Dai costi per i tessuti ai ricavi dei club: il business dietro le maglie di Serie A

La maglia del Milan
La maglia del Milan / Visionhaus/GettyImages
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Da buon appassionato di calcio, avevo intenzione di comprare la maglia della mia squadra del cuore (non vi dirò qual è perché cerco di mantenere un briciolo di imparzialità); allora sono entrato sul sito, ho selezionato gli home kit per la stagione 2021/22 e ho visto il prezzo: 90€.

Dopo aver snocciolato un paio di imprecazioni per il costo fin troppo elevato per le mie umili finanze, decido di confrontarlo con quello delle divise di altri club di Serie A. Chissà - penso tra me e me - magari è solo la mia squadra del cuore a credere di avere dei tifosi così ricchi. Magari le altre sono più economiche.

Secondo store: 85€. Terzo store: ancora 90€. Quarto store: addirittura 105€. Realizzo perciò di essere davanti a un problema, le maglie della Serie A sono davvero costosissime. Infatti, navigando ancora in Internet (sì, oggi avevo davvero tanto tempo da perdere) mi sono imbattuto in un articolo di Calcio & Finanza che spiega come le divise del nostro campionato siano le più care in Europa.

Dì lì l'intuizione di scrivere un pezzo - questo qui - per spiegare un po' l'enorme business che si nasconde dietro le magliette di Serie A. Prima di tutto, mi ha sorpreso molto scoprire che dalla vendita della singola divisa, il club ci guadagna davvero, davvero poco: circa il 3,6%.

Gran parte dei ricavi avviene infatti nel momento in cui la società firma l'accordo con lo sponsor tecnico che mette sul piatto cifre enormi per arrogarsi il diritto di produrre e distribuire i kit della squadra.

Visto che le varie Juventus, Inter e Milan chiedono sempre più soldi per le sponsorship, Nike, Puma e Adidas devono comportarsi di conseguenza, alzando di volta in volta i prezzi del merchandising. Per le case di produzione, rientrare nell'investimento non è affatto facile; basti pensare che il ricavo dalla vendita delle maglie è di circa l'11% sul totale.

Quando le società presentano durante l'estate la maglia per la stagione pronta a iniziare, sentiamo sempre più parlare di tessuti all'avanguardia. Si tratta di materiali traspiranti, ma che allo stesso tempo mantengono il giocatore al caldo d'inverno, sono ultra-assorbenti, iper-aderenti, realizzate interamente da plastiche riciclate.

Insomma, produrre una divisa diventa di conseguenza più oneroso e questo spiega l'aumento nei prezzi di listino.

Malmo FF v Juventus: Group H - UEFA Champions League
L'away kit della Juventus è creato da materiali riciclati / David Lidstrom/GettyImages

Infine, bisogna chiedersi come mai la divisa del Napoli costi di più rispetto a quella della Salernitana? Essenzialmente, il motivo risiede nei giocatori che abitualmente la indossano. Come riferisce infatti Piero Almiento, direttore del corso ‘Sport Marketing & Sponsorship’ della SDA Bocconi, ogni volta che decidiamo di comprare la maglia della nostra squadra del cuore:

"Non acquistiamo la stoffa, ma due brand: quello del club e quello del calciatore, per il quale le società investono molti soldi con la possibilità di avere un ritorno parziale anche attraverso la vendita delle maglie da calcio"

A conti fatti, si spiega come mai il merchandising dei club di Serie A siano così onerosi. Tuttavia, l'aumento dei prezzi rende una semplice maglietta un bene di lusso e i tifosi sono sempre meno disposti a comprarne una ogni stagione. Bisogna pertanto contenere questo trend per il bene di tutti gli appassionati... e anche il mio.


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