Assolombarda: "Il nuovo stadio di Milan e Inter si deve fare. È il momento della fase esecutiva"

San Siro
San Siro / MIGUEL MEDINA/GettyImages
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Milan e Inter hanno un nuovo alleato nella loro lotta per far costruire il loro stadio, si tratta dell'Assolombarda, l'associazione che rappresenta tutte le imprese che operano nella Città Metropolitana di Milano e nelle province di Lodi, Monza e Brianza, Pavia.


Alessandro Spada, presidente del consorzio, ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Giorno in cui si è apertamente schierato con i due club. Partendo dai molti progetti che negli ultimi anni hanno rivoluzionato Milano, Spada spiega che "la costruzione di un nuovo stadio va in questa direzione, perché rappresenta un ulteriore volano di attrattività e competitività per la nostra città".

Dopodiché, aggiunge che: "Quella di realizzare un nuovo impianto è un’esigenza forte espressa da Milan e Inter. I due club vogliono competere con le altre grandi squadre europee. Uno stadio che possa avere più funzioni e un quartiere che gli viva attorno è un asset importante per rafforzare le società calcistiche anche dal punto di vista economico. Si tratta di un’operazione che hanno fatto tutte le principali squadre in Europa".

Giacinto Facchetti, Cesare Maldini
L'esterno del Meazza / Jonathan Moscrop/GettyImages

Per realizzare il nuovo stadio, occorrerà un investimento da 1,2 miliardi di euro, ma si verranno a creare 3500 nuovi posti di lavoro: "Tutto questo progetto di rigenerazione porterà un indotto complessivo di circa 1,7 miliardi di euro. La realizzazione del nuovo stadio è un investimento importante. Non dimentichiamoci che una parte degli oneri di urbanizzazione che derivano dalla costruzione dell’impianto potrebbe servire al Comune per la riqualificazione del quartiere di San Siro". Si riferisce ai lavori di riqualificazione delle case popolari indispensabili per cambiare volto al quartiere, trasformandolo in un polo attrattivo.

Sebbene molti milanesi è contraria all'idea di salutare il Meazza, Spada ha le idee chiare: "Bisogna andare avanti. C’è stata una fase di confronto in cui il progetto proposto dai club è cambiato proprio in base alle indicazioni del Consiglio comunale. Adesso è il tempo della fase esecutiva. Una fase in parte ritardata anche dalle elezioni comunali. Dal nostro punto di vista, avremmo dovuto essere nella fase esecutiva già prima delle elezioni".

Perciò, non c'è spazio nemmeno per un referendum: "Quello che doveva essere discusso è stato discusso. Il sindaco è eletto per poter prendere decisioni nell’interesse della comunità. I referendum devono essere utilizzati per decidere su altri temi".

La ragione, alla fine, deve prevalere sul “cuore”: "Sì, perché altrimenti avremo dei grandi rimpianti e la responsabilità di aver perso un’occasione di rigenerazione del nostro territorio. Entrambi i progetti, oltretutto, prevedono verde fruibile e aree per la socialità".


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