Cardinale: "Ibra è il mio proxy a Milano. Puntiamo sullo stadio stile americano"

Gerry Cardinale
Gerry Cardinale / Scott Taetsch/GettyImages
facebooktwitterreddit

Ospite al Business of Football Summit - The Path to Profit, organizzato a Londra dal Financial Times, il patron del Milan Gerry Cardinale ha parlato della sua esperienza rossonera, di come intende sviluppare il club, del rapporto con Zlatan Ibrahimovic (lì presente insieme al patron) e anche della costruzione del nuovo stadio. Queste le sue parole, riportate da calciomercato.com.

"Ibrahimovic è il mio proxy a Milano. Lui ha l'autorità di essere la mia voce con i giocatori, con lo staff tecnico e a Casa Milan. Tra i benefit di prendere un anno per studiare la situazione c'è stato anche quello di conoscere bene Zlatan. Quando l'ho conosciuto ero molto incuriosito, lui è stato un grande giocatore e se si riesce ad inserire il fatto di essere squadre anche nel mondo del business si possono fare cose migliori. Quando vengono comprati i club ci si affida a tanti consulenti. Ma chi conosce meglio il Milan e il calcio europeo di Ibrahimovic? Abbiamo una comprovata esperienza di partnership con persone come lui: Dwayne Johnson, LeBron James, Ben Affleck, Matt Demon. In Zlatan vedo le stesse cose".

"Porteremo uno stadio in stile americano a Milano. Gli asset sono dei tifosi e io voglio creare un nuovo valore, soprattutto per l'Italia e l'intera Serie A. Abbiamo fatto più progressi noi in 18 mesi che chiunque altro in Italia, stiamo cercando di creare non solo lo stadio ma un entertainment campus in stile statunitense. Milano sarebbe il posto perfetto e sarebbe positivo per Milano, l'Italia e la Serie A. Il mio obiettivo è creare una società per costruire lo stadio e poi utilizzarla per aiutare gli altri club a costruire i loro stadi. Voglio aiutare la Serie A a crescere. Io vorrei vincere ogni anno, sarebbe impossibile, ma è il livello competitivo che crea valore. Se fossero i soliti club a vincere ci sarebbe meno valore. Quando abbiamo comprato il Milan molti mi hanno chiamato dagli Stati Uniti chiedendomi se ero diventato matto, non si può fare business in Italia. Ma non sono d'accordo, c'è resistenza ovunque".

"Io amo San Siro, è un privilegio giocare lì. La questione però non è lo stadio ma se possiamo vincere meglio con un nuovo stadio e la risposta è categoricamente sì. Possiamo aggiungere valore alla Serie A facendo da esempio per gli altri club".

"Tutto ciò che riguarda il Milan deve evolvere. Guarderemo anche al personale, non siamo soddisfatti degli infortuni. Io e Zlatan non siamo contenti che non siamo primi in classifica, ma la squadra è giovane e può migliorare nel tempo. Se compri un giocatore e non ce l'ha a disposizione, cosa paghi a fare il suo cartellino? È frustrante. Va migliorato l'aspetto medico nel Milan".