Buffon: "Anni fa volevo smettere, poi è arrivato il Psg. Odio il politically correct"

Gianluigi Buffon
Gianluigi Buffon / Maurizio Lagana/GettyImages
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Gianluigi Buffon, portiere del Parma, sembra non essere intenzionato a smettere. In una lunga intervista a France Football il famoso estremo difensore si racconta fino a svelare un retroscena sulla sua carriera. Ecco quanto emerso.

Sul ritiro: "La paura di trascurare la famiglia per giocare è sempre stato il mio primo dubbio. Nel 2018 avevo deciso di smettere, poi mi ha chiamato il Psg. Ne ho parlato con i miei figli che senza pensarci mi hanno detto subito di accettare un top club. Mi ha fatto capire che per loro è importante avermi come punto di riferimento e sono contenti di avere un papà così", riporta Calciomercato.com.

Gianluigi Buffon
Gianluigi Buffon / Catherine Steenkeste/GettyImages

Sul Psg: "La mia esperienza a Parigi è stata molto bella, ho sentito stima e affetto a volte anche immeritati, soprattutto per strada. E' stato commovente, mi sentivo quasi a disagio. Se avessi dato ascolto agli altri, avrei rinunciato a cinque scudetti, due finali di Champions, due titoli di miglior portiere del mondo a 37 e 39 anni, a mille emozioni e non so quanti soldi. Ma la mia vita non può essere condizionata da quello che vogliono gli altri: il tifoso ti ama finché pari, poi non ti ama più. La partita per un calciatore è come il palco per l'attore, e vedo che sto andando ancora bene".

Sui valori nel calcio: "Nel calcio, come nella vita, credo nei singoli e nella differenza di valore basata sui meriti, che devono essere confermati. Non mi piace il politically correct, lo detesto; anche se probabilmente lo uso anch'io per non mancare di rispetto agli altri. Spesso bisogna ripetere le stesse cose più e più volte per non sembrare scortesi".


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