L'allenatore dell'anno (2020) della Serie A

Stefano Pioli
Stefano Pioli / Marco Luzzani/Getty Images
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È lui l'allenatore del 2020 della Serie A. Stefano Pioli, il normalizzatore, l'alchimista, l'allenatore che ha permesso al Milan di tornare grande tra le grandi, in Italia ed in Europa. I numeri della sua squadra, nel 2020, sono stati impressionanti ed hanno lasciato tutto il mondo calcistico sorpreso, quasi a bocca aperta, per la normalità, appunto, l'umiltà e la professionalità con cui Pioli ed il suo staff han permesso al club rossonero di guadagnare nuovo rispetto, ammirazione, timore da parte degli avversari, ricevendo la conferma della panchina e proseguendo il proprio percorso, in cui non sono posti limiti. Il Milan targato Pioli ha, infatti, un unico obiettivo: non accontentarsi mai, vincere ed arrivare il più in alto possibile.

MARCO BERTORELLO/Getty Images

E dire che l'avventura rossonera di Pioli non era iniziata granchè bene. Quando si era ancora nel 2019, esattamente ad ottobre, l'attuale tecnico del Milan iniziò il proprio percorso con un deludente 2-2 casalingo contro il Lecce, poi retrocesso a fine campionato. Ma gli effetti del suo arrivo si videro sin da quel pari subito all'ultimo secondo di un match ben giocato: maggior fluidità di manovra, movenze atte a far male all'avversario, squadra tatticamente ordinata e precisa. Il Milan conobbe ben presto un nuovo ciclo, vincente, targato 2020. L'obiettivo dichiarato, a maggior ragione dopo l'arrivo di un campione affermato come Zlatan Ibrahimovic nel mercato di gennaio, era la qualificazione in Europa.

Nel nuovo anno, fino a marzo, il Milan colleziona tra Serie A e Coppa Italia ben sei vittorie, quattro pareggi e sole due sconfitte, contro l'Inter nel derby e contro il Genoa in casa, nell'ultima gara prima del lockdown. Un cammino importante, non da squadra criticata fino all'arrivo di Pioli e conosciuta con Giampaolo in panchina: il Milan c'è, è determinato, segue la mentalità umile del suo tecnico e quella vincente del suo nuovo leader offensivo, quello stesso Ibra che segna subito all'esordio di Cagliari e sarà pressoché decisivo nel post lockdown.

E' qui che il cammino di Pioli e della squadra prendono una strada importante, definitiva e vincente, alla ripresa, al contrario di quel che ci si potesse aspettare. Viene eliminato dalla Coppa Italia a favore della Juventus, con la quale però si batte e strappa due pareggi (1-1 a San Siro e 0-0 allo Stadium, in inferiorità numerica), per poi iniziare un clamoroso percorso che vede la squadra rossonera tutt'ora imbattuta in campionato.

Maurizio Lagana/Getty Images

Lecce-Milan 1-4. Comincia il mini-campionato che consacrerà Pioli ai vertici del 2020. Da quell'ormai lontano risultato di Lecce, ottenuto il 22 giugno 2020, il Milan è ancora imbattuto in campionato, dove ha ottenuto, tra la stagione 2019-20 e la corrente, 18 vittorie e 7 pareggi. Ma c'è un'altra storica data che segna in modo indelebile la stagione di Pioli: 21 luglio 2020. Sassuolo-Milan 1-2. Il Milan espugna il Mapei Stadium e, nella serata, la società scioglie definitivamente il preaccordo con Ragnick, colui che sarebbe dovuto diventare responsabile dell'area tecnica ed allenatore dei rossoneri.

Contemporaneamente, vengono ufficializzati i rinnovi di Maldini e Massara, che confermano a loro volta Stefano Pioli come tecnico futuro del Milan, anche per la stagione che verrà, prolungandogli il contratto. Qualificazione all'Europa League raggiunta, passando per la porta secondaria dei preliminari, dove il Milan si sbarazza, tra mille insidie, di Shamrock Rovers, Bodo Glimt e Rio Ave, dopo un'incredibile lotteria ai calci di rigore. E' proprio nella competizione europea che il Diavolo vede registrarsi la prima ed unica sconfitta del 2020 post lockdown: in casa, contro il Lille di Yazici, che segna una tripletta e manda Pioli su tutte le furie. Per la prima volta, la sua squadra sembra esser tornata sulla terra, nella normalità, ma il primato in campionato e la qualificazione da prima nel girone di Europa League dicono altro.

Marco Luzzani/Getty Images

Citando i numeri, nel 2020 il Milan guidato da Stefano Pioli ha segnato la bellezza di 102 gol tra campionati e Coppe in 46 partite ufficiali, per una media gol a partita di 2.21. Nell'anno appena passato, sono state 29 le gare consecutive in cui il Milan è andato a segno e ben 11 di queste con almeno due gol segnati. La manovra avvolgente e stilisticamente apprezzabile indotta da Pioli ai suoi uomini ha portato in rete ben 16 giocatori diversi, tra cui giocatori dalle retrovie come Kalulu, Romagnoli o Calabria, a testimonianza di come vi sia sinergia e collaborazione tra i reparti: questa speciale gerarchia viene comandata da Zlatan Ibrahimovic, che ha segnato, dal suo arrivo a Milano, ben 17 reti. Infine, il Milan, dal primo giorno di gennaio 2020, quindi da un anno a questa parte, ha collezionato ben 76 punti totali, vincendo 22 partite, pareggiandone solamente 10 e perdendo, in campionato, esclusivamente con Inter e Genoa, pre lockdown.

Marco Luzzani/Getty Images

Panchina dell'anno, dunque, a mister Pioli. Tecnico, ma soprattutto uomo, che ha saputo creare nel mondo rossonero l'alchimia che mancava da ormai troppo tempo dentro lo spogliatoio e che ha fatto scattare la giusta scintilla per ridare al Milan lo scettro di "big" del calcio, sia entro i confini nazionali sia in giro per l'Europa. Dopo tanti anni di mediocrità, insomma, i tifosi milanisti possono finalmente sorridere. Primato in campionato, sedicesimi di Europa League e gioco spumeggiante, convincente, entusiasmante e ricco di spunti tattici, come non si vedeva da tantissimo. Un plauso a Stefano Pioli, dunque, uomo dalla personalità indubbia, capace di guidare, gestire, comandare uno spogliatoio gestito da leader (Ibrahimovic, Romagnoli, Kessié, Donnarumma) e proseguire imperterrito nel proprio percorso, conseguendo gli obiettivi prefissati nonostante le tante voci circa il suo addio alla fine della scorsa stagione. Non solo ha quindi infranto record su record, nel mini campionato post lockdown e durante questo appena incominciato, ma è anche riuscito a ritagliarsi un grande spazio e la riconferma su una delle panchine più importanti del mondo. Giù il cappello, mister!


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