Blessin is the new Ballardini? Come il Genoa ha blindato la difesa
Quello della Redbull è un ecosistema calcistico ormai brevettato. Da un paio di anni ci siamo anche abituati a parlarne con riverenza e ammirazione. D'altronde, si tratta di un universo che mette giovani talenti e preparazione maniacale al proprio centro: quando mai abbiamo visto qualcosa del genere in Italia?
Ecco perché c'era grande curiosità attorno alla figura di Alexander Blessin, un tecnico che, pur essendosi formato in Redbull, non ha mai avuto modo di approdare sulla panchina di squadre di rilievo. Prima di approdare al Genoa, la sua esperienza più significativa è stata quella nelle giovanili del Lipsia.
All'inizio pensavamo che Blessin fosse solo un nome per attirare interesse su una squadra destinata alla retrocessione e che, visti i suoi scarsi precedenti, avesse poco a che fare con quella fabbrica che ogni anno sforna allenatori e giocatori incredibili. Una specie di "tutto fumo e niente arrosto".
L'esordio del tecnico tedesco non è stato esaltante. In quello 0-0 casalingo contro l'Udinese abbiamo visto solo sprazzi del Gegenpressing promosso dalla scuola Redbull; eppure, è stato comunque un passo in avanti rispetto alle precedenti uscite dei rossoblù.
A confermare delle buone sensazioni è arrivato un altro pareggio, ancora per 0-0, però in trasferta contro una big come la Roma. Il primo gol dell'era Blessin è arrivato solo alla sua terza partita. E anche se la rete di Destro non è servita per raccogliere i primi tre punti, abbiamo comunque appurato una cosa: il Genoa è diventata una squadra solida.
A distanza di sette uscite di campionato, lo score è per certi versi impressionante: sette pareggi, di cui cinque 0-0, 2 gol fatti e 2 gol subiti. Sembra quasi quel meme con Thanos che regge il pugnale sul dito e dice: "Tutto in equilibrio, come dovrebbe essere".
Blessin viene da un'accademia calcistica in cui ti insegnano un gioco spregiudicato, fatto di recuperi palla e di verticalità. Vedere questi dati ci ha lasciati dunque un po' perplessi. Da un allenatore con quel background ci saremmo aspettati molti più gol (sia fatti che subiti)!
Due reti prese in sette partite è una statistica che farebbe tremare anche un catenacciaro come Davide Ballardini, il traghettatore per eccellenza che ogni anno viene chiamato in panchina quando le cose si mettono male per il Genoa e che puntualmente riesce sempre a salvare la nave che affonda.
Diversamente da Ballardini però, Blessin ha una filosofia dietro ai suoi scialbi 0-0. Se i pareggi del tecnico di Ravenna sono frutto di un atteggiamento rinunciatario e difensivista, quelli del professore tedesco fanno presagire a un potenziale gioco offensivo. Vedendo giocare il Genoa si ha l'impressione che possa fare tanti gol, ma che - purtroppo per Blessin - gli mancano le armi per sparare.
L'ex Ostenda ha deciso allora di fare quadrato. Se non può sfondare con una filosofia propositiva, allora fonderà il suo Genoa sulla difesa. L'abilità di un allenatore risiede nella sua capacità di adattare lo stile di gioco ai calciatori che ha a disposizione, non il contrario.
Blessin ha dichiarato di amare lavorare con i concetti più che con gli schemi, ed è una caratteristica tipica del sistema Red Bull, che nel corso degli anni non ha prodotto cloni attenti a riprodurre pedissequamente gli insegnamenti ricevuti, ma tecnici flessibili e dotati di peculiarità proprie.
La modernità del tedesco risiede tutta nella frase: "L'immobilismo è la fine di tutto". Per le caratteristiche dei giocatori, Blessin ha costruito un Genoa molto difensivo e per ora questo sta portando dei piccoli risultati. Basteranno altri 9 pareggi per salvarsi?
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