Allegri descrive gli obiettivi futuri della Juve e dribbla i riferimenti al mercato

Le parole del tecnico bianconero in vista della sfida di domani contro il Milan.
Allegri
Allegri / Danilo Di Giovanni/GettyImages
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La finale di Coppa Italia raggiunta dalla Juventus rappresenta l'ultima chance per ottenere un trofeo stagionale, che elevi il livello di un'annata partita all'insegna della lotta Scudetto e culminata con la semplice difesa dell'obiettivo Champions League. Massimiliano Allegri, tecnico bianconero, ha parlato in conferenza stampa in vista della sfida tra la sua Juve e il Milan, in programma domani all'Allianz, una sfida significativa per provare a scalzare i rossoneri dal secondo posto. Questo quanto riportato da IlBianconero:

"Domani è sempre Juventus-Milan, bella, importante, bella da giocare. Scontro diretto. Il Milan è forte, ben allenato, con giocatori di valore. Noi sicuramente il passaggio, più che vittoria perché si è perso, la conquista della finale abbiamo raggiunto in parte un obiettivo che è la finale. Ora tre partite importanti per fare i punti per la Champions".

Su Bremer: "Bremer ha avuto un problemino a Cagliari, sta decisamente meglio, domattina valuterò. Recuperati tutti, tre giorni di recupero, domani saremo pronti per fare una bella partita".

"Come nella vita, le occasioni vanno viste come opportunità. Il calcio può crescere, chi comanda deve prendere decisioni importanti per migliorare il calcio italiano. Abbiamo due squadre in semifinale di Europa League, una squadra come l'Inter che ha fatto una buona Champions League, le finali dell'anno scorso, noi in semifinale di Europa League. Non è tutto da buttare, non ci si può sedere. Bisognerebbe immaginare il calcio tra 5-10 anni".

Cosa manca per lottare al top: "Due-tre rinforzi bastano? Su questa domanda dovrebbe rispondere la società e chi fa il mercato. Io faccio l'allenatore, non il mercato. Dico solo che dobbiamo essere concentrati su cosa fare, non abbiamo raggiunto l'obiettivo della Champions. Che è importante. Tecnico, perché ti porta a giocare la Champions League, una Supercoppa, la Coppa Italia. Sarebbe la Juventus impegnata su più fronti, oltre il campionato. Poi c'è l'aspetto economico, che aiuterebbe il club ad avere risorse importanti. Concentrati su quello che c'è da fare, ci sono 15 punti in palio, dietro fanno punti e domani serve fare una partita cercando di tornare a vincere in campionato e non sarà facile".

Chiesa o Yildiz: "Stanno bene tutti e due. Valuto Chiesa, che ha giocato un po' di più, o Yildiz. Federico a Roma si è messo a disposizione, ha fatto una buona partita. Anche se si estranea, ha sempre una soluzione".

Rapporto col gruppo: "Attestati di stima nei miei confronti? Coi ragazzi bellissimo rapporto, ottimi professionisti, ragazzi che tengono a questa maglia. In questo momento con gli obiettivi davanti vogliamo andare a prenderli".

Su Vlahovic: "Il fatto che ambisca il Pallone d'Oro credo che sia normale. E' bello, ognuno di noi deve avere l'ambizione di ottenere il massimo, sennò non migliori. Dusan è migliorato molto dal suo arrivo, sta trovando un equilibrio interiore nel giocare le partite anche quando le cose vengono meno bene. Per il ruolo che ha deve cercare di rimanere nella partita, in qualsiasi momento deve arrivare la palla giusta. Sono molto contento di questo".

Possibile successo in Coppa Italia: "Rispondo in modo molto semplice. Non sono le imprese mie, ma di tutte. Di una squadra forte, che è stata. Quest'anno. Non possiamo vincere tutti gli anni. La cosa più importante è che tutti alla Juventus devono avere l'ambizione di ottenere il massimo e vincere. Poi se c'è chi è più bravo, applaudiamo e lavoriamo per migliorare. Quando non si riesce a vincere, soprattutto nel calcio italiano di oggi, per una società italiana è importante giocare la Champions. A livello economico sposta il bilancio di una società. Quindi questo, se noi riuscissimo ad arrivare in Champions quest'anno, credo che in una fase di - non rivoluzione- di un percorso iniziato 3 anni fa, comunque la Juve non sarebbe rimasta fuori dalla Champions, cosa facile quando cambi giocatori e abbassi il livello. Arrivare all'obiettivo della società a inizio stagione, sarebbe un successo. Io sono il primo a cui piace vincere, a tutti piace, ma raggiungere l'obiettivo è quello e a quello bisogna arrivare".

Strapotere nerazzurro: "Non so se è stata la più forte degli ultimi tre anni, ma quest'anno era nettamente la più forte. Venivo preso per matto, ma c'erano dei valori, bisogna essere realisti. L'Inter ha un valore diverso".

Secondo posto: "Domani è una partita dove in caso di vittoria, e non sarà semplice, ci darebbe la possibilità di ambire al secondo posto. Bellissimo risultato e ti tiene viva la competizione fino alla fine dell'anno. Poi c'è la Coppa Italia, e quando dicevo che andare avanti riempie le settimane, quest'anno non abbiamo potuto riempirle, non per demerito nostro ma perché la squadra era arrivata terza... dobbiamo provare a rientrare in Champions, sarà una stagione bellissima, quando giochi tante competizioni è molto bello".

Progetto bianconero: "I discorsi sul bilancio? Sono aziendalista, ma faccio l'allenatore in campo, ormai le società sono delle aziende. Serve centrare gli obiettivi, soprattutto in Italia, dove la partecipazione alla Champions ti sballa il bilancio. Sono numeri. Detto questo: la Juve deve rimanere competitiva. La sfida degli anni e della Juventus, come negli anni precedenti, è essere competitivi all'interno di una sostenibilità. Per la Juventus sarà una bella sfida. Quando ripartirà il campionato, ripartirà con l'obiettivo di vincere. Ma quando si lavora alla Juventus l'ambizione massima deve essere quello di ottenere il massimo risultato, deve essere chiaro a tutti".

Le coppe come insidia: "Preferisce le partite in mezzo alla settimana? Rispondo semplicemente, una risposta basica: la Juventus per 5 anni ha giocato 55-57 partite sempre, vincendo scudetti, Coppe Italia, Supercoppe. Arrivando in finale di Champions. Il direttore Marotta doveva dire così, gli faccio anche i complimenti. Pioli lo stesso. Ma i fatti dicono tutt'altro ed è normale che sia così".

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