Ante Rebic, l'arma in più per il finale di stagione del Milan

Ante Rebic
Ante Rebic / Jonathan Moscrop/Getty Images
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Con la partita di ieri sera, il Milan ha messo una grossa ipoteca sulla qualificazione alla prossima Champions League. I ragazzi di Stefano Pioli hanno passeggiato su un Torino che non ha mai posto resistenza e si sono imposti con un sonoro 0-7.

I fautori di questa vittoria sono stati Theo Hernandez, Kessié, ma soprattutto Ante Rebic. L'attaccante croato ha illuminato il reparto offensivo servendo un assist al bacio per il secondo gol del terzino francese e, verso la fine della partita, ha trovato anche il tempo di mettere a segno una tripletta, raggiungendo gli 11 gol in campionato.

E pensare che la stagione dell'ex giocatore dell'Eintracht non era nemmeno iniziata troppo favorevolmente. L'infortunio al gomito rimediato alla seconda giornata e il Coronavirus l'hanno tenuto ai box per diverse partite e Rebic ha condito il suo girone d'andata con un solo gol, alla Lazio, e 6 assist per i compagni.

Che il trend stesse cambiando lo si poteva intuire dalla rete rifilata nella sfida del Dall'Ara contro il Bologna, prima giornata di ritorno. Di lì in poi, Rebic si è trasformato in uno schiacciasassi, mettendo a segno 7 gol in 16 partite. La vena realizzativa del croato, accompagnata dalle buone prestazioni di tutti i rossoneri, ha sopperito all'assenza prolungata di Zlatan Ibrahimovic come riferimento offensivo. A differenza dello svedese, l'ex giocatore della Fiorentina garantisce una maggiore duttilità tattica potendo giocare sia da punta sia da esterno; così Pioli può giostrare più volte i propri giocatori offensivi.

Se paragoniamo il Rebic della prima fase di stagione, con quello degli ultimi mesi sembra quasi di avere a che fare con due calciatori diversi, come se il croato fosse una sorta di Dr Jekyll and Mr Hyde. Considerando la sua esperienza rossonera, ha messo a segno 22 gol, di cui 21 nel solo girone di ritorno. Ante Rebic è come un motore diesel: prima di andare al massimo ha bisogno di carburare. Nei primi mesi di campionato si è solo riscaldato, ma pian piano ha guadagnato la sua forma migliore.

Nella sfida contro la Juventus, era entrato solo nel secondo tempo. Ma gli sono bastati pochi minuti per mettere in mostra le sue capacità balistiche: è il 78' quando il croato prende palla sulla trequarti dei bianconeri e scaglia una conclusione potente e precisa che Szczęsny può solo seguire con lo sguardo. Un gol importante, che ha messo la gara dell'Allianz Stadium in discesa per i rossoneri, ma che non ci ha fatto vedere l'intero repertorio del numero 12.

Il vero Rebic l'abbiamo visto invece ieri sera. Non solo nella tripletta, siglata ai danni di un Torino già abbondantemente sconfitto, ma nella qualità delle giocate, nell'imbeccata che porta al fallo su Castillejo o sulla verticalizzazione che mette Theo davanti a Sirigu. La continuità con cui è rimasto mentalmente concentrato sul match è un fattore da non sottovalutare. Troppo spesso nella sua carriera, gli è capitato di estraniarsi dal gioco e di apparire a sprazzi, ma il Milan ha bisogno del talento del suo attaccante.

Grazie all'hat trick, Rebic sale a 11 gol in campionato. Ora il Milan dovrà affrontare gli ultimi due impegni stagionali, contro Cagliari e Atalanta; i rossoneri avranno bisogno di un'altra vittoria per poter matematicamente piazzarsi tra le prime quattro. In vista dei rimanenti impegni, Rebic arriva col morale altissimo, il piede caldo e l'obiettivo di concludere la stagione in crescendo, come suo solito.


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