Com'era il mondo l'ultima volta che il Barcellona uscì dai gironi di Champions League
La fine di un ciclo. Dopo anni di vittorie e dominio, il Barcellona ha conosciuto il buio più totale, quello che non viveva da circa vent'anni: l'eliminazione nella fase a gironi di Champions League. I blaugrana ripartiranno dall'Europa League, probabilmente con l'obiettivo di vincerla. Neanche il recente arrivo di Xavi ha cambiato le sorti di una squadra in crisi nera, di risultati e anche dal punto di vista finanziario.
Il Barça di quest'anno è un mix di veterani che in passato hanno fatto le fortune del club e di giovani canterani sbarbatelli che non hanno ancora il carattere e la personalità per trascinare la squadra verso traguardi abituali per la squadra, almeno fino a poco tempo fa.
I catalani sono in crisi già da anni, quindi l'eliminazione di ieri sera non è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Tuttavia, si ha quasi la sensazione di essere davanti alla fine di un'era.
In effetti, l'ultima volta che il Barcellona non ha passato la fase a gironi di Champions, il mondo era molto diverso rispetto a come lo conosciamo. Era la stagione 2000/01 e anche all'epoca i blaugrana arrivarono terzi in un girone composto da Milan, Leeds e Besiktas.
Per me che sto redigendo questo articolo è passata letteralmente una vita, visto che allora avevo a mala pena 3 anni e prima che iniziassi a scrivere le mie opinioni sul calcio doveva passare ancora parecchio tempo. Pertanto, mi sono rivolto al magico mondo di Internet e mi sono immedesimato in un tifoso del Barcellona del 2000/01, provando a immaginare il suo stato emotivo dopo quella eliminazione.
Solitamente, quando la mia squadra perde prendo in mano lo smartphone e sfogo tutta la mia frustrazione sui social dove, insieme ad altri tifosi frustrati almeno quanto me, chiedo l'esonero dell'allenatore, le dimissioni del presidente e che tutti i giocatori finiscano in tribuna per far scendere in campo la primavera. Tuttavia, visto che all'epoca c'erano ancora i Nokia 3310 i tifosi erano costretti o a tenersi tutto dentro o a scendere di casa per protestare direttamente davanti alla sede del club.
Ora, io la seconda opzione non l'avrei mai scelta, però evidentemente qualcuno si sarà presentato ai cancelli del centro d'allenamento per chiedere al mister Llorenç Serra Ferrer di schierare i giovani della Masia, visto che di lì a poco talenti come Puyol e Xavi sarebbero entrati in pianta stabile in prima squadra.
Quando la mia squadra mi fa arrabbiare più del solito (e succede spesso), mi piace uscire per andare a mangiare qualcosa, solitamente un dolce. Se avessi saputo che prima dell'adozione dell'euro un gelato costava solo 1000 lire probabilmente avrei invocato la sconfitta dei miei beniamini molto più spesso.
Personalmente non mi piace chiudermi in me stesso dopo una debacle in una serata di Champions; tuttavia, riconosco che alcuni tifosi preferiscono andare nella propria stanza, sprangare la porta e sparare la musica al massimo. Nel 1999/2000, i nostri cari amici spagnoli potevano consolarsi con Vamos a la Playa, il tormentone di Miranda, suonato in tutte le discoteche durante l'estate.
Immagino infine un ragazzino che lascia il Camp Nou sconsolato dopo l'eliminazione. Indossa la maglia del suo idolo, Rivaldo, e pensa che nella sua squadra non giocherà mai un calciatore più forte del brasiliano (dovrà aspettare ancora un paio d'anni per cambiare opinione). Il Real Madrid, che in estate ha portato via Luis Figo, è diventato ancora più Galattico e non sembra esserci modo di batterlo.
Però un modo per vincere la Champions 2000/2001 sarebbe presto arrivato: il 4 marzo, con la PlayStation 2!
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