Come sta vivendo un tifoso della Roma questo momento?
31 anni dopo l'ultima volta la Roma è in finale di una competizione europea. Una Roma diversa rispetto a quella che ha sfiorato la finale di Europa League, opposta rispetto a quella di Paulo Fonseca. Con meno picchi di bel gioco, ma con più carattere nei momenti cruciali dei 90 minuti. La mano di José Mourinho sulla squadra è evidente, ma lo è anche sull'ambiente, mai così caldo nella gestione americana dei giallorossi.
Dal suo annuncio, fulmine a ciel sereno anche per i giornalisti più informati sulle trattative di calciomercato, i tifosi giallorossi hanno imparato a conoscere Mourinho. Hanno sostituito la sua figura di nemico (lo era diventato ai tempi dell'Inter) accettando il passato di allenatore vincente anche in Italia nella speranza che potesse dare una svolta significativa al club. Qualcosa è successo perché tre decenni dopo l'ultima volta la Roma è la favorita in una Coppa europea, la meno importante senza dubbio, ma "la nostra Champions, la nostra competizione" per il tecnico portoghese ai microfoni di Dazn.
Ci sono tante immagini per raccontare l'estasi della serata di ieri, tanti spunti per far capire quanto entusiasmo si respiri tra i giallorossi da qualche mese a questa parte. Mourinho nella conferenza stampa pre-match aveva chiesto "70.000 che giocano la partita, non 70.000 spettatori". E il pubblico giallorosso, quasi invitato a nozze, ha risposto presente con un rumore assordante per tutti i 90 minuti creando una cornice unica intorno ai giocatori. "A great atmosphere, congratulations to Roma and good luck for them for the final" (Brendan Rodgers).
63.940. Un numero importante che ripete la capienza di Bodo per una competizione in cui la Roma, come il Marsiglia, il Leicester, il Tottenham, il Feyenoord e il Rennes appaiono fin da inizio anno fuori luogo. Una competizione in cui essere eliminati prima delle semifinali può risultare, ai più, una brutta figura e vincerla niente di che. La realtà, anche guardando al valore delle finaliste di Europa League, è che negli ultimi due atti delle competizioni il livello si sia equilibrato, complice anche l'eliminazione di squadre illustri nella seconda competizione europea.
Ma come sta vivendo tutto questo il tifoso romanista? Con un ottimismo che non è più misurato come qualche mese fa, con l'entusiasmo di vivere un qualcosa di mai vissuto (almeno i nati della generazione Z), con il favore del pronostico. E questo riuscendo a identificarsi nei giocatori giallorossi. Attraverso il capitano Lorenzo Pellegrini, che finalmente rappresenta tecnicamente e fedelmente i giallorossi, attraverso il capopolo Tammy Abraham, stella e animatore di una Roma che è totalmente dipendente da lui.
Soprattutto attraverso José Mourinho. Le gare di Leicester e dell'Olimpico per certi versi sono state l'estetica della sofferenza. In Inghilterra una Roma all'angolo, che soffre a testa bassa, non riesce a ripartire e si chiude negli ultimi 30 metri per difendere a denti stretti un risultato che tutto sommato può andare a bene. All'Olimpico una squadra più brillante che offende e segna il gol qualificazione nel primo tempo, non subisce tiri nello specchio per la prima ora di gioco, si abbassa troppo nell'ultimo quarto d'ora e chiude, a volte anche in modo rocambolesco e antiestetico, ogni corridoio verso la sua porta.
Le lacrime di commozione di Mourinho sono la vittoria di ogni tifoso della Roma e la partecipazione di ogni tifoso della Roma è la vittoria di Mourinho. La Conference League è arrivata al suo ultimo atto e la Roma volerà nella vicina Tirana per provare a vincere il suo primo trofeo europeo contro il Feyenoord. Non ci sarà l'ambiente caldo di queste serate romane, ma uno stadio di poco più di 20mila posti diviso tra italiani e olandesi. E tra quei pochi italiani, i 166 abbonati della trasferta di Bodo, che la Roma ha scelto di ringraziare regalando loro un biglietto gratuito per la finale del 25 maggio.
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