Come può essere giudicato fin qui l'operato di Piero Ausilio come dirigente dell'Inter?

Emilio Andreoli/Getty Images
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L'avventura di Piero Ausilio all'Inter è cominciata nel gennaio 1998 come segretario del settore giovanile e proseguita fino al 2003 nei panni di responsabile organizzativo al fianco di Beppe Baresi. Conclusa la parentesi biennale allo Spezia, Ausilio ha fatto ritorno in nerazzurro dove, nel 2014, è diventato ufficialmente direttore sportivo al posto di Marco Branca.

Ausilio ha visto passare tanti collaboratori, ma lui è sempre rimasto. Non può certamente essere una coincidenza il fatto che l'attuale ds abbia fondato la propria carriera su due colori e una società che sente sua. Non l'ha mai mollata, nemmeno quando è stato sommerso dalle critiche e posto dall'opinione pubblica sull'orlo delle dimissioni.

Vincenzo Lombardo/Getty Images

Tanti gli alti e bassi vissuti da uomo-mercato dell'Inter. D'altronde, non è semplice tenere costantemente alto il valore e l'onore di un club così blasonato: ai vari Hernanes, Kondogbia e Gabigol (non esplosi a Milano ma in grado di evitare una minusvalenza) si alternano Brozovic, Perisic, Skriniar, Lukaku e, per ultimo, Lautaro Martinez. Una serie di calciatori pagati relativamente poco, efficaci in campo e frutto di un notevole guadagno in futuro.

L'ottimo lavoro svolto in questi anni da Ausilio è testimoniato dall'arrivo in dirigenza di Beppe Marotta e in panchina di Antonio Conte, professionisti ambiziosi che hanno riconosciuto l'entità del progetto portato avanti dalla società di Steven Zhang e dai singoli dipendenti. L'asticella dell'Inter si alzerà sempre più, con l'obiettivo di riassaporare le emozioni del 22 maggio 2010.


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