Ancelotti ha messo Bellingham nel suo posto ideale
Madrid è il punto di arrivo. Raggiungerlo a 20 anni è spesso utopia, essere l'idolo della folla madridista alla sua età è il sogno irrealizzabile, che però una volta su centinaia di milioni si realizza. Jude Bellingham è oggi l'uomo più importante dei blancos, il calciatore più determinante. È atterrato in Spagna solo qualche mese fa e ha tolto a Vinicius Jr., che a Madrid vive e gioca da cinque anni, il fardello di essere il gamechanger in ogni partita.
Ha ereditato lo scettro di Benzema e iniziato la Prueba de Fuego, per dirla alla Lost in the Weekend, con Robert Lewandowski nonostante non gli fosse richiesto, non rientrasse nei suoi compiti principali. Mentre tutti si interrogavano su come il Real Madrid potesse fare a meno di una prima punta di ruolo da 20 gol in campionato, Jude Bellingham si integrava a meraviglia nel ruolo di trequartista incursore, libero di spaziare, allo stesso tempo principale riferimento offensivo e aiuto costante in fase difensiva.
Il centrocampista completo, in breve. Una dimensione raggiunta da Kevin de Bruyne solo negli anni della piena maturità. E prendiamo ad esempio il belga perché guardando al passato recente non è così facile rintracciare giocatori completi, forti in tutte le caratteristiche. Ognuno ha spiccato per una determinata qualità, ma poi ci sono loro, quelli che non vogliono rinunciare a niente. Non è ormai un'eresia parlare di Jude Bellingham come del centrocampista più forte al mondo, specialmente ora che i colleghi Kroos e Modric camminano verso il tramonto delle proprie carriere e che gli avversari più ostici (Pedri e proprio De Bruyne) attraversano problemi fisici importanti.
Carlo Ancelotti, come spesso gli è capitato in altre situazioni, ha portato l'inglese a un'altra dimensione. Non gli ha fornito la cassetta degli attrezzi, Bellingham è atterrato a Madrid con un bagaglio di esperienze e competenze estremamente completo, con un CV invidiabile. L'esperto allenatore italiano le ha unite alle necessità dei blancos, ha trovato il giusto compromesso, l'equilibrio (è un maestro in questo), il posto per farle brillare.
E quel posto è il più aleatorio in campo. Una posizione in cui molti interpreti vengono mangiati da mediani specializzati nel mordere le caviglie di trequartisti spauriti. Quella per la quale ci vuole personalità, bisogna saper prendere botte ed essere costantemente in partita anche in momenti difficili, pena uscire dalla stessa senza rientrarvi più.
Su questo aspetto arrivano in soccorso un po' di dati. Bellingham è arrivato a Madrid con un bottino di 28 gol e 27 assist in 176 presenze tra Birmingham e Borussia Dortmund, numeri pazzeschi per un centrocampista U20. Ha incrementato le sue cifre fino a diventare il miglior realizzatore dei gialloneri nella passata stagione (2022-23): 14 gol in tutte le competizioni conditi da 7 assist. 4 reti in Champions, 8 in Bundesliga, 2 in DFB Pokal. Molti su inserimento da dietro, di destro, di sinistro, di testa, anche su rigore, insomma in tutti i modi che conoscete.
A proposito di botte, Bellingham è uno che la gamba non la toglie e viene ripagato con trattamenti non proprio gentili. 91 i falli subiti nella stagione 2021-22 di Bundesliga (più di tutti gli altri in Germania), 73 nella passata stagione giallonera (3°) e già 22 nella corrente di Liga, dietro soltanto a Hugo Duro del Valencia.
Meno di 10 partite e lo si è già paragonato ai vari Zidane o Kaka, il ruolo è quello. In questi paragoni Bellingham perde dal punto di vista della qualità tecnica, di livello più basso secondo l'opinione pubblica. Accettando che ogni calciatore è unico e che per raccontare il calcio si possano comunque fare paragoni senza minare lo status di qualcuno, possiamo dare ragione a chi dice che Kaka e Zidane avevano una classe superiore, ma invitare a pesare sul piatto della bilancia tutte le altre caratteristiche. Se fosse un incontro di boxe deciso ai punti, chi vincerebbe? (Ammesso che Bellingham continui così per il resto della sua carriera).
Si fermerà, è il pensiero comune. Perché un centrocampista non può stazionare su cifre da attaccante così a lungo. Obiezione accettabile, basata sulla storia passata. Tuttavia esistono o sono esistiti trequartisti da 20 gol stagionali e Bellingham ormai svolge proprio quel ruolo.
Segna gol da opportunista.
E poi illumina.
Inizia l'azione e la conclude.
Ha un atletismo tale da permettergli di percorrere decine di metri a una velocità ottima senza perdere lucidità; attacca la porta come un centravanti esperto e con quell'instancabile tenacia di chi ha piena consapevolezza dei propri mezzi. Ancelotti l'ha messo nelle giuste condizioni e lui, dopo Cannavaro, Gago, Sahin, Coentrao, Varane e Vallejo, sta restituendo magia al numero 5.