Come Haaland cambierà il modo di giocare del City?

Erling Haaland
Erling Haaland / Matthias Hangst/GettyImages
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L'estate non è ancora arrivata, ma abbiamo già il primo colpo (e che colpo!) della prossima finestra di calciomercato. La notizia era infatti nell'aria da un paio di giorni e adesso ne abbiamo l'ufficialità: Erling Haaland diventerà un nuovo giocatore del Manchester City.

Come rivelato dallo stesso club attraverso i propri canali, i Citizens pagheranno l'intera clausola da 70 milioni di euro per accaparrarsi le prestazioni del gigante norvegese, che lascerà il Borussia Dortmund dopo appena due stagioni.

Non sono state ancora resi noti ulteriori dettagli della trattativa (anche se si parla di un ingaggio da 400mila sterline a settimana); quel che è certo è che la Premier League guadagna nella propria scuderia un altro gioiello.

Naturalmente a beneficiarne sarà soprattutto il Manchester City, che mette tra le mani di Pep Guardiola un attaccante da 30/40 gol a stagione (forse anche di più). Haaland ha infatti tutte le carte in regola per poter essere quel rifinitore che tanto è mancato ai Citizens in partite delicate...come la finale di Champions League.

La squadra allenata dal catalano costruisce il gioco come nessun altro e in termini di opportunità create non ha pari. Questo basta a dominare la Premier, ma in Europa il discorso si fa più complesso. Il possesso palla, le continue verticalizzazioni e il Tiki Taka palla a terra hanno però bisogno di un finalizzatore, di qualcuno che la butti dentro quando la situazione si fa bollente.

Da sei anni a questa parte il centravanti del City è stato "lo spazio". Non un giocatore, ma un concetto. Una filosofia. Certo, molto affascinante, molto avanguardistica. Ma quante volte "lo spazio" ha vinto la classifica cannonieri?

Haaland è quanto di più diverso possa esistere da questo tipo di gioco. È alto due metri, ha le sembianze di un cyborg e quando corre schiaccia gli avversari come farebbe un carrarmato sul grande raccordo anulare nell'ora di punta.

Il pragmatismo del gigantone norvegese è quasi un paradosso in una squadra riflessiva e speculativa come il Manchester City tanto che è lecito chiedersi come farà il profeta catalano a trovare il giusto compromesso tra il suo stile di gioco e quello di Haaland.

Magari Guardiola chiederà a Cancelo e Walker di crossare più spesso, oppure permetterà agli avversari di fare maggiore possesso in modo da punirli in contropiede al primo errore in fase di costruzione. Chi lo sa.

Quando un grande attaccante si trasferisce in una grande squadra, l'intesa giusta si trova sempre. Magari Haaland farà la stessa fine di un altro centravanti nordico che ha giocato per Pep al Barcellona; oppure si rivelerà il tassello mancante, la ciliegina sulla torta, la chiave di volta in quella macchina (quasi) perfetta che è il Manchester City.


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