Com’era la Serie A, l’ultima volta in cui c’era la Salernitana?
Il campionato non è ancora finito, ma l'attenzione della maggior parte dei tifosi è già proiettata verso la Serie A 2021-22. Se ci pensiamo il tabellone con le squadre partecipanti è quasi composto: dobbiamo solo conoscere la terza retrocessa e la vincitrice dei playoff della Serie B e il gioco è fatto.
Se la promozione dell'Empoli appariva - almeno sulla carta - pronosticabile, quasi nessuno si sarebbe aspettato quella della Salernitana, squadra abituata da anni alle posizioni di media classifica. Gli uomini di Fabrizio Castori hanno stupito tutti, rendendosi protagonisti di un'annata che i tifosi difficilmente potranno dimenticare.
Gli stessi tifosi che da lunedì hanno iniziato ad affollare le vie di Salerno, sventolando bandiere granata e sfrecciando a bordo di scooter per festeggiare una promozione che mancava da 23 anni, dalla stagione 1998-99.
Ma com'era la vita e la Serie A l'ultima volta in cui c'era la Salernitana?
Per chi è cresciuto negli anni '90, l'estate del 1998 fu indimenticabile: nelle sale cinematografiche debuttava il film Salvate il soldato Ryan; Zidane sconfiggeva Ronaldo in finale, portando la Francia a vincere il Mondiale casalingo; probabilmente eravamo sotto l'ombrellone a gioire per il successo di Marco Pantani al Tour de France.
Non c'erano gli smartphone, internet funzionava ancora con quel fastidiosissimo filo che si agganciava alla presa del telefono, le televisioni erano ancora ingombranti e una pandemia era immaginabile solo dagli scrittori di fantascienza.
Per quanto riguarda il calcio, la Serie A si giocava ancora con 18 squadre ed era ancora il campionato più visto e apprezzato in tutto il mondo. Le operazioni di calciomercato furono molte e tutte importanti: si va dagli arrivi di Baggio e di un giovane Pirlo all'Inter, a quelli di Veron e Boghossian al Parma, passando per i vari Vieri, Salas, Mihajlović, Conceição e Stanković alla Lazio. L'unica big a non rinforzarsi fu la Juventus campione in carica che decise di affidarsi all'estro del sopracitato Zidane (insignito poi del Pallone d'Oro).
La Salernitana era una squadra formata da giocatori giovani ai quali ne vengono affiancati alcuni più esperti. La stella è sicuramente Marco Di Vaio (capocannoniere dei granata con 12 gol), ma sono degni di nota anche i fratelli Giovanni e Giacomo Tedesco e capitan Roberto Breda. Oltre a confermare il tecnico Delio Rossi, il presidente Aniello Aliberti acquista altre promesse: in quei mesi arrivano infatti Ighli Vannucchi, David Di Michele e soprattutto Gennaro Gattuso, reduce dalla sua esperienza in Scozia. Ma nei Mondiali francesi, Aliberti si innamorò del difensore camerunense Rigobert Song e decise di portarlo in Campania.
Le principali candidate per la vittoria erano la Juventus e l'Inter, ma nel corso della stagione entrambe delusero le aspettative, arrivando rispettivamente settima e ottava. Stupirono invece Lazio, Fiorentina e Parma che si classificarono alle spalle del Milan campione d'Italia. A inizio anno, nessuno si sarebbe aspettato che a spuntarla sarebbero stati i rossoneri; gli uomini di Zaccheroni erano ancora alla ricerca di un'identità definita. Decisivo fu il penultimo turno, quando il club meneghino si impose su un Empoli già retrocesso e la Lazio venne fermata sul pari a Firenze.
In ottica retrocessione da segnalare furono le disfatte di Sampdoria e Vicenza. I genovesi erano lontani dai propri anni migliori, ma il loro sedicesimo posto era impronosticabile. Finì anche il periodo d'oro dei vicentini, durato per tutti gli anni '90. A guadagnare una salvezza più che meritata fu il Venezia di Walter Novellino; dati per spacciati dopo il girone d'andata, i lagunari svoltarono grazie all'acquisto di Alvaro Recoba nella sessione di mercato invernale, raggiungendo l'undicesimo posto.
Per quanto riguarda la Salernitana, la stagione fu decisamente travagliata. Nel girone d'andata furono solo tre i successi, di cui il primo arrivato solo a novembre. A gennaio arrivò l'esonero di Rossi, ma l'ingaggio di Francesco Oddo non venne preso favorevolmente dai tifosi che fecero irruzione nella sala stampa durante la sua presentazione, aggredendo fisicamente il presidente Aliberti. Sulla vicenda si espresse anche il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, oggi Governatore della Campania:
"Ciò che è accaduto è un atto scellerato di un delinquente che non si rende conto di come un’idiozia del genere pregiudica l’immagine di tutta una città."
- Vincenzo De Luca
Il patron revoca la sua decisione e conferma Delio Rossi, ma il passaggio di panchina si concretizza a marzo. Oddo ottiene dei risultati convincenti in ottica salvezza, ma si tratterà di un'illusione.
All'ultima giornata, i granata affrontano il Piacenza, già salvo grazie anche ai gol di Simone Inzaghi (15). Per salvarsi, devono però sperare che il Perugia perda contro il Milan, che a sua volta deve vincere per poter conquistare lo scudetto.
L'esito finale sarà drammatico per diversi motivi.
In Umbria, i rossoneri sconfiggono il Perugia, ma i granata non riescono ad andare oltre all'1-1. Gli uomini di Oddo recriminano per un mancato fallo da rigore su Di Michele nei minuti di recupero e al fischio finale si scatena una rissa in campo e sugli spalti. I giocatori della Salernitana distruggono lo spogliatoio e cercano anche di fare irruzione in quello del direttore di gara.
Purtroppo, si verifica un tragedia extra-sportiva che fa scivolare la retrocessione della Salernitana in secondo piano. Sul treno di ritorno verso la Campania ci sono i 10mila tifosi che avevano accompagnato la squadra, ma nella galleria di Nocera Inferiore, il mezzo prende fuoco. Il macchinista riuscì ad arrivare a destinazione sganciando il rimorchio in fiamme, ma ispezionando il convoglio vennero ritrovati i corpi di 4 ultras, carbonizzati per via dell'incendio.
Dopo 22 anni da quel campionato, la Salernitana torna in Serie A. L'obiettivo degli uomini di Castori è di portare in alto il nome della città e di ricordare quei quattro tifosi morti per supportare i propri colori.
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