Caso Juve-Napoli: i 4 punti della difesa azzurra, De Laurentiis 'avvocato' e le sensazioni azzurre

Aurelio De Laurentiis, Napoli
Aurelio De Laurentiis, Napoli / Ivan Romano/Getty Images
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Quella di ieri è stata una giornata importante per il caso Juventus-Napoli, con l'avvocato Grassani che ha presentato la tesi difensiva del club partenopeo di fronte alla Corte Sportiva d'Appello della FIGC (la sentenza è attesa tra oggi e domani).

Sono quattro i punti focali della tesi difensiva del Napoli che punta a scardinare la decisione del Giudice Sportivo. Il primo riguarda la volontà del Napoli di raggiungere Torino. Il club voleva giocare la partita ed era pronto a partire ma - secondo la tesi azzurra - è stato bloccato. Ci sono state quattro pronunce delle ASL Napoli 1 e ASL Napoli 2 (e c'è anche l'intervento dal capo di gabinetto della Regione Campania espressamente sanciva come la quarantena dovesse intendersi al domicilio dei calciatori senza alcuna deroga). Il secondo punto riguarda gli orari. Il Napoli alle 14.13 non ha saputo per la prima volta di non poter partire, direzione Torino, per la sfida con la Juve, il quadro era già chiaro prima: nella lettera si ribadivano le prescrizioni già definite il sabato pomeriggio dalle ASL.

Cristiano Ronaldo, Juve
Cristiano Ronaldo, Juve / Valerio Pennicino/Getty Images

Il terzo aspetto invece la partenza: se fosse arrivato l’ok alla partenza alle 14.13, il Napoli non sarebbe stato in grado di organizzare una trasferta a Torino per la partita alle 20.45. E il Napoli ha presentato le dichiarazioni di Alitalia: "In tre ore il charter sarebbe stato pronto alle 17.30: il volo sarebbe durato 1 ora e 15 minuti, alle 18.45 gli azzurri sarebbero arrivati e ci sono 18 chilometri dall’aeroporto allo Stadium, dove sarebbero arrivati attorno alle 19.15, si sarebbero potuti chiedere 45 minuti di tempo d’atteso all’arbitro. Si sarebbe potuti scendere in campo alle 21.29, direttamente". Il quarto punto riguarda la causa di forza maggiore.

Cosa filtra? E' l'avvocato Grassani a fare il punto a CalcioNapoli24 TV: "Comunque andrà, il Napoli anche se dovesse aver ragione sarebbe stato vittima di un comportamento ad personam rispetto ad altre società. Qualora la decisione dovesse essere confermata, il Napoli non mollerà e andrà sicuramente al CONI ed eventualmente al TAR: questo pronunciamento è assolutamente in controtendenza con una casistica blindata, ed è supportata da provvedimenti che in nome della salute a cui tutti abbiamo diritto, a partire da tutti quelli che i giocatori del Napoli avrebbero incontrato. Una partita di calcio non si può disputare oltre quelle che sono le leggi dello stato".


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