Applausi per Ibra
Brevi racconti, aneddoti e citazioni di uno dei giocatori più importanti del XXI secolo, con l'accompagnamento di alcune rime decontestualizzate di Fabri Fibra.
L'infanzia
Dalla A alla Z è l'uomo che prega Iddio
Nonostante il demonio in noi si fa il suo duomo
- Dalla A alla Z / Turbe giovanili
Ibrahimovic cresce a Rosengård, quartiere di Malmö, spesso palcoscenico di vandalismo, criminalità e violenza. Quella di Ibra è un'infanzia passata in solitudine, tra una madre che lo picchiava, un padre alcolista e una sorella tossica. Bambino solo e senza identità: si torva in Svezia ma i genitori sono originari di Croazia e Bosnia, e il suo cognome diventerà oggetto di scherno. È magro, bassino (già!), bullizzato dai ragazzi più grandi e infastidito da una fiumana di assistenti sociali. Racconta che tornava a casa con i crampi allo stomaco, tanto che mentre apriva il frigo (rigorosamente vuoto) pregava Dio perché facesse apparire qualcosa da mangiare. Ma Dio non c'era in quei giorni, e il piccolo Zlatan si adatta alla vita del ghetto: furti, vandalismo, risse scandiscono le giornate dello svedese e ne temprano il carattere che ben conosciamo, una vita avviata alla criminalità che solo il calcio e il suo talento riusciranno a scongiurare.
Bad boy
Mi danno comandi che non seguo più
Vorrei fare tutto a modo mio
- Frank Sinatra / Guerra e Pace
Quando era a Barcellona, il rapporto con l'allenatore, Pep Guardiola, non era dei più idilliaci, anzi spesso Ibra lo ricorda come il peggior allenatore che abbia avuto, anzi il più immaturo, utilizzando le sue parole. Al loro primo incontro Guardiola gli dice una frase: "I giocatori del Barcellona non girano in Porsche o in Ferrari, bisogna avere i piedi per terra". A uno come Ibrahimovic queste parole suonano come un giudizio, da parte di un uomo che era la prima volta che incontrava. E se lo lega al dito. I disguidi tattici, le prestazioni altalenanti e l'indifferenza da parte dell'allenatore spagnolo faranno il resto, e Ibra si ritrova di nuovo a Milano, da dove era arrivato, ma sull'altra riva dei navigli, quella rossonera, che porterà in trionfo verso l'ultimo scudetto prima dei 9 consecutivi della Juventus. A Barcellona non si era trovato completamente a suo agio neanche con i compagni, si parla di litigi e di un clima sempre molto teso quando c'era lui di mezzo. D'altro canto, Zlatan rifletteva sui compagni l'antipatia verso il mister, definendoli "studenti che non osavano disubbidire". A lui invece sono sempre piaciute le persone che passano col rosso.
I giornalisti
Addio giornalista non ti reggo
La tua rivista neanche la leggo!
Il disco te lo dedico, ascoltalo
L'accusa è che sono polemico, assolto!
- Lo sto facendo / Singolo
Il carattere di Ibrahimović si è sempre scontrato con l'insistenza e l'indelicatezza di alcuni giornalisti. Delle volte quasi ci dispiace, vederli piccolissimi, che inseguono il colosso svedese che li prende in giro sulla lingua, oppure con la camera in mano mentre intervistano e Ibra che se la ride tra controdomande passivo-aggressive e sfottò sul budget della trasmissione. No, dai, dobbiamo essere sinceri: quando Ibra si comporta così ci fa ammazzare dalle risate (ma sotto sotto proviamo un po' di pena per il malcapitato). Qui sotto vi lascio alcuni dei video più famosi e più importanti per capire cosa ne pensa Ibrahimović dei giornalisti.
Infine, la più famosa, la più concisa, la più ingiustificata.
Il ritorno al Milan
Ho rotto la clessidra contro il pavimento
Ho fermato il tempo
- T***e in Porsche / Squallor
Ora passiamo al presente più presente: il Milan. Il Milan a 38 anni, dopo due anni nei Los Angeles Galaxy in MLS, il campionato che sceglie chiunque voglia svernare, guadagnare tanto e magari aumentare qualche statistica senza troppo sforzo. L'obiettivo di Ibra, invece, era dimostrare la sua aura divina autoappropriata (ma che pochi hanno avuto l'ardore di contestare) anche all'altro continente, per poi tornare, come un supereroe a salvare una squadra dal tracollo. Il Milan da quando è tornato Ibrahimović, è tornato il Milan. Fa paura e non ha paura di dire "scudetto", gioca bene, è circondato da un clima di generale ottimismo (cauto ottimismo) che a Milanello mancava da tempo immemore. Ibra sembra non essere invecchiato da quando ha vestito la maglia rossonera l'ultima volta, sembra aver fermato il tempo: sempre dominante, sempre indispensabile e sempre in forma (l'unica cosa che è riuscito a rallentarlo è stato il COVID). Qualche statistica e qualche record che ha raggiunto in questi 11 mesi:
- 20 gol e 7 assist in 29 partite giocate su 38 disponibili
- Marcatore più anziano del derby a 38 anni e 129 giorni
- Unico giocatore capace di segnare 50 gol con le maglie di Inter e Milan in Serie A
- Giocatore più vecchio ad andare in doppia cifra in campionato (in metà stagione, ricordiamolo)
- Diciottesima stagione consecutiva in doppia cifra, ed è a un solo gol dalla diciannovesima
- Nuovamente più anziano marcatore del derby di Milano a 39 e 14 giorni
L'umiltà
Cosa chiedi al cardinale la santa benedizione
Affinché Dio onnipotente aiuti il mondo del pallone?
- Fai come noi / Tradimento
Chi può parlare meglio dello smisurato ego di Zlatan Ibrahimović, se non Zlatan Ibrahimović?
"Credi in Dio? Bene, allora credi in me, puoi rilassarti."
- Zlatan Ibrahimović a Carlo Ancelotti
" Ai tifosi: volevate Zlatan, vi ho dato Zlatan. Non c'è di che. La storia continua.... Ora tornate a guardare il baseball."
- Zlatan Ibrahimović ai tifosi del Galaxy
"Qui mi vogliono bene? Certo, ma non credo che possano rimpiazzare la Tour Eiffel con una mia statua... Nemmeno i dirigenti ce la possono fare. Ma se ce la facessero rimarrei qui, promesso."
- Zlatan Ibrahimović al PSG
"Io non voglio essere il Re di Manchester. Io sarò il Dio di Manchester."
- Zlatan Ibrahimović a Eric Cantona
Ma l'apice della sbruffonaggine l'ha raggiunto all'inizio della sua carriera. Giovane, sconosciuto giocatore di una squadra svedese, viene chiamato da Wenger al suo Arsenal fresco vincitore della Premier League (ci sono persino delle foto con la maglia dei Gunners addosso, a testimonianza). Zlatan arriva a Londra e Wenger gli chiede di fare un provino. A 17 anni gli risponde:
"Zlatan non fa provini"
- Zlatan Ibrahimovic a Arsene Wenger
E torna in Svezia.
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