La carriera del Chino Recoba in 5 clip
Di Marco Deiana
200 reti in carriera, tanti su calcio di punizione, quasi tutti non banali, pochi insignificanti. Il Chino Recoba non aveva il gol nel sangue (eppure...) ma d'altronde non è mai stato un attaccante, nel vero senso del termine. Alvaro da Montevideo però era capace di infiammare un'intera tifoseria (e non solo, considerato che non ha mai giocato nella mia squadra del cuore) con una giocata, con un calcio di punizione, con una sassata dalla distanza, con un'accelerazione palla al piede.
Non ha mai avuto un ruolo ben definito. Un po' trequartista, in parte esterno offensivo, forse più seconda punta. Meglio lasciarlo libero in mezzo al campo, libero di cercarsi la posizione. Indipendente, fuori da ogni contesto tattico.
Peccato per quei continui infortuni che, di fatto, hanno limitato la sua carriera. Una carriera di alto livello sì, ma non quanto avrebbe meritato l'uruguaiano. Lo ammetto, sono un po' di parte. Alvaro Recoba è stato uno di quei calciatori che da ragazzino (quando arrivò in Italia non avevo neanche dieci anni) mi hanno fatto innamorare di questo sport (un altro è il suo connazionale Fabian O'Neill).
Sssh, fermi tutti. Entra in campo il Chino. Da adesso in poi potrà accadere qualsiasi cosa. Ed ecco lì la legnata dai 30 metri o la punizione pennellata o la sciabolata tesa. Aaaah come gioca(va) Recoba.
E come un qualsiasi Massimo Moratti (suo padre calcistico), con gli occhi un po' lucidi, per i 45 anni del Chino Alvaro Recoba provo a raccontare la carriera dell'uruguaiano attraverso 5 video.
1. L'esordio (con doppietta, da subentrato) con la maglia dell'Inter
Rubare la scena a Ronaldo, il Fenomeno. Fatto. 31 agosto 1997, a San Siro arriva il Brescia. È il giorno dell'esordio del brasiliano, arrivato a Milano in estate dietro il pagamento della clausola rescissoria da 48 miliardi di vecchie lire al Barcellona.
L'esordio del Fenomeno però si racchiude tutto in una traversa colpita su calcio di punizione.
A dare un senso a quella giornata invece ci ha pensato un misterioso uruguaiano, dai tratti somatici orientali (da qui il soprannome El Chino), arrivato la stessa estate dal Nacional per "appena" 7 miliardi di vecchie lire.
L'Inter si trova sotto di un gol. E qui sale in cattedra Recoba: prima con una fucilata dalla lunghissima distanza, poi con uno dei marchi di fabbrica ossia il calcio di punizione. Entrambi i palloni terminano la loro corsa sotto al sette, alla sinistra del portiere avversario. Imprendibili. Benvenuto in Italia, Chino.
2. La rete da 50 metri contro l'Empoli
Nella sua stagione d'esordio in Serie A, il Chino Recoba realizza in totale tre gol. I due all'esordio e un altro lampo - dal nulla - in un pomeriggio di gennaio.
Questa volta siamo a Empoli e anche qui la partita è tutta in salita. I padroni di casa trovano il vantaggio nei minuti iniziali della partita e sognano il colpaccio interno contro la grande Inter. Sogno vanificato da lui. Sì, da Alvaro.
A dieci minuti dalla fine Recoba decide di entrare nei libri di calcio, purtroppo non tanto nel web, considerando che si viaggiava con il 56k e a quei tempi era più veloce un pallone calciato dal Chino che la navigazione in internet.
L'uruguaiano riceve palla a metà campo, a circa 50 metri dalla porta avversaria, vede il portiere dell'Empoli fuori dai pali e con una traiettoria tra il pallonetto e la bordata secca, mette il pallone in rete. 1-1. L'Inter evita una brutta sconfitta, il Chino inizia a confermare le sue qualità balistiche.
3. La tripletta contro la Fiorentina con la maglia del Venezia
Tre gol e un mezzo assist contro la Fiorentina. I sei mesi a Venezia - in prestito dall'Inter da gennaio 1999 - si possono riassumere con questa gara. Giocatore di altra categoria. Un lusso in una squadra da bassa classifica.
Arriva in Laguna con la squadra veneziana pronta a salutare la Serie A e la trascina, a suon di gol (ben 10 in mezza stagione) fuori dalla zona retrocessione, firmando - con Novellino allenatore - una miracolosa salvezza.
E quel 14 marzo 1999 a Venezia hanno ammirato un extraterrestre. Due punizioni magistrali, un mezzo assist da corner e poi la tripletta realizzata con un mix tra furbizia, creatività e genio.
4. La stoccata vincente nella rimonta contro la Sampdoria
Se giochi per l'Inter sei consapevole che farai parte di una squadra pazza (l'inno vi dice qualcosa?!). E se proviamo ad unire la pazzia dei nerazzurri alla follia del Chino, esce fuori un pirotecnico Inter-Sampdoria 3-2.
Fin qui nulla di strano. E se vi dicessi che poco prima dei minuti di recupero la Sampdoria si trovava sopra di due reti?! E se vi dicessi, inoltre, che la rimonta venne completata da un sinistro chirurgico da fuori area di Alvaro Recoba?
Pazzia e follia si uniscono e creano LA partita. Dimenticate derby e coppe varie. Inter-Sampdoria del 9 gennaio 2005 è la partita che va ricordata (anche per quella conclusione secca e decisa del Chino in pieno recupero).
5. L'ultima partita con un assist e il titolo con la maglia del Nacional
La carriera del Chino non poteva che chiudersi in Uruguay, nella sua terra. E ha deciso di farlo in grande stile, con un titolo. È il 14 giugno 2015 e nel playoff Scudetto si affrontano il Penarol e il Nacional. Il Chino veste la maglia di quest'ultima squadra.
Una partita non adatta a deboli di cuore. Nacional sopra di due reti, rimonta degli avversari e gol nei supplementari della squadra di Recoba, con assist - da calcio d'angolo - di quest'ultimo. Tanto per non farsi mancare nulla, l'ex Inter sbaglia un rigore.
Ma ciò non gli impedisce di vincere il titolo (assegnato a tavolino dopo una riunione straordinaria a causa degli incidenti sugli spalti ad opera dei tifosi del Penarol, che di fatto costrinsero l'arbitro a concludere il match con sette minuti d'anticipo). Grazie di tutto, Chino.