Atlante geografico dei Messi (Parte 1 - Europa)

Mappa europea dei Messi
Mappa europea dei Messi / 90min
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Com'è possibile che questo pianeta sia così pieno di Messi, e che, allo stesso tempo, di Lionel Messi, ce ne sia soltanto uno? Giornali e compagni di squadra entusiasti ci hanno insegnato che a volte non serve essere mancino, un dribblomane compulsivo o persino un giocatore di calcio per essere il Messi di una nazione. Questa vuole essere una guida in quattro parti ai Messi che potremmo incontrare viaggiando per tutto il mondo, a quelli dimenticati, e a quelli che dimenticheremo.


Il Grand Tour inizia, al contrario della tradizione seicentesca che aveva il Belpaese come punto d'arrivo, in Italia. Già, perché anche noi abbiamo avuto dei Messi. Per esempio, Alessio Cerci, che molti ricorderanno per i fallimenti post Fiorentina e Torino, che era cantato dai tifosi della curva Fiesole Firenze come "il nostro Messi". Oggi Cerci gioca all'Arezzo, in Serie C, e non segna dal 18 dicembre 2018, con la maglia dell'Ankaragücü. Da ricordare anche i paragoni con Robben e il soprannome "l'Henry di Valmontone", ma non voglio infierire oltre. Sebastian Giovinco è stato un altro giocatore accostato al nome della Pulce, anche se non si sa da chi, e nonostante una carriera sicuramente più allegra (e molto più vincente) di Cerci, anche per lui il paragone sembra essere particolarmente poco azzeccato, e probabilmente legato alla bassa statura e alle punizioni perfette. Lorenzo Insigne, mentre giocava al Pescara la stagione che lo portò sotto le luci della ribalta, veniva definito dai giornalisti dei vari portali napoletani "il Messi napoletano" e da quelli pescaresi "il Messi dell'Adriatico", mancando purtroppo (almeno per ora) il titolo di "Messi ionico" o "Messi del Salento", che gli permetterebbe di diventare il Messi dei tre principali mari che bagnano l'Italia. Ultimo calciatore italiano che si può fregiare di essere stato chiamato almeno una volta con quel sacro nome, Federico Bernardeschi. Che di Messi ha a malapena il piede preferito. Perlomeno, questa volta l'insano paragone non è stato fatto da giornali italiani, ma da Don Balón, unica rivista calcistica spagnola che non ha mai visto giocare Messi, perché altre spiegazioni non ci sono.

Il Messi italiano
Il Messi italiano / Ivan Romano/Getty Images

Prima di uscire dai confini nazionali, fermiamoci in quella piccola isola tra le montagne che è San Marino, dove il Messi nazionale è più vecchio di soli undici anni rispetto all'argentino. Andy Selva, il Messi sammarinese, oggi allenatore, ha preso il titolo solo in quanto giocatore più forte della sua nazionale, dove ha anche il primato di reti: 8 in 73 presenze. Spostiamoci in Spagna, la seconda patria di Leo, dove i Messi sono stati tanti: uno è stato Bojan, forse il giovane su cui c'erano più aspettative, tra i nuovi Messi, ma anche il protagonista di una storia triste, tra aspettative e pressioni che bene non fanno ad un giovane calciatore. Un altro invece è José Ángel Pozo, 24 anni, trequartista con caratteristiche molto simili al 10 argentino e una carriera che non è mai decollata. Sperando di non provocare nessun incidente diplomatico, esiste anche un Messi basco, Iker Muniain, paragonato a Messi inizialmente per la posizione in campo e il fisico minuto, poi per il ruolo di bandiera dell'Athletic Bilbao, speculare a quello svolto (almeno fino ad oggi...) da Messi a Barcellona.

Il Messi basco
Il Messi basco / Soccrates Images/Getty Images

Spostandoci nelle isole britanniche, i nomi sono tanti: Wes Hoolahan è il Messi irlandese, nonostante sia più grande di cinque anni, Daniel James è il giovane attaccante del Manchester United sulle cui spalle c'è il peso di essere il Messi gallese, dopo che qualcuno si è accorto che Ramsey non è un ala che dribbla chiunque, o un falso nove, come l'argentino. La Scozia si tiene stretto il suo Ryan Gauld, un trequartista/ala mancino, qualcosa di paradossalmente raro da trovare tra i nuovi Messi, l'Inghilterra ha Patrick Roberts, ex-promessa del Manchester City, oggi al Middlesbrough. Sia Gauld che Roberts hanno avuto fino ad ora carriere poco entusiasmanti, e probabilmente non arriveranno mai al livello di colui di cui portano il nome, ma non è di per sé un grande obiettivo raggiunto, l'essere il "Messi" di una nazione? In ogni caso questo posto è ancora libero per l'Irlanda del Nord, quindi affrettatevi, e attenti a non essere scambiati per il nuovo Best.

Passiamo il canale della Manica e ci ritroviamo davanti Nabil Fekir, il Messi francese, che è andato a seguire le sue orme in Liga e che ha spodestato dal trono l'autoproclamatosi Messi francese Hatem Ben Arfa, che, a volte, sembrava lo fosse davvero. Se ci addentriamo nella Mitteleuropa, abbiamo Marko Marin, fu talento del Werder Brema che abbiamo visto anche in Italia, alla Fiorentina, non riuscendo mai ad esordire in Serie A, ma segnando due gol in Europa League, e Václav Pilař, il Messi ceco, che può vantare pochissime giocate "alla Messi" e una carriera perlopiù deprimente. Nei Paesi Bassi, il Messi olandese è invece un certo Adriaen van der Werff, pittore di fine 1600 che in un autoritratto esposto al Rijksmuseum è molto simile al fenomeno argentino. Come detto all'inizio, per essere il Messi nazionale, non è necessario nemmeno che tu sia un calciatore.

Il Messi tedesco
Il Messi tedesco / Srdjan Stevanovic/Getty Images

Finlandia e Svezia ancora non hanno la loro Pulce, mentre la Norvegia ha deciso di affidarsi a Martin Ødegaard, di proprietà del Real Madrid e autore di ottime prestazioni l'anno scorso con la maglia della Real Sociedad. Probabilmente Ødegaard vince il premio come unico giocatore realmente straordinario e fuori dal normale (per quanto ancora anni-luce lontano da Messi) in questa guida, nonostante (o forse proprio per questo) a soli 22 anni abbia già vissuto tutto il viaggio dell'eroe, da giovane promessa, a dimenticato, a giocatore rinato. Zidane non lo ha messo in campo spesso quest'anno, anche per via di vari infortuni, ma sono sicuro che, lentamente, questo nome comincerà sempre più a far parte delle cronache sportive di quest'epoca.

In Russia Sergey Pinyaev, a soli 16 anni, ha fatto battere il cuore agli amanti del fisico brevilineo e della classica "palla incollata ai piedi". Barcellona, Real Madrid, Ajax, Manchester United, Borussia Dortmund e Lazio sembrano essere alla finestra, per il giovane talentino. Passando dalla Russia, arriviamo in Ucraina, dove Jevhen Konopljanka (ex-Siviglia e una volta vicinissimo all'Inter di Mazzarri) è stato insignito del titolo di Messi ucraino, mentre in Georgia il trono va a Giorgi Chanturia: 1,81 m, ambidestro, di certo non un goleador o un assist-man compulsivo, ma un buon dribblatore, che riesce anche ad arrivare (solo per un anno) nelle giovanili del Barcellona. Abbiamo rischiato di vederlo anche in Italia, con la maglia gialloblu dell'Hellas Verona, che però alla fine rinunciò all'acquisto. Attualmente è svincolato, pensateci, se siete i direttori sportivi di una squadra che potrebbe aver bisogno di un Messi.

Il Messi georgiano
Il Messi georgiano / VI-Images/Getty Images

Al Messi romeno ci sono particolarmente affezionato: Gabriel Torje, una stagione all'Udinese decisamente sotto le aspettative, ma aveva dalla sua tutta la mimica del grande giocatore che mi portò, da ragazzino, ad appassionarmi alle sue gesta, del tutto irrazionalmente, visto che si dimostrò l'ennesima ala dalla bassa statura a cui forse uscivano 2 dribbling in una partita, e poi non sapeva più cosa fare del pallone. Stiamo per raggiungere la fine del nostro viaggio europeo: Turchia, Cipro, Malta e poi una gita finale nei Balcani.

In Turchia Abdülkadir Ömür è il Messi turco, ha 21 anni, gioca nel Trabzonspor ed è un centrocampista di ottime prospettive, seguito anche da alcune grandi in Europa. Si avvicina (anche per sua stessa ammissione) più a un Iniesta, che a un Messi, infatti inizio a pensare che il soprannome "Messi di..." si stia iniziando a riferire a qualsiasi giocatore ricordi uno dei protagonisti del Barcellona di Guardiola, senza la minima discriminazione di ruolo, funzione o qualità. Malta e Cipro ci hanno regalato invece rispettivamente Michael Mifsud, probabilmente il più forte giocatore maltese della storia, e probabilmente questo è nuovamente l'unico motivo per cui è stato associato a Messi, e Grīgorīs Kastanos, giovane trequartista del Frosinone di proprietà della Juventus, che ha già esordito in Serie A. Il cipriota ha più volte detto che questo accostamento non è di suo gradimento, lo trova irrispettoso nei confronti di un campione come Messi, perché nessuno sarà mai come lui. E allora di cosa stiamo parlando? Mi rifiuto categoricamente di accettare questa cosa, qualcuno come Messi ci sarà, dobbiamo solo continuare a cercare.

Il Messi rumeno
Il Messi rumeno / Valerio Pennicino/Getty Images

Completiamo il Grand Tour europeo con una raffica balcanica: dall'isola cipriota è facile raggiungere la Grecia, la Grecia del Sōtīrīs Ninīs che incantò tutti con la maglia del Panathīnaïkos, e deluse altrettanti con quella del Parma, ma anche la Grecia di Giannīs Fetfatzidīs, che in Serie A, con la maglia del Genoa, non fece neanche troppo male, ma una pubalgia, la poca fiducia degli allenatori e un talento non particolarmente cristallino lo portano via dai grandi palcoscenici. Ora gioca all'Al-Khor, in Qatar, brutta fine. Il Messi macedone non è Goran Pandev, ma Ivan Nastevski, di cui si sa così poco che ho il sospetto sia un calciatore creato ad hoc dal governo macedone per avere anche loro un personalissimo Messi nazionale. Il Messi montenegrino, al contrario, è conosciutissimo, specialmente in Italia: Stevan Jovetic, uno dei pochi Messi che sembrava davvero, davvero forte, ma la cui carriera si è poi arenata a causa di legamenti e muscoli di carta. Gioca ancora al Monaco, per informazione, ma non è neanche l'ombra di quel ricciolino che ha fatto innamorare i tifosi della Fiorentina.

Il Messi serbo? Andrija Živković, arrivato al Benfica da grande promessa, andatosene nel 2020 da guscio vuoto di talento al PAOK, dove sembra star ripartendo, a 24 anni. Penultimo, il Messi bosniaco, che per un momento ho avuto paura fosse Miralem Pjanic, e invece no, era Miralem Ramic: stesso ruolo di Pjanic (in quelle poche partite recuperabili), vent'anni e svincolato dopo essere stato scartato dalla seconda squadra dell'Hertha Berlino. Forse era meglio Pjanic. Infine, ultimo, ma non ultimo, una vecchia-giovane conoscenza della Serie A: Alen Halilović, il Messi croato, forse il più vicino ad esserlo ufficialmente. Halilović, dopo aver infranto diversi record che iniziano con "il più giovane giocatore a..." con la Dinamo Zagabria, viene acquistato infatti proprio dal Barcellona, che lo cresce nelle giovanili con l'obiettivo di farlo diventare il nuovo Messi, la sua riserva, il suo erede. Il prestito allo Sporting Gijon attirerà su di lui mezza Europa, ma qualcosa si rompe. Amburgo, Las Palmas, poi Milan, Standard Liegi e Heerenveen: in nessuna di queste squadre riuscirà a dimostrare di essere quello per cui era stato costruito. Ora gioca nella Serie B inglese, al Birmingham, ed ha ancora 24 anni. Leggendo le sue interviste, ci viene data la conferma che il peso di sostituire Messi (come fu per Bojan anni prima) è un peso che ancora nessun giovane, forse, riesce ad sopportare.

Il Messi croato
Il Messi croato / Valerio Pennicino/Getty Images

Il nostro viaggio in Europa è terminato. Ci siamo barcamenati tra giovani promesse ed ex-giocatori, ma anche giovani ex-giocatori, abbiamo trovato centrocampisti, ali, punte, destri, ambidestri, mancini, alti, bassi, persino un pittore. Nessuno di questi, però, mi è sembrato potesse neanche minimamente reggere il confronto con tale nome, con "Messi". Ok, devo ammetterlo, ho un debole per Ødegaard, che però non mi sembra ancora pronto per questo confronto, che trovo comunque molto forzato. Quindi? Quindi, si continua il viaggio, in Asia, tra insegnanti, bambini costruiti per essere Messi e terroristi iracheni. Sarà un viaggio più movimentato, questo è certo.


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