ne abbiamo sentito parlare per la prima volta la scorsa estate, quando la Lazio ha avuto difficoltà nel depositare i contratti dei nuovi arrivi. Per sbloccarlo l'azionista deve immettere nuovi capitali nella società o cedere calciatori sul mercato in uscita.
L'obiettivo della FIGC è di garantire che i bilanci delle squadre di Serie A non vadano in passivo. Per questo il presidente Gabriele Gravina combatte da tempo per adottare l'indice di liquidità come parametro da rispettare per l'iscrizione al campionato.
Le società italiane stanno però patendo la crisi portata dalla pandemia e vorrebbero che la proposta non vada in porto. Ecco perché nel consiglio della FIGC che si è riunito alle 11.00 il neopresidente Lorenzo Casini proverà a difendere gli interesse dei 20 club di Serie A.
In sede di consiglio Casini non avrà ancora potere di voti visto che la sua nomina a presidente non è stata ancora ratificata. Come riporta calciomercato.com, prima di firmare il contratto da 240 mila euro, si è dovuto dimettere dall'incarico di capo di gabinetto al Ministero della Cultura. Ha provato a chiedere a Gravina il rinvio della riunione, ma la sua richiesta è stata respinta.
A votare contro saranno entrambi i rappresentanti della Lega, Marotta (Inter) e Lotito (Lazio). Il dirigente nerazzurro è anche in corsa per il ruolo di vicepresidente vicario, anche se il posto di Paolo Dal Pino dovrebbe essere preso dal numero uno della Lega Pro, Francesco Ghirelli.
Se per iscriversi alla Serie A 2022/23 fosse necessario rispettare gli attuali paletti dell'indice di liquidità (fissati per lo 0,6 delle spese totali), ben 3 club resterebbero esclusi: la Lazio (fuori per 28 milioni di euro), il Genoa (per 32 milioni) e la Sampdoria. Secondo La Repubblica sarebbero addirittura 6 le squadre che non rispettano tali criteri.
Nei piani della FIGC resta comunque la volontà di fissare l'indice di liquidità tra 0,7 e 0,6 per renderlo più stringente di anno in anno fino ad arrivare a 1: non si potrà spendere più di quanto si guadagna, come succede già in Germania.
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