Alvini esonerato dalla Cremonese: scelta condivisibile o sbagliata?
La Cremonese sembra non avere proprio fortuna in questo campionato: il club grigiorosso è il fanalino di coda della Serie A, con soltanto sette punti collezionati finora, senza essere mai passata in vantaggio nello stadio di casa e senza mai aver trovato il successo. Dati che bastano per sottolineare la difficoltà dei lombardi nella massima serie. Prima del club grigiorosso, adesso allenato da Ballardini, era solo l'Ancona allenato da Nedo Sonetti a poter "vantare" simili statistiche. La Cremonese, dopo aver conquistato la promozione durante la scorsa stagione, è all'anno zero e ora si cerca di trovare la giusta quadra a livello tattico per provare a effettuare un ribaltone in classifica che avrebbe del clamoroso.
C'è però da far notare un particolare: l'unico a pagare per tutti è stato Alvini, in seguito a risultati ovviamente poco convincenti. E' stato giusto mandarlo a casa? La decisione da parte della dirigenza guidata dal patron Paolo Rossi attesta il fatto che la confusione regni sovrana. Adesso allo Zini c'è un nuovo allenatore, chiamato a un'impresa quasi impossibile e a risollevare un organico che manca di giocatori adatti alla categoria.
Quel che serve alla Cremonese è un po' di programmazione, specialmente sul mercato dove i tifosi si aspettano un intervento drastico della società. Lo switch a bordocampo è sicuramente un tentativo di muovere un passo, una mossa fisiologica per muovere le acque, ma Alvini non ha avuto, nel corso della prima parte di stagione, una rosa all'altezza. Non basta un arrivo in prestito di un secondo portiere come Radu (in cerca di riscatto dopo la papera contro il Bologna nell'anno scorso), non bastano in attacco Dessers e Okereke e, ovviamente, pesa il fatto di aver soprasseduto sul riscatto di Nicolò Fagioli (giocatore cruciale in B).
Quello che conta è avere le idee chiare e operare con scelte oculate per soddisfare la tifoseria ma soprattutto l'allenatore. Alvini si è ritrovato una squadra un po' troppo acerba, e quando non si è adatti a livello tecnico - si sa - il prezzo da pagare è carissimo. Un prezzo che però non doveva pagare il tecnico - probabilmente l'ultimo dei colpevoli - piuttosto serviva una riflessione più approfondita della dirigenza, magari mettendoci la faccia anche per sciogliere le perplessità su un'annata piena di ombre e non di luci. Alvini esonerato, squadra a Ballardini. Probabilmente il primo doveva essere supportato di più, specialmente dopo una cavalcata utile per conquistare la massima serie.