Come cambierà il gioco della Roma (e di Fonseca) con il possibile arrivo di Milik?
Per la Roma, che nelle ultime ore si è avvicinata a grandi passi verso il difensore del Verona Marash Kumbulla, resta ancora da definire la questione attaccante. Vale a dire decidere una volta per tutte - perchè se è vero che per il mercato c'è tempo fino al 5 ottobre, il campionato comunque inizierà tra soli quattro giorni proprio in casa degli scaligeri - chi tra Edin Dzeko e Arek Milik (che appare il sostituto designato salvo clamorose sorprese) guiderà l'attacco romanista edizione 2020/21.
Ora come ora è l'attaccante polacco del Napoli il prescelto per sostituire il bosniaco destinato alla Juve. Con Milik centravanti, scopriamo come può cambiare il gioco dell'allenatore portoghese e di conseguenza della Roma.
Bene, dobbiamo scordarci gran parte del lavoro (grosso) svolto da Dzeko: quello di regista offensivo che arriva a prendere il pallone già a centrocampo. Il bosniaco catalizza il gioco di Fonseca, che sia il classico 4-2-3-1 con l'inserimento/accentramento degli esterni offensivi, o il "nuovo" 3-4-2-1 con il doppio trequartista alle spalle dell'attaccante centrale. Con Milik, pur predisposto a coprire in fase difensive (certamente meno di Dzeko), la maggior parte delle sortite offensive può arrivare in verticale vista la bravura del polacco nell'attaccare lo spazio in profondità. Dalla sua Milik ha anche una buona elevazione che ne fa il terminale ideale per i cross alti degli esterni di centrocampo: ultimo, ma non meno importante, la capacità di far centro sui calci piazzati (con l'addio di Kolarov la Roma ha perso un cecchino su calcio di punizione). In comune con Dzeko, invece, la poca cattiveria sotto porta.
Insomma, nuova stagione, nuovo proprietario, nuovo modo di giocare (pur figlio del post lockdown). Per la Roma, se dovesse arrivare Milik, i cambiamenti saranno davvero tanti.
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