Andrew Robertson: scartato agli inizi dal Celtic, oggi mostro sacro della difesa del Liverpool
Il mondo si divide in due categorie: i sognatori da una parte ed i pragmatici dall'altra. Nel primo caso, si tratta di persone che si aggrappano ad un desiderio e vivono facendo di tutto per raggiungerlo anche se al resto delle persone può sembrare irrealizzabile o addirittura folle e qualsiasi strada o decisione intraprendano la scelgono nell'ottica del raggiungimento del sogno stesso. Poi vi sono i pragmatici, persone più legate "all'hinc et nunc", qui ed ora. Queste vivono con i piedi per terra e alle cose in divenire preferiscono quelle a portata di mano, quelle più certe. Sicuramente questa categoria per la maggior parte delle volte ha più soddisfazioni e rischia molto di meno, mentre la prima che investe sul nulla di certo, sulla speranza, rischia molto o tutto. E proprio per via di questo rischio così elevato, che per cambiar registro: "non ti da da mangiare", che molti sognatori decidono di cambiare fazione e passare nelle fila dei pragmatici. Questo è quello che stava per succedere ad Andrew Robertson.
Andrew Henry Robertson, nato l'11 marzo del 1994 a Glasgow, oggi uno dei terzini più bravi e richiesti al mondo, nasce sognatore. Fin da bambino ha in mente di diventare un grande calciatore e di giocare nella squadra dei suoi sogni, il Celtic, vivendo nella convinzione che quello sarebbe stato il suo futuro, quella la sua unica opzione. Ma quando la squadra dei suoi sogni lo cacciò fu sul punto di diventare pragmatico e di rinunciare non sapendo che qualcosa di più grande lo aspettava.
Robertson mosse i primi passi nel mondo del calcio proprio al Celtic a soli nove anni, ma dopo qualche anno la squadra decise di non investire su di lui poiché fisicamente non alla portata. Un giudizio che sicuramente non lasciò impassibile Andy. Decise così di tesserarsi con una squadra militante nella terza categoria scozzese. Durante questo periodo meditò di ritirarsi dal calcio svariate volte per cercare un lavoro più redditizio e più appagante visto che ormai vedeva infranto il suo sogno. Celebre un tweet di questo periodo nel quale il calciatore cercò esplicitamente un lavoro: "Life at this age is rubbish with no money #needajob", ovvero "la vita a quest'età è spazzatura senza denaro #hobisognodiunlavoro". Senza tuttavia arrendersi passò successivamente al Dundee United, squadra in Premiership, dove si mise in luce giocando in modo distinto. Anche in questo caso vi restò poco, solo una stagione, per poi andare a giocare nell' Hull City, club che rimase colpito dalle sue prestazioni tanto da farlo proprio.
Alla prima stagione con le Tigri tuttavia il club retrocederà alla seconda divisione. Robertson non abbandonò il club e decise di giocare lì anche la stagione successiva, rendendosi uno dei protagonisti indiscussi proprio per il ritorno della squadra in prima categoria. Ma la sua carriera decollò veramente nel 2017, quando un allenatore, a differenza di quanto fece il Celtic, vide in lui un grande talento e decise di dargli una chance. Un allenatore che per i campioni ha "naso": Jurgen Klopp. Il 21 luglio di quell'anno, dunque, Robertson divenne ufficialmente calciatore del Liverpool.
"Il sogno che ho da quando ero bambino è diventato realtà. Solo felicissimo di aver firmato con il Liverpool e di far parte di questa famiglia..." con queste parole si presentò emozionato Robertson ai Reds. Da quel giorno vincerà campionati, coppe e una Champions League laureandosi campione d'Europa. Nella stagione scorsa raggiunse il record personale e in premier di assist fatti da un difensore (ben 12), che gli valsero l'inserimento nella lista dei migliori 11 della stagione. E se questo non bastasse dal 2018 Andy è anche il capitano della nazionale scozzese. Non essendosi dunque arreso a quel "no" del Celtic e avendo creduto nella sua causa fino alla fine, Andy porta un punto in più alla squadra dei sognatori.
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