Clamoroso Lotito, cacciato dal Consiglio FIGC: "Esclusione illegittima, ora gli avvocati"
Il Consiglio Federale in FIGC di questa mattina è andato in scena senza il presidente della Lazio Claudio Lotito, consigliere federale clamorosamente allontanato dal presidente Gabriele Gravina dopo la sentenza sul processo tamponi. Una volta fuori dai cancelli il patron biancoceleste ha spiegato l'accaduto ai giornalisti presenti.
"Il diritto non viene interpretato, ma va applicato - si legge su calciomercato.com -. Dire che la sentenza non prevede l'annullamento del provvedimento non è giusto. Leggete la sentenza e capite se è stato annullato quanto deciso in primo grado oppure no. Il problema è che mi si impedisce di esercitare il mio ruolo da consigliere federale, eletto democraticamente". "Ora" aggiunge Lotito "ci penseranno gli avvocati. Le sentenze sono immediatamente esecutive. Perciò quando c'è il provvedimento di un giudice deve essere applicato. Poi se il provvedimento viene annullato come è stato, non vedo dov'è il problema. Fin dal 7 di settembre avrei potuto partecipare, però ho voluto attendere le motivazioni. Il Collegio di Garanzia ha rinviato il caso di nuovo alla Corte d'Appello per alcuni temi che sono caducati come la culpa in eligendo, la culpa in vigilando e la responsabilità diretta". E ancora: "Gravina mi ha detto di uscire dall'aula perché squalificato. Se li ho presi in contropiede? No. Dal momento che c'è una sentenza e un atto di notifica, io sono un uomo libero. Al massimo posso essere sottoposto ad un mero deferimento, perché le condanne precedenti sono state annullate e rinviate per una nuova valutazione alla Corte Federale. Perciò interpretate un po' voi come stanno le cose".
Successivamente, in conferenza stampa, è arrivata la replica del presidente Gravina: "C’è un tema fondamentale, il Collegio di Garanzia non ha annullato nessuna condanna a Lotito e dunque ad oggi è responsabile all’interno dell’ordinamento sportivo, per noi vige ancora la squalifica. Io ho fatto un semplice appunto, lui ha letto la sua dichiarazione ritenendo che non fosse più squalificato, ma per noi non è così. Ho ribadito che lo era ancora e che doveva lasciare la sala, se voleva continuare a seguire poteva farlo ma avrei mandato gli atti alla Procura. Io mi sono attenuto a una decisione del Collegio di Garanzia, dove non ho trovato nessuna frase che parli di annullamento della pena. Dovesse essere riformata se ne discuterà quando sarà, ora vige sempre la sentenza del tribunale federale".
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