Balla dove vuoi Vinicius Jr.

Vinicius
Vinicius / Gonzalo Arroyo Moreno/GettyImages
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Esplode la polemica in Spagna, a poco tempo dal derby della capitale che vedrà protagonisti Atletico Madrid e Real Madrid al Wanda Metropolitano. Il centro della polemica: Vinicius Jr. Cosa ha fatto il brasiliano? Nulla.

Vinicius è diventato nell'arco di una stagione tra i calciatori più forti al mondo. La campagna precedente, conclusa con il doblete, è stata offensivamente dominata da Karim Benzema e dal 20 brasiliano, e chiusa con un imporonosticabile 22-20 tra gol e assist in 52 presenze. È maturato da tutti i punti di vista: è decisivo, freddo sotto porta, scatta al momento giusto in profondità lasciando troppi metri da recuperare agli avversari e riesce a superare i suoi marcatori anche nello stretto in posizioni del campo scomode.

È soprattutto per questo motivo che è il primo della Liga, del Brasile, del Real Madrid e tra le ali sinistre per valutazione di mercato (transfermarkt). Terzo nel mondo, ha aperto una nuova epoca con Mbappé e Haaland per quanto concerne il dominio del calcio europeo. Però balla, quando gonfia la rete ha il "vizio" di fermarsi e mostrare un balletto per festeggiare un gol.

Però, perché in determinati ambienti, la libertà e la gioia di Vinicius Jr. nel festeggiare un gol sono mal digeriti. La sua esultanza è vista come una provocazione, quando il fatto che sia reiterata in tutti gli stadi e le occasioni dimostra chiaramente il contrario. Batistuta mimava la mitragliatrice, Piatek scivola in ginocchio e si atteggia da pistolero, Bresciano si fermava simulando una statua, Dybala fa la mask, Firmino si copre un occhio, Depay le orecchie, Toni alzava il volume, Griezmann ha sempre ballato, diversificando le sue danze nel corso degli anni.

È per questo che suona difficile da comprendere "l'avvertimento" (?) di Koke a Vincius Jr. prima del tanto atteso derby del Wanda Metropolitano tra Atletico Madrid e Real.

"Se segna un gol e decide di ballare, è quello che ha scelto lui. Se lo capirei o no? Ognuno è fatto a modo suo e festeggia i gol come vuole. Ci saranno sicuramente problemi, una cosa normale."

Koke
Antoine Griezmann, Koke
Atletico de Madrid v RC Celta - LaLiga Santander / Angel Martinez/GettyImages

La normalizzazione e la giustificazione di una situazione che non dovrebbe essere normale da parte di un collega che ha avuto modo di esultare con Griezmann e tanti altri nel corso degli anni. Il punto non è se Vinicius balla o no, ma se la sua esultanza causa danni o provoca qualcuno? Semmai è la tensione in determinate gare a scaldare più del dovuto gli animi dei protagonisti e dei tifosi.

Questa tensione è però ormai onnipresente nel calcio moderno e limitare la libertà di un giocatore a priori non ha alcun senso nè può ovviamente essere la soluzione. La dichiarazione di Koke purtroppo non è rimasta isolata e ha portato la discussione a un livello becero, come nel salotto del Chiringuito Tv, nel momento in cui Pedro Bravo, presidente dell'Associazione spagnola degli agenti dei calciatori, è arrivato a definire Vinicius "mono", ovvero "scimmia".

Una frase e una situazione estremamente razziste che hanno portato subito molti calciatori a schierarsi al fianco di Vinicius. Ci ha pensato Neymar, inspiegabilmente ammonito ad Haifa per la sua esultanza, Raphinha con una storia instagram di solidarietà per il suo rivale al Madrid e compagno in Nazionale, Reinier al momento in prestito al Girona.

Il Wanda si è dimostrato già una volta in questa stagione uno stadio poco accogliente anche per Gerard Moreno, che non vive una rivalità diretta con i colchoneros. Gol del 2-0 del submarino nei minuti di recupero ed esultanza verso la telecamera per le figlie. Oblak è ignaro e reagisce, e con lui tutto lo stadio; l'arbitro ammonisce il 7 incredulo per l'evento appena verificatosi. Nella settimana successiva a Moreno viene tolta la sanzione.

Alfonso Pedraza, Dani Parejo, Gerard Moreno, Jan Oblak
Atletico-Villarreal / Soccrates Images/GettyImages

Un'esultanza, a meno di atti osceni o gesti inequivocabili, resta un'esultanza, specialmente se reiterata nel tempo. E non si può frenarla a priori se si tratta di un normale balletto. Vinicius balla per 90 minuti sul campo e fa ballare quasi tutte le difese d'Europa; è primo per dribbling tentati in Liga e figura sul podio per falli ricevuti, a dimostrazione che riceve già la dose domenicale di calci dagli avversari.

Dose che rischia di aumentare se promossa dall'allenatore rivale come nel caso di Real Madrid - Mallorca in cui il tecnico Javier Aguirre gridava "Pegale, pegale" ai suoi calciatori quando Vinicius era in possesso. Il brasiliano gioca in questo modo. Per la fantasia e il dribbling è difficile che ci sia un modo corretto e uno sbagliato, ma viviamo ancora in una società (calcistica) in cui le cattive maniere e i mezzi al limite della legalità usati dai difensori vengono definiti come "esperienza", mentre l'espressione pura del talento, a volte anche non necessaria ma comunque lecita, viene bollata come "irrispettosa".

Vinicius ha risposto convinto al tweet dell'amico Neymar. Ora più che mai ci saranno i riflettori puntati su ogni sua giocata (per fortuna dei nostri occhi) nella speranza che quelllo contro il Mallorca non sia stato l'ultimo baile del brasiliano.


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