Chiellini: "La pausa farà bene alla Juve. Bremer? Sono orgoglioso di lui"

Giorgio Chiellini
Giorgio Chiellini / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Dopo aver vinto l'MLS, Giorgio Chiellini si sta godendo l'off-season americana e, nonostante il fuso orario con l'Italia, non ha mai smesso di seguire la sua Juventus. Oggi Tuttosport ha pubblicato un'intervista in cui il difensore ha commentato la prima parte di stagione dei bianconeri e ha detto la sua sui Mondiali in Qatar:

Il segreto della rinascita dei bianconeri: "Ho rivisto l’unità che mancava e sono emersi i valori tecnici. Ne ero sicuro, perché quei valori ci sono. Magari non saranno eccelsi, ma la squadra era certamente più forte di quanto ha fatto a inizio stagione. Sono contento delle vittorie e del recupero in classifica. Adesso la pausa farà bene alla Juventus, perché nell’ultimo mese ha spinto parecchio e c’è l’opportunità di recuperare un po’ di energie per chi non va al Mondiale. Poi vediamo che cosa succede dopo: ne stiamo parlando tutti, ma nessuno sa esattamente come si riprenderà a gennaio, cioè che effetti avrà questa pausa a metà stagione".

MONDIALE: "Un Mondiale ti prosciuga. Non ti lascia energie mentali e fisiche. Ogni volta che ho finito una di quelle manifestazioni, che fosse andata bene o male, alla fine ero a pezzi, perché sono tornei pesanti. Vestire la maglia della Nazionale è un orgoglio immenso, per un mese rappresenti tutto un Paese e questo è anche una responsabilità notevole. Ho visto che gli inglesi riprendono dopo appena una settimana dalla fine del Mondiale con ritmi un po’ da pazzi, almeno in Italia c’è un po’ di break per chi gioca in Qatar".

BRASILE: "Alex Sandro, Danilo e ci metto anche Bremer che nella Juventus ha preso la mia maglia numero tre. Sono orgoglioso che la vesta lui, da avversario avevo constatato la sua forza, ma mi dicono che è anche un ragazzo coscienzioso e applicato. Figuratevi che mi ha chiamato per chiedermi se poteva prendere la tre. Gli ho risposto che mi faceva molto piacere! Ma io ve lo dicevo da un po’ che Danilo era un leader. Da giocatore mi ha stupito in questi anni: ero convinto fosse un giocatore di fascia e di gamba, ma si è rivelato eccellente in ogni ruolo: tranne il portiere, li ha coperti tutti! E poi ha una personalità e un’intelligenza che gli consentono di trascinare gli altri".