Draghi telefona a Gravina: "Nessun aut-aut, ma esiste il rischio porte chiuse"

Mario Draghi
Mario Draghi / Antonio Masiello/GettyImages
facebooktwitterreddit

La questione Covid-19 lega la Serie A e il Governo. Nella giornata di ieri si è fatta largo la voce del possibile stop del campionato per due settimane e della riduzione della capienza degli stadi, il tutto dopo che nel pomeriggio la Lega Serie A è stata costretta ad integrare l'ordine del giorno dopo una telefonata fatta dal Premier Mario Draghi al presidente della FIGC, Gabriele Gravina.

Gabriele Gravina
Gabriele Gravina / Paolo Bruno/GettyImages

Il Presidente del Consiglio - riferisce La Gazzetta dello Sport - si è detto preoccupato per la situazione del calcio italiano in tema di contagi, con Gravina che ha spiegato i motivi dello stop generalizzato dalla Serie B in giù, facendo poi presente le difficoltà di calendario per la Serie A. "L'orientamento dei club è quello di non fermarsi e di andare avanti, con la consapevolezza però che altri scenari potrebbero prodursi visti i dati dell'avanzamento della pandemia. In pratica, le porte chiuse nel giro di 2-3 settimane se le cose non migliorassero" si legge sul quotidiano.

Anche secondo Tuttosport non c’è stato nessun aut-aut, ma esiste il rischio che un ulteriore incremento dei contagi possa riportare agli stadi con le porte chiuse. Come ammesso da Gravina a TS: "Esiste, evidentemente, il rischio che un ulteriore incremento dei contagi ci riporti agli stadi con le porte chiuse, è già avvenuto in Bundesliga, mentre in altri Paesi sono state adottate decisioni che hanno comunque imposto la riduzione del numero degli spettatori. Nessuno può prevedere con certezza l’evoluzione della situazione".


Segui 90min su Instagram.