Chiesa: "Juve, che felicità! Dalla partita più bella a Cristiano Ronaldo: vi dico tutto"
Il calciatore della Juve Federico Chiesa, nell'ambito dell'iniziativa "Junior Reporter" ha risposto alle domande dei piccoli tifosi della Juventus. Tante le curiosità e tanti i temi affrontati da parte del nuovo acquisto bianconero. Ecco le sue risposte riportate da ilbianconero.com.
Il difensore più forte mai incontrato?
"Dovreste venire a vedere le nostre partitelle di allenamento, vedermi giocare contro Chiellini, De Ligt e Bonucci: questi sono i più difficili da superare".
Il ricordo più bello?
"Il primo trofeo importante che ho vinto in vita mia: il Trofeo Galli a Firenze, quando giocavo nelle giovanili viola. Un ricordo bellissimo! Ma anche, da bambino, la prima volta che andai a giocare in scuola calcio: i miei mi iscrissero a 6 anni anziché a 5, quindi dovetti aspettare un anno in più e quando finalmente indossai la piccola divisa della Settignanese fu fantastico".
L'assist più bello nella Juve?
"Mi verrebbe da dire 'il prossimo', ma dico quello a Morata a Crotone".
Cosa ti diverte nel calcio?
"Tutto, da quando ho messo la maglia della Settignanese".
Cosa ti diverte meno?
"I social network, non mi piace il mondo del calcio in questa versione".
Cosa hai preso da papà Enrico?
"Lui era fortissimo ma non ho preso nulla da lui, nel senso che abbiamo avuto percorsi differenti e siamo due calciatori diversissimi: lui era più attaccante mentre io sono un giocatore di fascia".
La doppietta al Milan con la Juve?
"Ero molto felice, tutti eravamo contenti anche perché era una partita scudetto. La cosa che mi ha reso più felice è essere stato decisivo per la vittoria".
Giochi al Fantacalcio?
"Non ci gioco, anche se tanti mi scrivono per chiedermi di portare bonus. Il gesto di fare +3 con la mano per esultare? Non lo farei perché sembra che ho fatto una tripletta, preferisco un altro gesto, magari un cuoricino".
Come fai ad avere un tiro così forte?
"Tanti dicono che serva andare in palestra, ma in realtà serve la coordinazione. Quella è la chiave, il giusto movimento. Nelle scuole calcio ti dicono che devi crescere e allenarti coi pesi per calciare più forte, invece bisogna migliorare il gesto tecnico".
Cosa mangi?
"È importante avere un'alimentazione sana per giocare a questi livelli, ma ogni tanto una tortina di cioccolato, una cheesecake o un gelato non me lo faccio mancare".
Quali sono i tuoi hobby?
"Videogiochi, soprattutto Call of Duty e i giochi di calcio, ma ultimamente mi sono appassionato molto alla lettura".
Cosa avresti fatto se non avessi fatto il calciatore?
"Avrei provato a fare lo scienziato, in particolare cosmologia, a scuola mi piaceva solo la matematica. Ma ho messo tutto da parte per il calcio, che è sempre stato il mio primo obiettivo".
I tuoi giocatori ti hanno sostenuto in questa avventura da calciatore?
"Sì, tutti e due, soprattutto papà per la parte sportiva. La mamma però mi bacchettava per i voti scolastici e si arrabbiava se erano bassi. Questo perché, soprattutto quando ero più piccolo, prima veniva la scuola e l'educazione appresa lì si trasmetteva con tanti valori nel calcio".
Come andavi a scuola?
"Ero un po' pigro e mi interessavo solo alle materie scientifiche, ma quando c'era da studiare cercavo di fare sempre bene, perché sapevo di dover fare bene sia nel calcio che nella scuola, per avere una vita equilibrata e di sani princìpi".
Cosa hai provato quando hai segnato il primo gol con la Juve, contro la Dinamo?
"Spero di aver dato tanta felicità, e per me stesso un'enorme emozione, oltretutto di testa che è un fondamentale con cui non segno mai".
Per quale squadra tifavi da piccolo?
"Per nessuna squadra in particolare, mi piacevano i singoli giocatori e seguivo le loro squadre: prima il Milan per Kakà, poi la Juve per Del Piero e Buffon".
Com'è giocare con Ronaldo?
"Cristiano è il più forte di tutti, per me è un simbolo anche fuori dal campo: è il più grande campione di tutti i tempi, di uno che fa oltre 700 gol non puoi dire altrimenti".
Com'è stato il primo allenamento con la Juve?
"Ero emozionatissimo, qua sono tutti fortissimi!".
Cosa vuol dire per te arrivare alla Juve?
"Un sogno che si avvera, appena mi hanno chiamato ho subito detto di sì, senza pensarci. Indossare questa maglia è fantastico".
Consigli per diventare forte a calcio?
"Umiltà e sacrificio, i due valori più importanti. Lo diciamo sempre e sembra scontato, ma se c'è questo prima o poi si conquista tutto nella vita".
Qual è stata la tua partita più bella in carriera?
"Quella contro il Milan, per l'importanza e la mia doppietta".
Perché hai scelto il numero 22?
"Erano rimasti disponibili 18, 20, 22 e altri, ma non c'era il 25 che sarebbe il mio numero, perché ce l'ha Rabiot. Tra quelli a disposizione, il 22 mi piaceva di più".
La vittoria in Supercoppa?
"Il raggiungimento di un obiettivo, alla Juve lavori sempre per vincere e quando tutto questo si trasforma nell'alzare una coppa la soddisfazione è doppia, oltretutto per me la prima... Quanto ero felice."
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