Caso Suarez, parla il rettore: "Non conosco Paratici, l’ho sentito per sei secondi"
"Sono amareggiato e sorpreso: non so darmi una spiegazione su come io sia diventato la notizia. Sono finito nel tritacarne mediatico per aver dato informazioni burocratiche, una semplice cortesia istituzionale. Manco conosco Paratici, l’ho sentito per sei secondi in viva voce durante una telefonata". In attesa di risvolti delle indagini, Maurizio Oliviero, rettore dell’Università Statale di Perugia, prova a fare chiarezza sul ruolo della Juventus nel 'caso Suarez'. Ecco i passaggi fondamentali dell'intervista concessa a Tuttosport,
LA TELEFONATA – "Da parte di un mio conoscente che fa parte dello staff della Juventus il quale mi chiede se alla Statale c’è la possibilità di sostenere l’esame di certificazione di conoscenza della lingua italiana: ha bisogno di questa informazione su richiesta dell’entourage di un giocatore. Io gli rispondo che si è confuso, che non è la Statale ad avere questi corsi, ma che posso metterlo in contatto con l’altra Università di Perugia. Chiamo la rettrice e poi Olivieri, che conosco da anni, al quale dico che è una buona occasione per dare lustro alla città. E li metto in contatto. Qualche giorno dopo mi chiama per chiedermi un consiglio su come gestire la presenza di Suarez visto che si tratta di un personaggio pubblico. Chiamo il conoscente che mi ha cercato al quale riferisco la domanda e si conviene per la riservatezza e il garbo. E’ pur sempre la Juve".
PARATICI – "Telefonata? Non è vero. Il mio conoscente mi ha chiamato, qualche giorno dopo l’esame di Suarez, per ringraziarmi visto che l’entourage del giocatore era rimasto colpito per l’accoglienza ricevuta presso l’Università per stranieri. In quella occasione è intervenuto Paratici in viva voce: è stata una telefonata di cortesia durata pochi secondi. Niente altro. E invece si è fantasticato sopra. Olivieri? Per la prima volta sono venuto a sapere che anche lui era tifoso bianconero. E mi sarà scappato anche la frase “con questo attaccante vinciamo la Champions”, ma era una battuta, in quel momento parlavo da tifoso".
INTERCETTAZIONI – "Ho letto di intercettazioni che trovo aberranti, mi hanno chiamato suoi colleghi che mi chiedevano quante volte al mese parlavo con i dirigenti della Juve e a quanti ricevimenti ho partecipato. Ma io non li conosco: posso aver detto, interfacciandomi con Olivieri, 'mi ha chiamato la dirigenza della Juve', semplificando, ma ovviamente mi riferivo alla mia conoscenza personale".
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