Chiellini: "Vi spiego le differenze tra Conte, Sarri e Allegri. La Juve ti entra dentro"

Parma Calcio v Juventus - Serie A
Parma Calcio v Juventus - Serie A / Alessandro Sabattini/Getty Images
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A tutto Giorgio Chiellini! Il difensore della Juventus torna a parlare e stavolta non lo fa attraverso le pagine del suo libro ma in un'intervista al Corriere dello Sport. Non poteva mancare un commento sulla tanto discussa autobiografia ma Giorgione ha parlato anche delle differenze tra Allegri, Sarri e Conte, della ripresa e della stagione da terminare. Ecco le sue parole.

L'autobiografia sta facendo parlare.

"La mia autobiografia sta facendo parlare? Pensa che il mio timore era che uscisse un libro piatto. Balotelli? Non ho scritto niente che già non si sapesse, mettiamola così".

15 anni di Juve come si raccontano?

"Sono tanti, ti entrano dentro, sicuramente mi considero fortunato per averli fatti, ma allo stesso tempo mi rendo conto che non è così semplice. La Juventus ti impegna, le pressioni son continue, in questi quindici anni ho vissuto in paradiso, all’inferno, di nuovo in paradiso…".

Simulazione?

"La malizia è accentuare un contatto, oppure aspettare l’avversario che arriva e spostare la palla all’ultimo per subire fallo. Quanti giocatori… Di Natale te la faceva vedere fino all’ultimo, poi la spostava all’improvviso, tu mettevi il piede ed era fallo. Così fanno i grandi campioni, pensa al rigore di Ronaldo col Genoa: ha aspettato il momento giusto, spostato la palla, intervento del difensore, rigore. E’ il calcio. Se l’attaccante.è più furbo di me, gli dico bravo".

SPAL v Juventus - Serie A
SPAL v Juventus - Serie A / Daniele Badolato - Juventus FC/Getty Images

Cos'è il calcio?

"Alla fine è sempre un one to one, mors tua vita mea. Chiamalo come vuoi, ma tra il difensore e l’attaccante è così. Se si rientra nel limite dell’accettabile…".

Conte, Sarri e Allegri: differenze?

"Per Conte si è trattato di un inizio da zero, siamo partiti da una base molto bassa e probabilmente abbiamo costruito le fondamenta della casa. Antonio è una persona che, come ho scritto, ti fa entrare in un’altra connessione: ti dà tanto e pretende tanto. A volte ti esaspera, ma con lui fino alla morte. Secondo me ha creato proprio quella compattezza che è stata una base importante per la Juve. Max è un esteta. E’ molto brillante, più leggero, nei cinque anni è cresciuto in modo esponenziale, sa abbassare e alzare i toni. Ha una sensibilità che pochi hanno e che non ho riscontrato in molte persone, e non parlo solo di allenatori. Negli anni mi ha conquistato e stregato. Sarri è molto più meticoloso, quindi più simile a Conte che non ad Allegri, ma con principi e sistemi differenti. Si basa tanto sui numeri, è un amante del gioco, del possesso palla. Lui è un utopista ed è il primo ad ammetterlo, un eterno insoddisfatto, insegue la perfezione".

Champions?

"Meglio arrivare in finale e perderla che fermarsi prima. Io ci sono uscito agli ottavi e nel girone e ti assicuro che è poco divertente".

Qual è l'avversario per eccellenza?

"Cristiano mi ha fatto una caterva di gol, però quello che mi è entrato nel cuore è Ibra. Siamo stati compagni, all’inizio, io giovanissimo cercavo sempre di confrontarmi con lui, lo seguivo ovunque, anche per accreditarmi agli occhi dei compagni e dell’allenatore. Accettare l’uno contro uno con Ibra significava guadagnare in rispetto. Non mi sono mai tirato indietro e da ogni sfida con lui sono uscito più forte e convinto, ha tirato fuori il meglio. Lo ammiro tantissimo".

Corsa Scudetto?

"La Lazio? Perché tutti danno l’Inter per morta? Conoscendo l’allenatore e i giocatori, non la trascurerei, in un mini campionato matto 9 punti sono niente. E se batte la Samp in casa i punti scendono a sei. Certo, la Lazio sta facendo un percorso bellissimo. Luis Alberto, Milinkovic e Ciro sono poesia. Si godano questo momento, ma non in eterno".

Chi è l'erede di Chiellini?

"Manca un Chiellini? Io sono partita da esterno sinistro, ma ero carente in fase difensiva, sprecavo troppe energie nell’attaccare, perdevo lucidità. Quando mi hanno messo centrale ho Caputo subito che lì era casa, quello l’abito che mi calzava a pennello. I giovani difensori? Sono tutti più belli di me".


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