Allegri: "Locatelli out. C'è voglia di vincere ma mancano giocatori importanti"
La Juventus, reduce dalla sconfitta di Parigi in Champions e dall'1-1 del Franchi in campionato, si prepara a tornare in campo per la sesta giornata di Serie A e troverà sulla propria strada, all'Allianz, una squadra che fin qui ha sorpreso come la Salernitana di Nicola. Massimiliano Allegri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro i campani, soffermandosi sul momento dei bianconeri e su nuove defezioni. Queste le sue parole:
Sulla Salernitana: "Che insidie può nascondere? Le insidie di una partita post Champions, contro una squadra che secondo me, tra chi lotta per restare in A, è tra le migliori. Per singoli e collettivo. Nicola ha fatto un lavoro straordinario nel portare la Salernitana ancora in Serie A, poi hanno messo giocatori fisici e tecnici. Serve una partita giusta, tosta, servono tre punti" riporta IlBianconero.
Su Paredes e su Locatelli out: "Domani Paredes gioca. Locatelli ha un piccolo affaticamento e non sarà a disposizione, si è fermato e non posso rischiarlo, vedremo di valutarlo nei prossimi giorni. Abbiamo ancora fuori Di Maria, martedì a disposizione. Pogba fuori. Chiesa si sta allenando, ma non con la squadra. Szczesny ancora fuori. Aké e Kaio ancora fuori".
Sul PSG: "Di positivo ha lasciato che dopo il 2-0 c'è stata una bella partita, una buona reazione. Non mi piace che dopo Parigi, dove c'è da migliorare e fare altre cose, la Juve è passata per una squadra che ha giocato bene dopo il 2-0 e siamo diventati anche simpatici. E non va bene. Sono molto arrabbiato, bisogna essere antipatici, così siamo vincenti. Altrimenti ci abituiamo a essere simpatici e bellini e perdenti. E non va bene! Bisogna prendere il positivo dalla partita. I ragazzi lo sanno, abbiamo una partita da affrontare con la giusta serietà, con la giusta presunzione. Creiamo giorno dopo giorno di creare presupposti per raggiungere gli obiettivi. Ma ci vuole ben altro. Non bisogna essere simpatici o bellini".
Sulla difesa: "La formazione non l'ho ancora decisa. Abbiamo provato nuove soluzioni, domani partita importante e ragiono sempre in quest'ottica. Ci darà la spinta per fare al meglio. Ma domani è la partita più difficile e impegnativa. In Italia le partite ci sono meno spazi, sono più tattiche le gare. Le gare di Champions sono più facili, queste in Serie A sono più difficili, magari sarà più brutta".
Sul momento della squadra: "So che c'è grande voglia di lavorare, di tornare a vincere. Non è facile. Come ho sempre detto, dall'inizio, ci mancano dei giocatori. Dei giocatori importanti. Come numero saremmo di più, avrei fatto dei cambi. Ora non ci sono, bisogna stringerci nelle difficoltà ed essere nelle migliori condizioni di classifica. A gennaio, recuperati tutti, allora lì inizia a gennaio. Ma non possiamo rovinare tutto in questo mese".
Sulle parole di Elkann: "Ottimismo che ho anch'io. Ma se togliamo Pogba, Di Maria e Chiesa, l'equivalente alle altre squadre... noi bisogna essere contenti, sapendo che la prospettiva può essere solo rosea. Non bisogna diventare simpatici e bellini, altrimenti mi arrabbio molto".
Su Vlahovic: "Cerchiamo di aiutarlo, sta migliorando su quest'aspetto. L'altro giorno si è detto che Haaland ha toccato gli stessi palloni di Vlahovic. Milik ha toccato 30 palloni a Firenze. Sono caratteristiche diverse. Dusan attacca la profondità, Milik raccorda più il gioco. Vlahovic ha fatto 4 gol se non sbaglio, è un centravanti e deve fare quello. A Parigi tecnicamente ha giocato meglio. Sono contento. Pian piano, le sfumature del gioco le migliorerà giocando, strada facendo, più gioca e più fa esperienza. Migliorano tutti, anche a 35 anni".
Sui moduli: "I numeri non contano niente, mi mandate al manicomio. E' questione di caratteristiche. Magari quando sarò vecchio, diranno: forse aveva ragione! Possono giocare insieme i due attaccanti. Milik era tanto che non giocava, è andato in campo a Parigi e poi ce n'è un'altra. I cambi diventano importanti, i 5 che entrano determinano la partita. Con i 3 cambi già contavano, ora sono 5 ed è cambiato tutto con questo sistema dei cambi. Quelli che sono in panchina si devono sentire più titolari, determinano le partite nel bene e nel male".