L'Atletico rifiuta il Pasillo al Real, la polemica sulla tradizione iniziata 50 anni fa
Pasillo o no? Un tema che ogni tanto ritorna attuale in Spagna. Un gesto nobile o un'umiliazione di fronte al rivale di sempre? Ci sono esempi nel passato che confermano e smentiscono questa tradizione. Esempi che dovrebbero spingere una squadra a compiere il gesto e altri che invece hanno generato precedenti a cui appellarsi per non omaggiare l'avversario.
L'origine del Pasillo è datata 17 maggio 1970. L'Atletico Madrid campione di Spagna si presenta a Bilbao per disputare gli ottavi di finale dell'allora Copa del Generalisimo (Copa del Rey) che un tempo si giocava a fine campionato. L'Athletic (secondo classificato a un punto di distanza), allenato da Ronny Allen, si prepara all'ingresso del campo per complimentarsi e applaudire i rivali di quella stagione, proprio l'Atletico Madrid
Da quel giorno il Pasillo ha iniziato a prendere forma nella storia del calcio spagnolo. Sono tanti gli omaggi e meno i rifiuti in una polemica che spesso ha riguardato Real Madrid e Barcellona lasciando da parte l'Atletico Madrid. In caso di sconfitta nel precedente turno con l'Espanyol i blancos avrebbero rischiato di festeggiare la Liga al Wanda Metropolitano, forse un'umiliazione più grande di un applauso a inizio gara.
È ciò che in tempi recenti ha fatto l'Athletic di Marcelino dopo aver perso la Copa del secolo contro i rivali di sempre della Real Sociedad. Ciò che ha fatto Cruyff al Camp Nou nel 1988 alla Quinta del Buitre e che tre anni dopo il Real ha riproposto al Bernabeu proprio in onore del Dream Team blaugrana. Una tradizione tra Real e Barça proseguita nel 2008 con l'omaggio di Rijkaard e Puyol al Camp Nou al Real campione di Liga.
Un omaggio interrotto nel 2018 da Zidane. Il Real si rifiutò di sostare in due colonne verticali al centro del campo per applaudire il Barça campione di Liga. Il motivo? A inizio anno il Barça aveva fatto lo stesso rifiutando il Pasillo di fronte al Real Campione del Mondo per Club. La motivazione addotta dai blaugrana era che il Barça non aveva potuto competere in quel torneo. Motivazione debole perché nel 2010 proprio i bluagrana di Guardiola lo avevano ricevuto dal Villarreal di Valverde dopo aver battuto l'Estudiantes ad Abu Dhabi.
Lo stesso Atletico Madrid ne ha ricevuti due negli ultimi dieci anni. Dal Valencia al Mestalla nel 2018 dopo aver battuto il Real Madrid in Supercoppa Uefa, dal Mallorca in Liga dopo aver battuto sempre il Real in finale di Copa del Rey nel 2013.
Una polemica destinata a non finire mai in cui a volte la rivalità, ma anche il carattere di coloro che animano i club in un determinato periodo storico fanno rinunciare a un gesto di spotività dipingendolo come forma di umiliazione.
"C'è qualcuno che vuole convertire quello che è nato come gesto di riconoscimento al campione in un tributo publico che devono pagare i suoi rivali, impregnato anche dal profumo di umiliazione. In nessun caso l'Atletico Madrid collaborerà a questo tentativo di presa in giro in cui si dimenticano completamente i veri valori dello sport e si fomenta la tensione e lo scontro tra i tifosi."
- Gil Marin, CEO dell'Atletico Madrid
I motivi stando sempre, alle parole di Gil Marin, riguardano il fatto che l'Atletico, nonostante diversi titoli conquistati, tra cui due campionati, non ha sempre ricevuto il Pasillo dai propri diretti rivali e talvolta nemmeno da altre squadre (Celta Vigo quest'anno). Eppure nel 2013 il Barcellona venne omaggiato proprio al Vicente Calderon dai rojiblancos.
Uno smacco tra i tanti a cui abbiamo assistito nell'ultimo decennio di rivalità tra le tre grandi di Spagna. Per voltare lo sguardo in una direzione meno polemica, basta tornare alla giornata di ieri in cui il Getafe ha omaggiato il Betis Campione della Copa del Rey con il Pasillo che il tecnico azulon Quique ha commentato con queste parole.
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