Braida: "Juve, prendi Suarez: parlano i numeri. E' come Weah o Sheva, ma non come Van Basten"

Ariedo Braida
Ariedo Braida / Vincenzo Lombardo/Getty Images
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L'ex dirigente di Milan e Barcellona, Ariedo Braida, ha parlato ai microfoni di Tuttosport, dicendo la sua sul possibile approdo di Luis Suarez alla Juventus. Braida, ai tempi del Barça, ha lavorato con Suarez, e ha dato qualche consiglio alla Juve. Ecco le sue parole.

Suarez?

"Se fosse un quadro potrebbe essere l’Urlo di Munch. Ma quello di Munch è un grido di dolore, mentre quello di Luis è un invito alla battaglia. A vincere la partita, sempre".

Se ripensa a Suarez, quale aneddoto le viene in mente? 
 
"Mi è capitato più volte di dirgli: “Tu sei italiano e friulano come me grazie a tua moglie”. Lui rideva, si faceva per scherzare".

Luis Suarez
Luis Suarez / Pool/Getty Images

In realtà adesso le origini della moglie Sofia potrebbero essere decisive per fargli ottenere il passaporto comunitario e raggiungere la Juventus, con cui ha già un accordo di massima. 

"Non entro nell’argomento, sono cose personali. Comunque un po’ di italiano già lo parlava e nel caso farà presto a imparare la nostra lingua in fretta".

Ma lei che ha lavorato al Camp Nou fino a meno di un anno fa, non è stupito che il Barcellona abbia indicato la porta a un bomber come Suarez? 

"Non sono sorpreso perché il calcio è fatto di cicli. Vale per tutti, anche per i campioni come Suarez. Pensate a Cristiano Ronaldo, che ha lasciato il Real Madrid perché considerava conclusa la sua avventura al Bernabeu. O a Ibrahimovic, protagonista di tanti cambi di maglia". 

Suarez, passaporto permettendo, si è promesso alla Juventus: come lo vedrebbe in coppia con Cristiano Ronaldo? 

"Benissimo. Luis ha sempre segnato tanto e ovunque: Uruguay, Ajax, Liverpool, Barcellona. È un bomber, ma sa giocare benissimo al calcio. Si è trovato alla grande con Cavani in Nazionale e con Messi nel Barcellona, per questo nel caso non avrà problemi con CR7. Anzi, si troverebbe alla perfezione: parliamo di due vincenti".

Negli anni d’oro del Milan ha avuto fior di attaccanti: Suarez a quale categoria appartiene? 

"A parte Van Basten, che è fuori categoria, Luis lo metterei con i migliori: penso a Weah e Shevchenko. Parlano i numeri per Suarez. E per un bomber sono tutto tranne che un dettaglio. Detto questo, i paragoni sono sempre complicati, soprattutto tra epoche diverse".

In che cosa è unico Suarez? 

"Nel furore, nella cattiveria agonistica. In campo è un guerriero e con il suo spirito trascina anche i compagni. Ha un carattere forte, è un combattente nato. Il dna è quello della Juventus e dei top club. È un vincente. Non pensiate che tutti giocatori siano così...". 

Spieghi pure... 
 
"Ci sono giocatori molto bravi che però nelle partite importanti spariscono. Suarez, invece, appartiene alla categoria degli attaccanti che si esaltano quando la posta in palio si alza. Altrimenti non avrebbe conquistato tutti quei trofei segnando una marea di gol. Se prendi Suarez motivato, anche a 33 anni, acquisti una certezza sulla carta. Ha un temperamento straordinario e segnerà sempre". 
 
Oltre a Suarez, la Juventus valuta alcuni piani B di lusso: Cavani, Dzeko e Morata. Il suo preferito? 
 
"Tutti big, però diversi tra loro. Differenti sono anche l’età, soprattutto nel caso di Morata, e le squadre in cui hanno giocato. Penso che Suarez abbia segnato più di tutti e come valore assoluto sia il più importante di questi centravanti".

Pirlo è stato un suo giocatore al Milan: che effetto le fa vederlo sulla panchina della Juventus senza avere mai allenato? 

 

"Era già un allenatore in campo. Quando da giocatore sei stato uno straordinario regista come Andrea, sicuramente parti avvantaggiato come tecnico. Qualche errore potrà anche farlo, è umano, ma è portato per quel ruolo. È un ragazzo sveglio, intelligente. Poi, ovvio, non sono un mago e non posso prevedere come andrà. Di sicuro il Milan è sempre stata una scuola di allenatori: oltre a Pirlo, penso a Gattuso, Nesta, Oddo, Inzaghi, Shevchenko, Brocchi...".


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