Confronto tra il patrimonio dei proprietari di Serie A e della Saudi Pro League

La Juventus regge a stento il confronto, ma con gli altri club più ricchi della Serie A non c'è alcun confronto con la Saudi Pro League.
Differenza tra patrimonio della Saudi Pro League e Serie A
Differenza tra patrimonio della Saudi Pro League e Serie A / 90min
facebooktwitterreddit

Quanti soldi hanno a disposizione le squadre della Saudi Pro League? Qual è la differenza di patrimonio tra le migliori squadre del campionato saudita e la Serie A?

Dal punto di vista economico le notizie non sono molto confortanti per i principali campionati europei. La Saudi Pro League (SPL) ha progetti ambiziosi e anche se attualmente è abbastanza lontana dal poter competere con i principali campionati europei, l'interesse diretto del Governo Saudita potrebbe presto fare la differenza. Almeno economicamente.

C'è da sottolineare che la potenza di fuoco della Saudi Pro League arriva principalmente dalle Big Four, ossia delle quattro squadre che hanno fondato il campionato saudita e che sono in mano a PIF, ossia il Fondo di Investimento Pubblico del Paese (che poi, per capirci, lo stesso che recentemente ha preso in mano il Newcastle rendendolo di punto in bianco - sulla carta - il club più ricco del mondo).

Già in passato hanno provato ad entrare a gamba tesa sul mondo del calcio europeo, acquistando qualche calciatore a fine carriera o con poco appeal a livello europeo (Sebastian Giovinco è stato uno di quelli che ha provato questa esperienza), ma senza affondare davvero il colpo. O meglio, non avevano ancora dalla loro parte il Governo. Adesso, con l'obiettivo di ospitare il Mondiale 2034, la volontà saudita è quella di avvicinare gli appassionati sportivi al loro calcio e al loro Paese e - perché no - iniziare a raccattare qualche voto da qualche Federazione proprio in previsione dell'assegnazione dell'organizzazione della Coppa del Mondo 2034.

Il patrimonio totale delle Big Four della Saudi Pro League

Come accennato poco sopra, sono solo quattro le squadre del campionato saudita che hanno la possibilità di investire senza limiti nel mondo del calcio. Si tratta dei quattro club che hanno fondato la Saudi Pro League, ossia Al-Hilal, Al-Ittihad, Al-Nassr e Al-Ahli.

Questi quattro club si stanno spartendo tutti i big in arrivo dall'Europa. Nel 2022 ha iniziato l'Al-Nassr con Cristiano Ronaldo, quest'estate invece i campioni in carica dell'Al-Ittihad hanno - per ora - messo a segno il doppio colpo Benzema-Kanté, mentre l'Al-Hilal ha chiuso per il muro difensivo Kalidou Koulibaly. Ma tanti altri campioni presenti nei principali campionato d'Europa sono in arrivo nella Saudi Pro League (senza considerare anche i nomi meno conosciuti ma che alzeranno ugualmente il livello del torneo).

Le quattro società - da inizio giugno - sono in mano per il 75% al Fondo di Investimento Pubblico dell'Arabia Saudita (il restante 25% di ogni club è in mano ad una organizzazione senza scopo di lucro) e quindi sono in mano ad un fondo sovrano - il sesto più grande al mondo - con un patrimonio totale di circa 600 miliardi di dollari.

Il patrimonio totale dei club più ricchi della Serie A

Solamente la famiglia Agnelli può contrastare in parte, dal punto di vista patrimoniale, la forza della Saudi Pro League (e del Fondo di Investimenti Pubblico): la proprietà della Juventus infatti può contare su un patrimonio totale di circa 150 miliardi di euro.

Per il resto, la Serie A è lontana anni luce dalla potenza di fuoco dell'Arabia Saudita. RedBird, che recentemente ha acquisito la proprietà del Milan, ha un patrimonio di circa 6 miliardi di dollari. Stessa cifra - milione più o milione in meno - di Dan Friedkin, proprietario della Roma.

Saliamo a poco meno di 8 miliardi di dollari di patrimonio netto per la famiglia Zhang e per Rocco Commisso, rispettivamente proprietari di Inter e Fiorentina.