Ma Bernardeschi è da Juve o no?

Federico Bernardeschi
Federico Bernardeschi / Alessandro Sabattini/Getty Images
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Nella vittoria della Juventus sullo Spezia, un ruolo fondamentale è stato giocato dalle sostituzioni. In particolare da un doppio cambio, quello del 60': fuori Frabotta e McKennie; dentro Morata e Bernardeschi. Dopo un minuto i bianconeri sbloccano la gara. Gol di Morata e assist di Bernardeschi.
La partita si è conclusa 3-0 con la Vecchia Signora che prova a recuperare qualche punto alle milanesi.

È significativo che i protagonisti del primo gol siano Morata e Bernardeschi: il primo ha interrotto un digiuno dal gol che si protraeva da novembre; il secondo è invece da anni vittima di numerose critiche. Ed è proprio su Bernardeschi che concentriamo la nostra attenzione, cercando di rispondere a un interrogativo che da anni attanaglia gli italiani appassionati di calcio:

Ma Bernardeschi è un giocatore da Juve?

Trasferitosi - con non poche polemiche - dalla Fiorentina per un prezzo di circa 40 milioni di euro, Bernardeschi arriva a Torino nel 2017. In valigia porta con sé 14 gol in 72 presenze in maglia Viola, una modesta esperienza a livello europeo, ma soprattutto la reputazione di "prossima stella del calcio italiano". Al suo arrivo al JMedical, lo accoglie un gruppo di tifosi con uno striscione eloquente.

Dopo la cessione di Paul Pogba al Manchester United, la Vecchia Signora era infatti orfana di un numero 10 che potesse raccoglierne la pesante eredità. La scelta di molti tifosi ricadeva proprio su Bernardeschi che, nonostante la giovane età, aveva già indossato l'altrettanto impegnativa 10 della Fiorentina. Alla fine, l'esterno classe '94 optò sul 33 seguendo la propria fede religiosa e la maglia appartenuta a Del Piero e Platini passò a Paulo Dybala.

I motivi del declino

Nella stagione 2017-18, Federico Bernardeschi gioca 31 partite sulle 54 totali disputate quell'anno dalla Juventus. Se con la Fiorentina era un giocatore insostituibile, con i bianconeri la concorrenza è altissima: Cuadrado, Mandžukić, Douglas Costa e Dybala... solo per fare alcuni nomi. Ed è proprio nella precarietà che potremmo individuare il primo motivo della crisi d'identità che vive il giocatore. Per giocare meglio, ha forse bisogno di più fiducia, di avere la consapevolezza che, in caso di un errore, non perderà il posto da titolare. Alla Juventus però conta vincere e per Massimiliano Allegri, la ricetta per la vittoria risiede nel pragmatismo. Quindi, se per vincere serve mettere Mandžukić esterno d'attacco anche se non è mai stato il suo ruolo, e lasciare in panchina Bernardeschi, il tecnico livornese lo fa senza pensarci due volte.

Un'altra ragione della crisi-Bernardeschi risiede nei continui sacrifici che deve svolgere. Per supportare giocatori prettamente offensivi come Higuain, Dybala, Douglas Costa e Cristiano Ronaldo, c'è bisogno di qualcuno ripieghi in fase difensiva. Ormai da anni, quel qualcuno è sempre Bernardeschi. Chiaramente, in una partita di calcio ad alti livelli ci sono degli equilibri da rispettare e non si può pretendere che gli attaccanti facciano solo gli attaccanti ed è quindi legittimo aspettarsi che gli esterni facciano il lavoro sporco; però non c'è da meravigliarsi se, dopo aver fatto su e giù per tutta la partita, Bernardeschi possa perdere di lucidità.

Il nostro non è un tentativo di difendere strenuamente il calciatore in questione. Sappiamo bene che un giocatore non può nascondersi dietro alla mancanza di fiducia da parte del mister e che deve fare del proprio meglio proprio nei momenti di stanchezza. Bernardeschi non lo ha ancora dimostrato. Tuttavia, pur consapevoli dei limiti mentali del ragazzo, non ci sentiamo di metterne in dubbio le qualità tecnico-tattiche che sono troppo evidenti per essere ignorate.

Riuscirà Bernardeschi a riprendere in mano la propria carriera e a contribuire alla buona riuscita della stagione della Juventus?


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