Aston Villa-Liverpool, un 7-2 che rimarrà per sempre nella storia
Aston Villa 7, Liverpool 2. Tutto vero, è successo nella folle domenica della quarta giornata di Premier League, che già aveva regalato la goleada per 6-1 del Tottenham all'Old Trafford contro il Manchester United. Nessuno si sarebbe atteso un risultato ancora più clamoroso e invece è arrivato il risultato più inaspettato di tutti, il Liverpool campione d'Inghilterra e schiacciasassi crolla sul campo dell'Aston Villa perdendo 7-2. Per la prima volta dal 1953 infatti una squadra campione uscente ha subito sette reti in campionato dopo l'Arsenal contro il Sunderland, e i Reds non subivano un tale numero di gol in una sola gara da quella sconfitta subita dal 1963 contro il Tottenham. Si parla di cinquantasette e sessantasette anni fa.
Già dalle prime battute si può intuire che non sarà una bella serata. Al 4' Adrian, sostituto dell'infortunato Alisson, regala ai Villains il gol di Watkins, che poi raddoppierà al 22', mentre il neo-acquisto Barkley si divora due occasioni grandi come una casa. Salah prova invano ad accorciare le distanze, ma l'Aston Villa dilaga con le reti di McGinn, ancora Watkins, Barkley e doppietta di Grealish. Inutile la seconda rete di Salah per il provvisorio 5-2.
Forse si è inceppato qualcosa, forse dopo le due trionfanti stagioni non c'è più la stessa motivazione e di colpo tutto questo è precipitato addosso ad ogni singolo campione del gruppo di Klopp. Sono sorti una valanga di dubbi, che hanno ridotto le capacità e forse anche le dimensioni fisiche dei giocatori in campo, davvero tutti irriconoscibili, con il solo Salah a provarci fino all'ultimo. Si aggiunga il caso, con un rigore non assegnato al Liverpool sullo 0-0, si aggiunga la sfortuna, con le tre reti dei Villains scaturite da clamorose deviazioni, palla di qua, portiere di là, si aggiunga infine una crescente difficoltà, notata persino nel capitano Van Dijk, nel provare a dare un senso alla vita ogni volta che si tornava a centrocampo per rimettere la palla in gioco dopo l'ennesima rete dell'avversaria. Chi è abituato a dominare può dimenticare cosa si prova in certi momenti, cosa sia la mortificazione, come si reagisce al disastro.
Fatto sta che il Liverpool è uscito dal Villa Park con una sola certezza: aver rimpolpato il proprio libro dei record, ma alla voce sbagliata. Tante le assenze, a partire da Alisson, arrivando a Thiago e Manè, ma non sono comunque sufficienti per spiegare la mancanza di reattività collettiva. Klopp avrà sicuramente da lavorare per rimettere i suoi sulla strada giusta, anche in vista della prossima partita in calendario, il derby contro l'Everton di Carlo Ancelotti, attualmente primo in classifica a punteggio pieno.
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