Cherubini: "Felici del progetto giovani. Abbiamo fatto tanti progressi in dieci anni"

Federico Cherubini
Federico Cherubini / Alessandro Sabattini/GettyImages
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Federico Cherubini, direttore sportivo della Juventus, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni durante la conferenza stampa di presentazione dei tre prodotti del vivaio passati in prima squadra, ovvero Nicolò Fagioli, Matias Soulé e Fabio Miretti. Il dirigente bianconero parla a 360 gradi: dal progetto seconda squadra fino ai possibili margini di crescita. Ecco quanto affermato.

I ringraziamenti: "Ringrazio Maurizio per le parole avute per il gruppo di lavoro avuto in questi anni. Ci fa piacere essere qui,avere tutti i ragazzi sul settore giovanile, è molto importante.La presentazione è il momento e l'opportunità di fare una riflessione sul progetto sportivo fatto qui. Nel 2018 siamo partiti, ma i ragionamenti sulle problematiche del sistema sportivo italiano sono molto più profonde. 10 anni fa parlavamo di come non si riuscisse a portare giocatori in prima squadra, salvo qualche club, ma gli indicatori in termini di sistema dicono che sviluppare il settore giovanile, portarli dalle giovanili alla prima squadra, è molto difficile. Abbiamo provato a risolvere il problema, con 2 approcci: forti investimenti sulle strutture, gli allenatori, le figure dei ragazzi, le metodologie. Da 5 anni siamo alla Continassa, chi è tornato a Vinovo si pensava che sarebbe stata un po' dimenticata dal Club e invece il contrario, ci sono stati investimenti fortissimi. E' il primo elemento: mettere i ragazzi in strutture adeguate", riporta Calciomercato.com

Sui giovani: "L'altro tema era il percorso: qual era quello dei ragazzi italiani? Un percorso che li portava alla fine del campionato primavera in un limbo, determinato dal trasferimento in prestito. Analizziamo le statistiche del campionato primavera, ormai stabili: non più del 3% di quelli che disputano il campionato primavera, trovano collocazione in Serie A. Ci hanno fatto capire che mancava qualcosa nel settore formativo. Non parlo solo di Juve, ma di sistema: era problematico uscirne. Eravamo 7 club orientati a volere le seconde squadre, nel 2018 grazie al commissariamento c'è stata la possibilità di iscrivere una seconda squadra e abbiamo iniziato un percorso con la Lega Pro. Ringrazio Ghirelli, ci ha sostenuto fortemente nel progetto, oggi sarebbe dovuto essere qui ma ha avuto altri impegni. Una Lega che ci ha accolto tra mille difficoltà, sapete quanto scetticisimo ci fosse nel sistema dopo l'iscrizione della seconda squadra... Ma nasceva con due obiettivi: una squadra della Juve scende in campo per competere, stiamo raggiungendo i playoff, abbiamo portato il primo titolo, la Coppa Italia. Scende in campo con l'obiettivo di competere, formare calciatori soprattutto, per il sistema possono essere importanti per il mercato e per la prima squadra. Oggi raccogliamo i primi frutti. Avete visto che abbiamo voluto cambiare il format dietro l'U23, diventata Next Gen: è un concetto più ampio. Comprende l'Under 23, ma anche la scelta del club su dove mandare il ragazzo. Penso a De Winter o Ranocchia, in Serie A. Prendo quelli che sono usciti e che hanno avuto un'esperienza importante, tanto di questo lavoro lo stiamo facendo internamente. Voglio dirvi che questi 3 ragazzi hanno più di 100 partite nella seconda squadra. Arrivano ad affacciarsi con tante partite da professionisti. Fagioli ha aggiunto anche un altro club. Ribadisco quanto detto da Arrivabene, siamo soddisfatti e contenti di questa giornata. Anche parlando in conferenza, Allegri ha riconosciuto come nelle scelte ci sia stato un occhio rivolto al consolidamento al mercato dei grandi calciatori, e di questo ha manifestato soddisfazione, ma soprattutto ha sottolineato il forte impegno sportivo del club nel valorizzare i giovani".

UC Sampdoria v Juventus - Serie A
Federico Cherubini , Maurizio Arrivabene / Simone Arveda/GettyImages

Sui possibili margini di crescita: "Il progetto della seconda squadra è ancora attualissimo, l'auspicio che abbiamo è di coinvolgere un'altra squadra. Quando ci incontriamo con gli altri dirigenti cerchiamo di far capire il valore aggiunto dell'esperienza. Pensavamo che l'area prestiti sviluppata fosse importante, poi abbiamo capito il passaggio. Con la seconda squadra si può capire dove va il mercato, se l'abbiamo potuto fare è grazie alle ingenti risorse investite dal club. Cerchiamo di restituire qualcosa a quanto il club credesse alle nostre parole. Approfitto: noi stiamo certificando il cambio progetto? Non direi così. Stiamo rivisitando, guardando in chiave moderna, un DNA che non potrà mai prescindere dal campione, dagli acquisti, da quei giocatori che hanno rappresentato e rappresentano icone per la maglia della Juve. Ma in un calcio di sostenibilità, il settore giovanile non è solo qualcosa di imposto dai regolamenti, ma può diventare una risorsa. Nessun cambio: c'è solo un'idea di una nuova identità, con il patrimonio creato".

Sul progetto seconda casa: "C'era un progetto chiaro prima della pandemia, il tema sarà riproposto, è stato sospeso. Quando ci saranno le condizioni, sappiamo che sarebbe un valore aggiunto per la squadra, per la squadra femminile e per gli impegni della Primavera. Rispettiamo il momento che stiamo vivendo, ma è un auspicio".

Sulla seconda squadra: "Come mai la Juve è da sola? Eravamo 7 club, espressione dei principali team, tutti estremamente convinti. Non so cos'abbia frenato quel passo. Noi siamo convinti di aver fatto la cosa giusta, auspichiamo che gli altri ci seguano".


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