Buffon: "Non tutti possono avere il DNA della Juventus. Maignan? L'avevo consigliato"

Gianluigi Buffon
Gianluigi Buffon / Maurizio Lagana/GettyImages
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C'è anche Gianluigi Buffon, tra gli ospiti intervenuti dal palco del 'Festival dello sport di Trento', evento organizzato da La Gazzetta dello Sport. Ecco alcuni passaggi degli argomenti affrontati dall'ex Juventus.

Gianluigi Buffon
Gianluigi Buffon / Giuseppe Bellini/GettyImages

LA JUVE – “Non dico niente perché in questo momento ogni parola rischierebbe di avere una accezione polemica e non voglio. Anche quando c'ero io a volte è capitato di partire male, poi siamo arrivati in alto. È una questione di DNA della squadra e dei singoli individui. Non tutti possono avere il DNA della Juventus, un club con una idea chiara ed un imprinting altrettanto chiaro”.

CHIELLINI – “Mi manca, abbiamo condiviso tanta parte di vita. Lui come altri. È la cosa bella dello sport di squadra, la condivisione. Con il blocco storico della Juve siamo cresciuti insieme in tutto: mentalità, capacità. Chiellini è il giocatore che farei prendere ad esempio ad ogni giovane. Non è nato con doti tecniche speciale, è diventato un campionissimo attraverso lavoro, mentalità ed intelligenza. Le doti nella vita e nello sport aiutano, ma non sono tutto. Chiellini è stato il più grande miracolo che abbia mai visto nel corso della mia carriera, e lo metto fra i più grandi in assoluto”.

MAIGNAN – “Quando sono tornato da Parigi alla Juve mi hanno chiesto dei portieri. Dissi di Maignan del Lille, che però nessuno considerava. Mi chiedevo il perché. Quando il Milan lo prese mandai un messaggio a Maldini, dicendo che in pochi credevano in lui ma che avevano preso un grande portiere. Ed infatti è andata così”.