Ancelotti: "Rangnick? Al Milan devono spaventare gli allenatori scarsi e non quelli stranieri"
Carlo Ancelotti, ex storico allenatore del Milan nonché attuale tecnico dell'Everton, ha parlato dei suoi trascorsi in rossonero (e non solo) nel corso di una diretta Instagram in compagnia del giornalista Carlo Pellegatti.
"La Champions vinta nel 2007? Quell'anno la squadra era inferiore a livello tecnico di quella del 2005, che rimane la squadra più forte e con la finale meglio giocata. A Istanbul giocammo molto bene anche nei tempi supplementari. Nel 2007 però avevamo una motivazione straordinaria, in Champions è stata la cavalcata della motivazione più che della qualità. Non ho vinto tanti campionati in carriera, quello del 2004 è stato quello della regolarità. L'unico momento di difficoltà è stato dopo l'eliminazione con il Deportivo e con la sconfitta contro l'Udinese dopo la sconfitta in Intercontinentale", queste le parole di Ancelotti.
L'ex tecnico del Milan ha poi concluso: "Maldini e Baresi sono stati due giocatori inimitabili, unici. Sheva? Ha fatto tanto per il Milan, ha fatto tantissimo, è stato un grandissimo attaccante. Gattuso era un giocatore indispensabile. Il lavoro e l'impegno aiutano a migliorarsi, poi per arrivare a certi livelli c'è la genetica, lui è stato dotato di qualità genetiche caratteriali. Il Milan di oggi? Devono spaventare gli allenatori scarsi, non quelli stranieri: Rangnick non lo conosco. Da quello che so era innamorato del Milan di Sacchi ma la metodologia non la conosco".
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