Come giocherebbe il Monza secondo l'idea di Silvio Berlusconi?

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi / Giuseppe Cottini/GettyImages
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Alla vigilia del campionato il Monza non era nemmeno quotato tra le squadre che si sarebbero ritrovate coinvolte nella lotta salvezza. C'era addirittura chi pensava che con una rosa di quel livello per i brianzoli sarebbe stato un fallimento anche solo rimanere nella parte destra della classifica.

Il mercato scoppiettante condotto da Adriano Galliani non è bastato però a evitare un avvio stagionale catastrofico. Dopo le prime sei giornate il Monza è infatti il fanalino di coda con un punto: uno score che non rispetta affatto le altissime aspettative della società. Come accade sempre in questi casi, a farne le spese è stato l'allenatore. E così Giovanni Stroppa è stato sollevato dall'incarico e la panchina è stata già affidata a Raffaele Palladino.

Il condottiero della promozione in Serie A non è riuscito a trovare la giusta amalgama tra i tantissimi nuovi giocatori che sono arrivati dalle parti di Monzello, ma questo non sembra l'unica motivazione addotta al suo esonero. Stroppa paga infatti la sua stessa idea di gioco, considerata troppo difensivista da Silvio Berlusconi che dalle sue squadre pretende sempre un atteggiamento propositivo. Il Cavaliere non ha infatti digerito la passività mostrata dai giocatori nel match contro il Lecce ed è probabilmente per questo che non ha esitato a cambiare direzione tecnica.

US Lecce v AC Monza - Serie A
Berlusconi era impegnato con la campagna elettorale / Donato Fasano/GettyImages

Un rapporto difficile con gli allenatori

Subito dopo la gara in Salento, Berlusconi aveva espresso le sue perplessità tattiche ai microfoni di RTL 102.5: "Il Monza deve cambiare modo di stare in campo. I giocatori sono bravi, a livello di Serie A. Adesso me ne dovrò interessare ancora io, come all’inizio dei campionati di serie B e C quando ho dato l’impostazione corretta alla squadra”.

Chi segue il calcio da un po' di tempo sa bene che non è la prima volta che l'ex Premier interviene in prima persona in discorsi di campo e non è nemmeno la prima volta che dichiara di aver dato la giusta dritta a un allenatore. Il 18 aprile 1999 (stesso giorno in cui si tenne un referendum), quando era presidente del Milan, si era vantato con i giornalisti di aver consigliato lui stesso ad Alberto Zaccheroni di schierare Boban come trequartista e che, pertanto, i meriti per il successo 5-1 sull'Udinese erano gran parte i suoi.

Nella lunga parentesi alla guida del club rossonero, Berlusconi ha avuto modo di interferire molto spesso nel lavoro degli allenatori che lui stesso nominava. La sua pressione è talmente forte che nel 2010 il Milan dovette organizzare una seconda conferenza stampa per la presentazione di Massimiliano Allegri perché durante la prima il Cavaliere aveva parlato per più di 40 minuti.

Qualche anno più tardi, quando i rossoneri erano nel bel mezzo di una triste parabola discendente, la panchina viene affidata a Pippo Inzaghi. Berlusconi era abbastanza certo che i tifosi non avrebbero mai criticato un loro caro beniamino, anche se si ritrovava costretto ad allenare una squadra non proprio eccezionale, ma soprattutto che, da grandissimo attaccante qual era, Inzaghi avrebbe conferito al Milan l'assetto iper offensivo che tanto desiderava. In un video diventato ormai celebre su Internet, si vede un Berlusconi intento a caricare i suoi giocatori con un "ATTACCARE" che suona come un grido di battaglia molto cringe (basta vedere il volto di Super Pippo).

Come giocherebbe il Monza di Berlusconi?

Silvio Berlusconi si è sempre elevato a figura espertissima in materia calcistica e, con la sua solita umiltà, ha anche detto che se gli capitasse di allenare una squadra la porterebbe sicuramente al vertice.

A quanto pare la scelta di promuovere Raffaele Palladino alla guida della prima squadra non è provvisoria: salvo sorprese sarà l'ex allenatore della Primavera ad allenare i brianzoli fino a fine stagione (?). Mettiamo però che Berlusconi disponesse di un patentino della FIGC e che decidesse di tirarsi fuori dalla politica (sì, a pochi giorni dalle elezioni) per sedersi sulla panchina del Monza, come farebbe giocare i suoi?

Nel 2004 l'ex Premier punzecchiò Carlo Ancelotti "obbligandolo" a schierare sempre due punte perché solo così "si può esprimere il massimo potenziale di una squadra". Allora sappiamo che nel Monza di mister Berlusconi ci sarebbe un tandem d'attacco, magari i due neoacquisti Caprari e Petagna. In mezzo al campo non dovrebbe poi mancare la qualità; così verrebbero schierati contemporaneamente Pessina, Rovella e Barberis, con Sensi alle spalle degli attaccanti (come faceva Boban con Bierhoff e Weah) in un centrocampo a rombo. Sulle fasce largo al giovane Birindelli e a Carlos Augusto; mentre al centro della difesa giocherebbero Marlon e Ranocchia, che proprio come Berlusconi è "un ragazzo un po' stagionato ma con il cuore giovane".


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