Come sono stati i primi tre mesi all'Inter di Dumfries?
In conferenza stampa prima della partita contro lo Sheriff, il difensore Milan Skriniar ha risposto così ad una domanda riguardante il suo ex compagno di squadra Hakimi:
"Hakimi è fortissimo, ma anche l'anno scorso ho giocato con Darmian e ci troviamo bene anche con Denzel. Non c'è molta differenza, ci aiutiamo tutti e questo è quello che conta".
Far dimenticare Hakimi, è questo il compito di Dumfries?
Denzel Dumfries è arrivato all'inter lo scorso 14 agosto e non appena arrivato alla Pinetina per i saluti di rito ha sentito come una presenza, un fantasma velocissimo che corre ancora per i campi di Appiano Gentile. Il fantasma in questione risponde al nome di Hakimi, che ha lasciato i nerazzurri per la Torre Eiffel e le baguette francesi.
Quando ha sentito quest'entità intorno ha preso una semplice ma altrettanto complicata decisione: far dimenticare quel fantasma e convincere i suoi nuovi tifosi che fosse lui ciò di cui hanno sempre avuto bisogno.
Le frasi pronunciate da Skriniar non sono un caso, sì perché l'olandese dev'essere aiutato dai suoi compagni per rendere al meglio in un campionato che è profondamente diverso rispetto al calcio che si gioca nei Paesi Bassi.
Denzel è atterrato nel pianeta nerazzurro perché ha convinto tutti, dirigenza e allenatore, con le sue doti fisiche, la sua cavalcata e la sua concretezza in zona gol. I numeri olandesi parlano chiaro perché in 124 presenze e 10790 minuti totali (con il PSV) l'esterno ha collezionato in tutte le competizioni, ben 16 reti e 20 assist.
Perciò i bonus sono la sua specialità.
Le aspettative sono state rispettate?
Finora in campionato Dumfries è sceso in campo in sette partite facendo registrare un solo assist. Diciamo che in tre mesi i numeri non sono dalla sua parte. Allora proviamo a pensare alle prestazioni, anche lì non siamo proprio al massimo.
Nella partita di ieri in Champions ha giocato tutti i 93 minuti effettivi e si sono visti sprazzi del Dumfries che in tanti abbiamo ammirato tra PSV e Euro2020. Ha avuto due nitide palle gol, una con un inserimento ad alta velocità mentre l'altra un destro finito al lato che ha mosso leggermente la rete dando l'illusione ottica del gol.
Da segnalare l'assist per il suo connazionale De Vrij che ha siglato il gol del definitivo 3 a 1. Perciò le qualità del classe '95 sono evidenti anche se ieri la sensazione era di un calciatore ancora spaesato sulla corsia destra. Probabilmente non si tratta di un problema tattico, ma semplicemente ancora non si è adattato alle dinamiche di una squadra italiana e non ha recepito totalmente le richieste dell'allenatore.
Dopo soli tre mesi è ancora presto per dare una risposta definitiva però le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti.
Quanti margini di miglioramento ci sono?
Gli aspetti da migliorare sono tanti, non solo la posizione in campo ma anche l'interpretazione del quinto di centrocampo, ruolo fondamentale nello schema tattico interista.
Una delle chiavi tattiche più importanti dello scorso anno, che ha riportato lo Scudetto in casa Inter, è stata la facilità di inserimento senza palla di Hakimi. Inzaghi chiede più o meno gli stessi movimenti, però con tempi leggermente diversi.
Un esempio arriva proprio dalla partita di ieri sera contro lo Sheriff. Sul finale di gara Sanchez ha lanciato sullo spazio Dumfries, come capitava lo scorso anno con Hakimi. La differenza? L'olandese è arrivato in ritardo sulla palla sprecando una possibile occasione da gol con Lautaro pronto in area per il tap-in.
Sulla fase difensiva invece la corsa e le lunghe leve gli permettono di recuperare facilmente la posizione, anche partendo con qualche metro di ritardo rispetto all'avversario.
Se riuscirà a migliorare, o meglio essere più lucido, nei pressi dell'area di rigore allora diventerà devastante per tutte le difese avversarie.
In conclusione, il ragazzo di Rotterdam merita ancora fiducia e tranquillità, con la possibilità di sbagliare qualche passaggio o qualche movimento. Perché alla fine, sostituire un esterno a tutto campo come Hakimi non è sicuramente il più facile dei compiti, ma con la giusta dose di fortuna e lavoro, Denzel Dumfries potrebbe non farlo rimpiangere.
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