Allegri si espone su Spalletti CT e torna sul caso Bonucci-Juve

Le parole del tecnico bianconero a DAZN, in attesa dell'intervista completa.
Max Allegri
Max Allegri / Stefano Guidi/GettyImages
facebooktwitterreddit

La Juventus è a quota quattro punti dopo le prime due giornate di Serie A, contro il Bologna non è arrivata l'attesa continuità dopo l'exploit di Udine e Massimiliano Allegri, tecnico bianconero, ha parlato a DAZN (intervista integrale ai microfoni di Pardo attesa per il 31 agosto, di cui è uscita un'anteprima) soffermandosi sia sui bianconeri che su altri aspetti dell'attualità calcistica. Questo quanto affermato dal tecnico.

Sullo Scudetto al Napoli: "Se mi ha fatto piacere per la città? E' un elemento di ricchezza, sono stati bravi. Lì c'è stata una programmazione, parte tutto da Benitez fino alla vittoria di Spalletti. Dal punto di vista del gioco? Hanno giocato molto bene, Osimhen tra i migliori al mondo. Sposta gli equilibri".

Su Spalletti CT: "Luciano credo sia uno dei migliori in Italia. Lo dimostra la carriera e come fa giocare le squadre, i risultati che ha ottenuto. Post Mancini era giusto darlo a Spalletti, coronamento dello scudetto e della carriera fatta" riporta IlBianconero.

feed

Il caso Bonucci: "Mi dispiace che sia finita così. Con Leo siamo stati chiari da febbraio scorso, ci ho parlato diverse volte. Sia io che la società, dicendo che l'anno prossimo sarebbe stato un anno in cui avrebbe dovuto decidere se continuare da un'altra parte o smettere. Quando arrivi a 36 anni, hai fatto la storia della Juve, 500 partite e sei stato un giocatore in campo anche zoppo... Ha dato tanto alla Juve, la Juve ha dato tanto a lui. Deve prendere una decisione importante per lui, guardando il futuro e non a un anno. E' giovane. Ciò che dico l'ho detto a lui in tempi non sospetti: è normale che un campione come lui arriva a fine carriera, se non è quest'anno sarà l'anno prossimo, e la paura di smettere c'è, è normale. Non sono stato un campione, smettere per me è stato facile. Le dinamiche sono le stesse. La differenza è che uno deve avere la capacità accettare: se lo fa prima, è un bene per se stesso. Altrimenti dà noia. Per me è stato importante, determinante. Resta nella storia della Juve, 500 partite le fanno in poche".

Su Chiesa: "Ora ha piena fiducia. L'ho visto quest'anno e ha una gamba diversa. Si deve convincere che è una punta, lo è. Poi magari va esterno o in mezzo, ma deve far gol. Con le sue caratteristiche, è un giocatore che quando tira è noioso. Fa male".