Colpo da 90: Andriy Shevchenko dalla Dinamo Kiev al Milan

Colpo da 90 - Andriy Shevchenko
Colpo da 90 - Andriy Shevchenko / 90min Italia
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È il 5 novembre del 1997 quando al Camp Nou va in scena il match valido per i gironi di Champions League tra i padroni di casa del Barcellona e la Dinamo Kiev. Dopo le tre gare di andata la classifica del gruppo C va contro ogni pronostico: i catalani infatti sono ultimi a un solo punto, mentre gli ucraini al comando con due vittorie e un pareggio.

I blaugrana non stanno attraversando un momento felicissimo. L'addio in panchina di Johan Cruyff ha lasciato un vuoto enorme e, dopo l'esperienza fallimentare di Bobby Robson, la società ha pensato che l'unico in grado di colmarlo fosse un altro olandese e per questo ingaggiano Louis van Gaal. Il tecnico però non sta raccogliendo risultati positivi e i passi falsi più clamorosi sono principalmente due: la sconfitta in Supercoppa di Spagna contro i rivali del Real Madrid e quella in Ucraina proprio contro la Dinamo.

A Kiev infatti il Barça perde 3-0, ma in vista della gara di ritorno filtra un cauto ottimismo. D'altronde, il Barcellona è pur sempre il Barcellona, e giocare al Camp Nou farebbe tremare le gambe a chiunque. Un ragionamento logico - questo sì - però la squadra di casa non ha fatto i conti con un piccolo dettaglio: tra le fila degli avversari torna a disposizione un attaccante alto e magrolino, con i capelli tagliati corti come se fosse un militare dell'esercito sovietico e che, sebbene abbia 21 anni, ne dimostra anche di meno. I blaugrana stanno per essere travolti dall'uragano di Andriy Shevchenko.

A detta di molti, la tripletta rifilata da Shevchenko al Camp Nou è servita per consacrarlo a livello internazionale. Tuttavia, Sheva giocava nella Dinamo già da 3 anni e diversi club europei avevano messo gli occhi su di lui.

Se non fosse stato già un prospetto interessante, probabilmente il collaboratore di Fabio Capello, Italo Galbiati, non sarebbe mai andato a vederlo giocare e non avrebbe mai scritto l'ormai celebre report che elenca tutte le qualità dell'ucraino e che si conclude con una frase breve e concisa, quasi perentoria: "È da Milan".


Colpo da 90 è un format ideato e realizzato dal team di 90min Italia per ripercorrere la storia e gli aneddoti legati ai grandi acquisti della Serie A degli anni '90. Non saranno obbligatoriamente le operazioni di mercato più importanti o più dispendiose, ma quelle che hanno lasciato un segno nel nostro campionato.


Il metodo-Lobanovsky e i gol in Europa con la Dinamo Kiev

La storia di Andriy Shevchenko inizia ben prima di quella magica notte di Champions League. Se dovessimo chiedere a lui di raccontarla, probabilmente partirebbe dal 1989, quando in un torneo amatoriale tenutosi ad Agropoli segna 5 gol in 20'. Di lì gli si aprono le porte della Dinamo Kiev, il club dei suoi sogni.

Sheva segna, segna a raffica, e in men che non si dica lascia la Dinamo B per passare subito alla prima squadra dove vince i suoi primi due campionati. Come per ogni grande calciatore arriva però una sliding door, ossia un momento che può cambiare radicalmente le cose. Per il futuro "Re dell'Est" questo si colloca nell'estate del 1996, quando lo Sporting Gijon non se la sente di spendere l’equivalente di 1.5 milioni di euro per portarlo in Spagna. Se se ne fosse andato, Shevchenko non avrebbe mai conosciuto Valery Lobanovsky, "Il Colonnello".

"Lobanovsky è il Dio del calcio ucraino, la persona più importante, il padre del calcio ucraino"

Andriy Shevchenko

Per Sheva, Lobanovsky diventa una specie di secondo padre. Oltre a farlo crescere sotto l'aspetto calcistico, lo cresce e lo educa come si fa con un qualunque ragazzino. Quando il giovane Andriy inizia a lasciarsi trasportare dal successo concedendosi qualche vizio ogni tanto (su tutti il fumo), è lui a rimetterlo in riga.

Grazie alla rigida educazione del Colonnello, il futuro "Usignolo di Kiev" diventa più forte ogni giorno che passa e pian piano inizia a fare capolino con il becco anche al di fuori dal confine ucraino. Come abbiamo detto, il mondo conosceva Andriy Shevchenko già prima di quel 5 novembre 1997, ma la notte del Camp Nou l'ha di fatto incoronato come prospetto più interessante del calcio europeo.

Dopo aver passeggiato sul Barcellona, Lobanovsky spende parole al miele per il proprio pupillo, tanto da fare un paragone con Ronaldo:

“Ronaldo non migliora. L'ho visto una volta. Nel primo tempo è rimasto fermo ad aspettare, finche' cinque minuti prima dell'intervallo non ha segnato. Ma cosa sarebbe successo se non ci fosse riuscito? Perché si deve avere una stella se non fa alcun lavoro? Shevchenko anche se non segna è comunque utilissimo alla squadra: è questo il calcio del futuro".

Andrei Shevchenko
Andriy Shevchenko / Ben Radford/GettyImages

Il cammino europeo della Dinamo Kiev si interrompe ai quarti di finale per colpa della Juventus di Marcello Lippi e, nonostante le numerose polemiche su suscita l'incidente in auto dopo la gara di andata, la fama di Sheva continua a crescere a vista d'occhio e nel '97/98 torna a trascinare gli ucraini in Champions.

A farne le spese questa volta è il Real Madrid campione in carica che, dopo aver pareggiato 1-1 al Bernabeu, cade 2-0 all'Olimpisky. Chi ha segnato? Provate a immaginare...

Eliminati i Galacticos ai quarti, la Dinamo non riesce però a fare altrettanto con il Bayern Monaco e nemmeno il super Shevchenko, nonostante i due gol messi a segno nel 3-3 dell'andata, basta per compiere l'impresa. L'attaccante con la maglia numero 10 (sì, fa strano immaginarlo con quel numero) si laureerà comunque capocannoniere della manifestazione con 8 reti (al pari di Dwight Yorke).

Sheva gioca la sua ultima partita con la Dinamo Kiev in occasione della finale di Coppa di Ucraina (in cui naturalmente segna due gol) ed è pronto a spiccare il volo.

La trattativa segreta con il Milan e la consacrazione

Andrei Shevchenko
Sheva con il Pallone d'Oro / New Press/GettyImages

Non vi sorprenderà sapere che per un attaccante di soli 23 anni che ha già fatto più di 100 gol in carriera e dispone di un'ottima esperienza internazionale c'è la fila. La cosa divertente però è che il Milan si è mosso in largo anticipo e ha beffato tutte le altre pretendenti. Come riporta il Guerin Sportivo, l'accordo tra i rossoneri e la Dinamo viene raggiunto all'inizio del 1999, salvo poi concretizzarsi nel maggio seguente.

Per portarlo in Serie A, vengono spesi 42 miliardi di lire: nemmeno tanto se pensiamo che nella stessa sessione di mercato Vieri passa dalla Lazio all'Inter per 90 miliardi. Sheva arriva così in un Milan che, sebbene sia fresco vincitore dello Scudetto, ha bisogno di essere ringiovanito. I suoi colleghi in attacco sono il 31enne Bierhoff e il quasi 33enne Weah.

Shevchenko, complice la barriera linguistica, parla poco ma manda segnali eloquenti. Come quando, al termine di una sessione di ripetute massacrante, va da Costacurta e gli chiede: "Scusa Billy, ma quando noi inizia ad allenare?". Nessun segno di sfida, lui è abituato agli allenamenti del Colonnello, quelle che si fanno a Milanello gli sembrano delle passeggiate di salute in confronto.

Quella di Shevchenko in rossonero sarà un'esperienza incredibile, sarà proprio al Milan che si guadagnerà i soprannomi di "Re dell'Est" e "Usignolo di Kiev". Tra il 1999 e il 2006 vince tantissimi trofei: Scudetto, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Supercoppa Europea, ma soprattutto la Champions League del 2003 vinta nel derby italiano contro la Juventus (in cui segna anche il rigore decisivo) e il Pallone d'Oro, che lo consacra come miglior giocatore al mondo nel 2004.

In fondo non possiamo che dar ragione a Galbiati: Andriy Shevchenko è proprio uno da Milan.