Antonio Conte e il futuro: su quale panchina di Serie A si troverebbe meglio?

Southampton FC v Tottenham Hotspur - Premier League
Southampton FC v Tottenham Hotspur - Premier League / Mike Hewitt/GettyImages
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Il Tottenham e Antonio Conte si sono ufficialmente separati. La notizia circolava ormai da tempo, giorni che sono poi diventati settimane prima del tweet con cui il mondo spurs ha conosciuto l'epilogo dell'avventura del tecnico italiano a Londra. La gestione della squadra è finita nelle mani di Cristian Stellini, assistente tecnico di Conte con Siena e Juventus, e suo vice sia all'Inter che al Tottenham.

L'ex difensore di Busto Arsizio guiderà la squadra fino al termine della stagione, affiancato da Ryan Mason, ex calciatore degli spurs che ha interrotto a 26 anni la sua carriera per un infortunio alla testa. Queste le parole del presidente Daniel Levy in merito alla gestione: "Abbiamo ancora 10 partite di Premier League e dobbiamo lottare per un posto in Champions League. Dobbiamo cooperare tutti. Ognuno di noi deve lottare per assicurare il risultato migliore possibile per il nostro club e per i nostri fantastici e leali sostenitori".

Dopo Arezzo, Bari, Atalanta, Siena, Juventus, Italia, Chelsea e Inter, si chiude anche l'esperienza con il Tottenham. Si trattava del nono incarico su una panchina da capo allenatore per Antonio Conte che, salvo sorprese, si prenderà del tempo (almeno fino a fine stagione) prima di sposare un nuovo progetto. La tentazione di un ritorno in Italia aleggiava sull'ex selezionatore italiano già qualche mese fa. Proviamo a immaginare Antonio Conte sulle panchine principali dell'attuale Serie A. Quale farebbe più al caso del suo decimo incarico? Su quale si troverebbe meglio?

Juventus

FBL-ITA-SERIEA-JUVENTUS-AC MILAN
FBL-ITA-SERIEA-JUVENTUS-AC MILAN / AFP/GettyImages

Massimiliano Allegri è tornato due anni dopo l'ultima avventura (2019) e ne ha altrettanti di contratto prima della scadenza (2025). I risultati sportivi della Juventus, penalizzazione permettendo, sono abbastanza positivi e un percorso vincente in Europa League porterebbe prestigio a una stagione che rischia di concludersi come negativa. I ricordi che conservano di Antonio Conte a Torino sono più che positivi: 3 Scudetti e 2 Supercoppe italiane, con una media 2.26 punti a partita e soltanto 13 sconfitte in un triennio. Sono passati 10 anni e il calcio è in parte cambiato, ma la suggestione, in caso di addio di Allegri, resta forte.

Inter

SS Lazio v FC Internazionale - Serie A
SS Lazio v FC Internazionale - Serie A / MB Media/GettyImages

Il ricordo più vivido di Antonio Conte in Serie A. il ricordo di una stagione perfetta, quella 2020-21 con l'Inter. 91 punti, soltanto 3 sconfitte, e un'identità che ha portato in fretta i nerazzurri sul tetto d'Italia. L'arrivo di Inzaghi sembrava promettere bene, ma dopo quasi due anni di percorso, i risultati sportivi in campionato stanno sollevando dei dubbi. L'Inter può ancora andare in fondo in Champions League e provare a conquistare un'altra Coppa Italia: basterà alla dirigenza di Milano per confermare il tecnico ex Lazio (in scadenza 2024)? La mai abbandonata difesa a tre, la conoscenza di ambiente e giocatori e una generale insoddisfazione potrebbero favorire il ritorno del tecnico di Lecce.

Milan

AC Milan v Tottenham Hotspur: Round of 16 Leg One - UEFA Champions League
AC Milan v Tottenham Hotspur: Round of 16 Leg One - UEFA Champions League / MB Media/GettyImages

C'è chi come Zlatan Ibrahimovic ha giocato e inciso nei tre club più importanti d'Italia, storicamente parlando. Ad Antonio Conte mancherebbe soltanto il Milan. Stefano Pioli siede sulla panchina rossonera dall'ottobre del 2019 e, dopo una crescita costante e un inaspettato Scudetto, la sua squadra ha dovuto affrontare una crisi seria. Ne è momentaneamente uscito, forte del rinnovo fino al 2025. Nel caso di altri inciampi però una sua conferma potrebbe iniziare a vacillare e la candidatura di Conte diventare un percorso percorribile per un nuovo ciclo in Lombardia. La squadra ha iniziato a giocare a tre dietro, ritrovando solidità; il tecnico leccese è ancora un profilo top. Su chi investirebbe, in alternativa, la dirigenza rossonera se dovesse separarsi da Stefano Pioli?

Roma

Jose Mourinho, Antonio Conte
Manchester United v Chelsea - Premier League / Clive Brunskill/GettyImages

José Mourinho a Roma ha creato un legame con tifosi e gruppo squadra difficilmente replicabile. Ha portato una Conference League al suo primo anno sulla panchina giallorossa e, nella corrente stagione sta lottando per un posto in Champions League e per una altro in Finale di Europa League. La squadra è stata rinforzata, ma sotto il piano del gioco presenta ancora alcune lacune evidenti. Il contratto del tecnico portoghese scadrà nel 2024 e, per molti, la Capitale sarebbe il posto giusto per la prossima sfida di Antonio Conte. Il 3-4-2-1 di Mourinho doveva essere un esperimento per reagire a una situazione di difficoltà, ma con il tempo si è trasformato in un tratto distintivo della squadra giallorossa. Inoltre Conte, come riportato in una nota intervista di Francesco Totti, è stato nel passato molto vicino a sposare la causa capitolina.

Lazio

Maurizio Sarri, Antonio Conte
Juventus v FC Internazionale - 2019 International Champions Cup / Fred Lee/GettyImages

Maurizio Sarri sta riportando la Lazio sopra alle milanesi e ai rivali giallorossi; i biancocelesti sono tra le squadre più sorprendenti della corrente Serie A. Non che ci fossero dubbi sulle qualità dei suoi interpreti migliori e nemmeno sull'esperienza e sullo status del tecnico nato a Napoli e cresciuto tra la provincia di Bergamo e di Firenze. Le prestazioni di Provedel, Casale, Romagnoli, Cataldi o Zaccagni non possono essere casuali, ma in città non si placano le voci su un logorato rapporto tra Sarri e il direttore Tare. Se dovesse maturare una separazione in futuro, quello di Antonio Conte, specializzato nell'aumentare il rendimento di giocatori "normali", sarebbe il nome perfetto. Ci sarebbero da attuare dei cambiamenti importanti sotto il profilo tattico, ma troverebbe un gruppo che ha già dimostrato un livello diverso, superiore, rispetto a quello affibbiato da quasi tutti a inizio stagione.