Asllani: "Non ho chiesto la cessione, all'Inter gioco poco per un motivo"

Kristjan Asllani
Kristjan Asllani / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Tra le pagine dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport c'è spazio anche per una lunga intervista a Kristjan Asllani, giovane centrocampista dell'Inter arrivato in estate dall'Empoli.

Kristjan Asllani
Kristjan Asllani / Marco Canoniero/GettyImages

Asllani, perché ha giocato poco anche dopo l’infortunio di Brozovic?

"Perché devo crescere, migliorare, e perché sono in un centrocampo di campioni. Tutto qui, niente di strano".

Ma si aspettava più minuti nelle gambe?

"Ero e sono pronto, ma non pensavo avrei giocato chissà quanto, proprio per il livello dei compagni. Ma io sono contento dei miei spezzoni e sono convinto che questo sia il momento di imparare: da Brozovic a Calhanoglu, li considero tutti dei maestri".

Quindi non è vero che ha chiesto la cessione in prestito?

"Mai, tutto falso. Sono contento qui e voglio rimanerci. Sono stato io a fare questa scelta e la rifarei. Fin dall’inizio sapevo a cosa sarei andato incontro: è tutto parte di un percorso".

Ma è regista o mezzala?

"Ho fatto pure il trequartista, ma mi considero un mediano davanti alla difesa. Andreazzoli è stato fondamentale nel farmi giocare in diverse posizioni, oltre ad essere un maestro, un educatore: ha creduto in me. Inzaghi gli somiglia in questo, fa sentire i giovani parte di un tutto".

Il gol sbagliato al Camp Nou la tormenta ancora?

"Se non ci penso io, mi ci fanno pensare gli altri. Quando torno in paese o sono per strada, c’è sempre qualcuno che me lo ricorda: alla lunga un po’ stufa… Ma ammetto di non aver dormito per quattro giorni, passavo le notti a guardare quell’azione, ce l’ho stampata in testa".

Perché non l’ha passata in mezzo, allora?

"Vi assicuro che volevo darla di prima a Mkhitaryan. Poi ho preferito stoppare e poi passargliela, ma il controllo è andato un po’ lungo: a quel punto non c’era più spazio. Pensavo di segnare, ma è andata male. Ero distrutto, ma mi hanno consolato tutti, proprio tutti. Purtroppo non posso più tornare indietro, ma è il momento di andare avanti: prima del Porto in Champions, pensiamo al Napoli. Se vinciamo il 4 gennaio, possiamo riaprire il campionato per tutti".

Ma da bambino era davvero così interista come si dice?

"Ho le foto, le prove! Tra le altre cose mio padre è del Milan e a 5 anni mi ha portato a vedere la mia unica partita a San Siro. Era il derby del dicembre 2007: punizione di Pirlo, poi reti di Cruz e Cambiasso, e subito ritorno in auto col babbo. Sono stato innamorato di Zanetti e la cavalcata del 2010 la conosco a memoria. Ma non sono l’unico".