Antonello: "Nuovo stadio? Fondamentale per Milano. Diritti TV? C'è ancora un gap"
L'amministratore delegato dell'Inter Alessandro Antonello ha rilasciato delle dichiarazioni a margine dell'evento MilanoParigiCapitali organizzato da Milano Finanza. Il dirigente nerazzurro ha parlato a tutto tondo: dalla questione stadi fino a toccare il tema dei diritti televisivi, ecco quanto emerso.
Sulla questione stadi: “Stadi? Il confronto con la Francia è complicato, perché la Francia ha potuto beneficiare di un evento sportivo come gli Europei 2016. L’Italia si sta candidando per gli Europei 2032, è un po’ lontano nel tempo ma intanto ci stiamo organizzando. Diciamo che anche in Italia si sta lavorando in questa direzione, vista l’età media degli stadi è necessario un intervento. Inter e Milan da tre anni hanno presentato un master plan, in fase di discussione. In queste ore abbiamo ridepositato il piano di fattibilità tecnica ed economica al comune di Milano, che ha dato seguito alle indicazioni che l’amministrazione ci aveva dato.Non è solo uno stadio ma un distretto dell’entertainment, di cui far beneficiare la città di Milano. Deve essere un progetto ecosostenibile, ma ripeto il dato fondamentale è che, in assenza di infrastrutture, difficilmente club come Inter o Milan, ma in generale il sistema italiano, possono tornare a competere ad alti livelli internazionali", riporta Calciomercato.com
Sui diritti televisivi: "Una ricetta non sono io che posso darla, c’è un team di lavoro che ha iniziato ad affrontare il tema in maniera strategica.La Premier deve essere il modello anche se al momento è un po’ distante, ma anche la Liga negli ultimi anni ha fatto passi importanti, con una governance molto forte e grandi squadre che ovviamente hanno fatto da traino.Il secondo driver al di là dello sviluppo internazionale deve essere quello tecnologico, il prodotto deve evolversi in base ai desiderata dei tifosi perché sono loro che sostengono l'industry. Stiamo ponendo le basi per colmare questo gap, ma al di là del presidio territoriale dobbiamo rivolgerci al prodotto.La Serie A è ancora riconosciuta come un brand attrattivo, quindi dobbiamo ricreare il valore che il brand aveva negli anni ’90".