Bye bye 2021: tutti gli eventi e le vittorie dell'anno appena concluso

Un anno di calcio: il 2021
Un anno di calcio: il 2021 / 90min Italia
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È tempo di bilanci. Allo scoccare della mezzanotte, ripercorriamo nella nostra mente tutto quello che abbiamo fatto, riviviamo i momenti di gioia, quelli di sofferenza; siamo felici di aver raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati e siamo tristi per quelle occasioni che non abbiamo saputo cogliere.

Per chi si occupa di calcio, tirare le somme non è mai facile, visto che un anno solare si pone a metà tra la fine di un campionato e l'inizio di un altro, si ha a che fare con una specie di mostro a due teste. Tuttavia, non possiamo esimerci dal farlo, dobbiamo almeno provare a riassumere il 2021 calcistico.

Partiamo col dire che l'anno che si appresta a terminare è stato difficile quanto quello che l'ha preceduto. Prima di tutto abbiamo conosciuto le "zone" e noi calciofili siamo rimasti spiazzati quando hanno provato a spiegarci che non si trattava di una strategia di difesa in fase di marcatura, ma che il loro colore avrebbe di fatto regolato le nostre vite.

Quando la zona era rossa, arancione o gialla, non si poteva nemmeno andare allo stadio e siamo stati di nuovo relegati a seguire le partite dalla nostra poltrona. Certo, più caldo e confortevole, ma vuoi mettere con lo spirito d'appartenenza che provi quando salti in curva con gli altri tifosi? Lì sì che ti senti davvero parte di qualcosa più grande di te.

AC Milan v SSC Napoli - Serie A
I tifosi sono tornati allo stadio / Marco Luzzani/GettyImages

Però poi gli stadi sono stati riaperti, anche se solo parzialmente e siamo tornati a supportare la nostra squadra del cuore, con l'animo pieno di gioia e i polmoni pronti a urlare a squarciagola per sopperire l'assenza dei tanti tifosi che non erano riusciti a comprarsi il biglietto.

Nel momento in cui abbiamo ripreso possesso del nostro seggiolino, ci è sembrato di essere tornati quasi alla normalità. Con la mascherina davanti alla bocca e le mani impiastricciate di gel, ma a noi basta riavere il calcio per chiamarla normalità. Dopo aver assistito a un campionato a porte chiuse, senza quei cori che avvolgevano lo stadio in occasione di un gol, tutti noi abbiamo realizzato che il calcio è della gente.

Poi però qualche ricco dirigente in giacca e cravatta ha provato a togliercelo. La notte tra il 20 e il 21 aprile, il mondo è stato travolto dalla Superlega, un progetto imbastito dai presidenti dei top club d'Europa per creare un campionato a parte, in cui c'erano solo i loro club, come quando andavi al campetto da piccolo e trovavi quel bambino dispettoso che non voleva farti giocare perché il pallone era suo. Ogni squadra deve poter sognare di affrontare i più forti al mondo e questa competizione distruggeva quello che costituisce uno dei fondamenti del nostro gioco.

Non è passata nemmeno mezza giornata che i tifosi di tutta Europa, anche quelli delle squadre coinvolte, sono scesi in piazza a manifestare contro la Superlega. In Inghilterra, molte squadre si sono tirate fuori dal progetto, chiedendo scusa ai fan, perché il calcio è del popolo e nessuno potrà togliercelo, nemmeno la logica del guadagno.

Bisogna ammettere che, rispetto al 2020, la vita è leggermente migliorata. I vaccini ci hanno infatti permesso di uscire più spesso, di andare a lavoro in sicurezza e di dimenticarci anche solo per un momento di quell'incubo chiamato Coronavirus. Tuttavia, nemmeno quest'anno ci siamo regalati quella trasferta all'estero per seguire la nostra squadra in Champions League. Alla fine però ci è andata bene, visto che le italiane non sono andate un granché bene nel torneo: Lazio e Atalanta sono uscite agli ottavi, arrendendosi a corazzate dal nome Bayern Monaco e Real Madrid; mentre ci si aspettava di più da Inter e Juventus. I nerazzurri non sono riusciti nemmeno a superare un girone più che abbordabile, mentre i bianconeri sono stati eliminati agli ottavi dal Porto, (anche) per colpa di quel giocatore che la Champions avrebbe dovuto vincerla da solo (tra un po' ci arriviamo).

Proviamo a mettere un attimo da parte le delusioni europee e parliamo un po' della Serie A. A inizio 2021, al comando della classifica c'era il Milan di Stefano Pioli che, senza altre coppe da disputare, sembrava davvero poter spezzare il monopolio della Juve e vincere uno Scudetto che mancava ormai da troppo tempo. Alla fine l'egemonia bianconera si è rotta, lasciando a 9 il numero di Scudetti consecutivi vinti e, in effetti, a trionfare è stata una milanese. Sì, però l'Inter, che con la guida di Antonio Conte si è reso protagonista di un girone di ritorno da schiacciasassi e a maggio si è piazzata davanti a tutti, ricucendosi il tricolore sul petto.

Sembrava che i nerazzurri potessero inaugurare una nuova Era piena di vittorie, ma l'estate ha stravolto le carte in tavola. Come un fulmine a ciel sereno è arrivata infatti la notizia delle dimissioni del tecnico salentino che, secondo quanto riferito dai media, non avrebbe gradito il regime di austerity imposto dalla famiglia Zhang, alle prese con una crisi economica aggravata dalla pandemia. Oltre al condottiero dello scudetto, lasciano l'Inter anche Romelu Lukaku e Achraf Hakimi, rispettivamente l'attaccante e il terzino destro (bisogna specificare destro) più forti della Serie A. Entrambi migrano all'estero e si accasano al Chelsea e al PSG.

Nella sessione estiva di calciomercato il nostro paese vive una vera e propria fuga di talenti. Ad andarsene è anche Rodrigo De Paul che, dopo aver fatto le fortune dell'Udinese e di migliaia di Fantallenatori, si trasferisce all'Atletico Madrid. Ma se la partenza di Don Rodrigo è prevedibile, in pochi avrebbero pensato ad un addio di Gianluigi Donnarumma dal Milan (soprattutto dopo il ritorno in Champions) a parametro zero. Nonostante i tanti anni d'amore con i rossoneri, anche il portierone cede alle avance del Paris Saint-Germain che ha in mente un piano per stravolgere il mondo del calcio.

Se il 99% delle squadre soffre di problemi economici e riduce all'osso le operazioni in entrata, i parigini spendono barche di soldi, imbastendo un dream team che ha un solo obiettivo: vincere la Champions League. In poche settimane, oltre ad Hakimi e Donnarumma, arrivano anche Wijnaldum, Sergio Ramos e Leo Messi... sì, quel Messi.

Achraf Hakimi, Georginio Wijnaldum, Gianluigi Donnarumma, Sergio Ramos, Lionel Messi
Gli acquisti estivi del PSG / David Rogers/GettyImages

A onor del vero, la Pulce non voleva trasferirsi a Parigi, ma il Barcellona si trova a fare i conti con la più grande crisi finanziaria della sua storia e non può permettersi di rinnovargli il contratto. Nella conferenza in cui annuncia la decisione di lasciar partire Messi, il presidente Laporta è a pezzi, ha gli occhi lucidi e la voce rotta dal pianto: sa che sta dicendo addio al calciatore più forte della storia.

Con il suo passaggio sotto la Torre Eiffel, l'argentino ha attirato su di sé l'attenzione della stampa mondiale, rubando la scena al suo storico rivale. Che Cristiano Ronaldo non fosse più felice alla Juventus lo si era già capito da tempo. Nel documentario All or Nothing uscito su Amazon Prime Video, si nota una certa indolenza del portoghese verso i compagni, non in grado secondo lui di vincere la Champions. Così, nel giro di 24 ore, ad agosto, CR7 saluta e si accasa al Manchester United, dove tutto ebbe inizio.

Come abbiamo detto, le italiane non sono andate bene in Champions, ma alla fine un nostro connazionale è riuscito comunque a sollevare la coppa dalle grandi orecchie. Grazie ai suoi rigori impeccabili e alle sue geometrie in mezzo al campo, Jorginho si è infatti laureato campione d'Europa con il Chelsea.

Il mediano non ha avuto nemmeno il tempo di godersi il successo che si è ritrovato a Coverciano, dove l'Italia di Roberto Mancini ha preparato la spedizione per Euro 2020, il primo Europeo itinerante. Gli Azzurri ci hanno regalato delle notti magiche e, mostrando il gioco più scoppiettante della competizione, sono riusciti ad arrivare in finale. Lì, nella splendida cornice di Wembley, è arrivato il più bello dei successi: ai rigori, contro l'Inghilterra già certa di avere il titolo in tasca. L'immagine di capitan Chiellini mentre strattona Saka diventa un meme virale, ma rappresenta a pieno la voglia di vincere di un gruppo fantastico.

Bukayo Saka, Giorgio Chiellini
Stiamo ancora godendo / Laurence Griffiths/GettyImages

Arriva settembre e iniziano i principali campionati europei. Squadre come Atletico Madrid, Manchester City, Bayern Monaco, Monaco e Inter si apprestano a difendere il titolo nazionale conquistato nella stagione precedente.

In particolare, i nerazzurri si trovano a fare i conti con una vera rivoluzione. In panchina, al posto di Conte arriva Simone Inzaghi, che porta in dote il fedelissimo Correa; mentre a Dzeko e Dumfries spetta il compito di non far rimpiangere Lukaku e Hakimi. Inoltre, i dirigenti nerazzurri si apprestano a sostituire Christian Eriksen che, dopo essere stato colpito da un malore nella gara inaugurale di Euro 2020, non può più scendere in campo. A questo proposito, Marotta e Ausilio fanno un dispetto ai cugini e ingaggiano Hakan Calhanoglu.

Ma l'Inter non è l'unica squadra a cambiare tecnico. Anzi, ben 11 club decidono di puntare su un nuovo allenatore. Ovviamente non possiamo elencarli tutti, ma non possiamo non menzionare Massimiliano Allegri, richiamato alla Juventus dopo il deludente anno di Pirlo; José Mourinho che sposa il progetto di rinascita della Roma; Luciano Spalletti, al quale De Laurentiis affida il compito di portare lo scudetto al Napoli; e Maurizio Sarri, l'erede designato da Lotito per la panchina della Lazio.

La stagione 2021/22 inizia con grande entusiasmo da parte dei tifosi. Tuttavia, dopo poche settimane arriva la prima sosta per far disputare le finali di Nations League. L'Italia ha ancora la testa rivolta al successo Europeo e viene sconfitta in semifinale da una Spagna che lancia da titolare Gavi, un 16enne di cui sentiremo tanto parlare nei prossimi anni. Giunte in finale, le Furie Rosse vengono battute dalla corazzata Francia, trascinata da Karim Benzema, reintegrato in nazionale dopo anni di esilio.

Hugo Lloris
La Francia ha vinto la 2ª edizione della Nations League / Pool/GettyImages

A fine novembre, a Nyon si è tenuta la tanto attesa cerimonia per l'assegnazione del Pallone d'Oro. Sebbene noi italiani sperassimo che a vincerlo fosse Jorginho, tutti noi sapevamo che a meritarlo era Robert Lewandowski che già l'anno scorso avrebbe dovuto vincerlo. Tuttavia, a trionfare non è stato il giocatore più forte del 2021, ma semplicemente quello più bravo in assoluto; così, l'ambito premio è finito ancora una volta nelle mani di Leo Messi, forte della Copa America vinta con la sua Argentina.

Un anno si è concluso, un altro è appena cominciato, ma ci troviamo all'esatta metà di una stagione calcistica. I gironi di Champions si sono conclusi: Inter e Juventus sono riuscite a superare il proprio girone, il Milan no, mentre l'Atalanta è stata "retrocessa" in Europa League, dove ritroverà le altre italiane Napoli e Lazio. La Roma ha disputato le prime partite della neonata Conference League e, nonostante una batosta in Norvegia, si è piazzata prima ed è andata direttamente agli ottavi.

Per quanto riguarda il campionato, l'Inter si sta confermando la favorita, con Napoli, Milan e Atalanta pronte alla sfida nel girone di ritorno. Se da un lato Juventus, Roma e Lazio hanno deluso, dall'altro va menzionato l'ottimo avvio della Fiorentina che con Vincenzo Italiano sembra essersi ripresa da quel periodo di mediocrità in cui era precipitata.

Insomma, in questo 2021 ne abbiamo viste davvero tante. La pandemia l'ha fatta ancora da padrona e tutti noi speriamo che nel 2022 si possa vedere la luce in fondo al tunnel. Siamo certi che il 2022 ci riserverà tante nuove sorprese: scopriremo chi vincerà lo Scudetto, ci sarà il primo mondiale invernale, sentiremo parlare di nuovi trasferimenti faraonici ed esulteremo ai gol dei campioni che amiamo di più.

Noi non vediamo l'ora di raccontarvi tutto questo.

Felice anno nuovo dalla redazione di 90min Italia.


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