Bierhoff: "Milan, segnali positivi su cui continuare. Ibra? Sarebbe andato via con Rangnick"

Oliver Bierhoff
Oliver Bierhoff / Alex Grimm/Getty Images
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"Da bambino andai con mio papà che era amico di Schnellinger, ma ho in mente quello da calciatore. Il Milan veniva da due stagioni deludenti, 11° e 10° posto. Ero stato preso con Helveg e Zaccheroni, sapevo già come lavorava. Ma mi ha colpito che a Milanello sono stato messo subito al tavolo delle bandiere: Costacurta, Albertini, Maldini, Boban e Rossi. Che orgoglio. Ho compreso che ero seduto tra coloro che ti facevano capire subito la mentalità Milan e la vita lì". Lo sottolinea Oliver Bierhoff, ex bomber rossonero intervistato oggi da La Gazzetta dello Sport.

Oliver Bierhoff
Oliver Bierhoff / DeFodi Images/Getty Images

POZZO E BERLUSCONI- "Grandi presidenti, mi hanno dato tanto. Berlusconi molto gentile, ma era il momento della politica e lo vedevamo meno. Si sentiva che era molto legato ai giocatori dei suoi grandi successi. Quando il Milan voleva acquistarmi io avevo avuto un’offerta dalla Juve. Mi chiamarono per sapere se avevo già firmato, dissi di no e mandarono il loro aereo privato, perché in autostrada da Udine a Milano c’era traffico. Era simbolico per quei tempi. In due giorni ci accordammo. Pozzo non parlava tanto ma amava andare nello spogliatoio a sentire i giocatori. Ricordo quando entrava per annunciarci il premio doppio o per festeggiare. Con la moglie Giuliana, sempre presente, e con il figlio Gino era una famiglia che anche allora dava tanto alla squadra".

IL MILAN- "La mancata svolta tedesca un vantaggio? Sembra proprio di sì, anche se non vedo tutte le partite. Sono felice, vincere il derby è importante. Non è il Milan di una volta, però sono segnali positivi su cui continuare. Primi in campionato e primi in Europa, significa che c’è fiducia e in questi tempi difficili per tutti, se hai un buon gruppo, una certa mentalità può essere un’annata sì, positiva".

IBRA- "Sarebbe andato via con Rangnick e ora invece il Milan ruota intorno a lui? "E’ sempre un fuoriclasse, straordinario, anche a 39 anni. Ha sempre la possibilità di dare tanto, di caricare tutti".

L'ANNATA DEL '99- "Il ’99 continua a essere una buona annata per il Milan. Per me, orgoglio e soddisfazione di far parte di quella squadra. Il tempo passa, in nazionale abbiamo alcuni ’99, uno è Kai Havertz. Però io mi sento ancora giovane".


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