Casini: "Nuove regole per stadi, diritti tv e scommesse. FIGC? Forti attriti"

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Serie A / SOPA Images/GettyImages
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Lorenzo Casini ha trattato i temi caldi legati al calcio italiano nel corso di un'intervista al Corriere della Sera. Ecco le dichiarazioni del presidente della Lega Serie A.

CALCIO ITALIANO - "Il calcio è anche cultura. Non mi aspetto che oggi lo Stato eroghi ristori, ma che aggiorni le regole affinché non siano frenati i ricavi. Mi riferisco alla vendita dei diritti tv all'estero, ora limitata da molti paletti. Ma anche ai maggiori introiti da giochi e scommesse.In altri Paesi, una parte delle risorse di lotterie e giochi vanno allo sport, oltre che alla cultura. Sarebbe auspicabile che ciò avvenisse anche in Italia. Servirebbe un ministero dello Sport? La sottosegretaria Vezzali sta svolgendo un lavoro eccellente. È chiaro che sarebbe ancora meglio se potesse essere in Consiglio dei ministri. Quindi un ministero dello Sport in Italia, anche con portafoglio, potrebbe avere senso. Per il turismo, anche a seguito della pandemia, è stato istituito un ministero ad hoc".

FIGC - "Ho trovato forti attriti precedenti al mio insediamento, bisogna superarli presto e mi pare si sia sulla buona strada. L'indice di liquidità allo 0,5 per cento imposto dal presidente federale Gravina? Già prima del mio arrivo le società avevano chiesto alla Figc di posticipare alla prossima stagione l'introduzione dell’indice. L'entrata in vigore della regola è avvenuta troppo tardi rispetto ai tempi necessari per l'iscrizione al nuovo campionato e in un contesto ancora provato dalla pandemia. Con lo 0,4 non ci sarebbero criticità per i club. Il presidente federale Gravina vorrebbe abolire il Decreto Crescita? Resta uno strumento che ha una sua utilità, purché non se ne abusi. Sarebbe meglio introdurre forme di incentivi per chi utilizza giocatori italiani. Per esempio, perché non premiare le squadre che impiegano un maggior numero di calciatori convocabili per le Nazionali?".

Gabriele Gravina, Roberto Mancini
Gabriele Gravina, Roberto Mancini / Claudio Villa/GettyImages

NAZIONALE - "L'Italia fuori dal Mondiale non me l'aspettavo e mi spiace perché ci sono bambini, come i miei figli, che per due edizioni consecutive non vedranno gli azzurri nella manifestazione più seguita. Il rischio è che si perdano generazioni di tifosi.Il 1982 fu straordinario: chi a scuola non ha provato a imitare la corsa e l'urlo di Tardelli?". 

STADI - "Occorre far comprendere che uno stadio non è solo un campo di gioco, ma anche uno strumento di rigenerazione urbana e un mezzo per migliorare l'efficienza energetica e un hub tecnologico. Costruire nuovi impianti non è un problema locale, ma nazionale: serve una cabina di regia permanente, a guida governo, con il Coni, la Figc, le Leghe, l'Istituto per il credito sportivo e le amministrazioni coinvolte. Certo, un grande evento come un'Olimpiade, un Mondiale o un Europeo sarebbe un acceleratore". 

LEGA SERIE A - "La mia figura è stata proposta non solo da Napoli, Lazio e Fiorentina, ma anche da altre squadre, in particolare le proprietà americane: ringrazio tutte. Non ho avuto difficoltà, ma capisco che in questo mondo si usano spesso 'argomenti fantoccio' per attaccare, soprattutto quando non si hanno molte frecce. Ora in Lega vanno individuate le tematiche su cui tutti i club possono lavorare insieme. Tra queste, anche la sfida della media company come strumento per rendere la Lega più moderna ed efficiente. Indico tre obiettivi. Il primo è legato alle risorse, perché bisogna diminuire i costi e aumentare i ricavi. Il secondo, come già detto, è agevolare la ristrutturazione o la nuova costruzione di stadi e centri sportivi. Il terzo riguarda anche la scuola: è fondamentale potenziare il calcio, per la sua valenza formativa, nella popolazione studentesca maschile e femminile".


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